La lunga notte (pulp) di Igort a Venezia 76: la recensione di 5 è il numero perfetto

Autore: Elisa Giudici ,

La vita è terribile e tiene pure il senso dell'umorismo: a sentenziarlo è Peppino Lo Cicero, l'ombroso sicario in pensione protagonista di 5 è il numero perfetto. Il guappo non ha mai lasciato Napoli, qui trasfigurata in una suggestiva città noir eternamente piovosa, popolata solo da pubblicità, prostitute e pistole. Per i suoi vicoli Peppino (Toni Servillo) si è guadagnato il pane per sé e per la famiglia, uccidendo i rivali del suo clan. Gli bastava un nome e un indirizzo da parte del suo boss e agiva senza far domande, con grande fedeltà. Gli anni d'oro da gangster sono però un lontano ricordo, così come quella Napoli in cui imperversava non con una, bensì con due pistole alla mano. Nel settembre del 1972 a rimanere viva di quella città che lo vide diventare uomo è solo il ricordo; dietro le sue mani tremanti e il suo incedere lento, difficilmente si sospetterebbe si nasconda un ex killer tanto spietato.

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La Napoli noir di 5 è il numero perfetto
Napoli in 5 è il numero perfetto diventa una città ricca di nebbie e mistero

Seppellita la moglie e avviato il figlio alla sua professione, Peppino guarda alla pensione senza troppi patemi: è stanco, ma ha assolto al suo dovere per il clan e per la sua famiglia. Ora si prepara a riposarsi serenamente per quel poco che gli rimane. La vita è terribile, appunto, e lo costringe a rimettersi in affari, scatenando una guerra tra clan e preparandosi ad avere contro mezza Napoli, per ottenere giustizia, o forse vendetta. Un Toni Servillo dal naso adunco e dell'espressione malinconica è quasi una scelta obbligata per il protagonista di questo film sospeso tra noir e pulp, presentato oggi 29 agosto alle Giornate degli Autori.

Dalle chine alla cinepresa

5 è il numero perfetto non nasconde le sue origini fumettistiche, anzi, le celebra con orgoglio. A partire dai titoli di testa, chiaro omaggio animato al cinema pulp e a quel genere poliziottesco che imperversava in Italia proprio negli anni '70 in cui è ambientata la vicenda. Il film insomma si apre col botto, rifacendosi al cinema di genere senza timidezza. Tuttavia subito dopo c'è un repentino cambio di passo. In una lunga scena che si dilata sempre più, seguiamo il lento camminare di Toni Servillo per la città, mentre ci racconta tutta la sua storia sin lì. La sua voce fuori campo racconta ciò che è stato di lui e della sua Napoli, con un lento incedere vocale e fisico, con un'insistenza sorniona sulle sonorità dialettali. 

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Peppino e durante uno scambio di ostaggi
Peppino cerca vendetta al fianco del suo manipolo di gregari e perdenti

La scelta stilistica di 5 è il numero perfetto è tutto riassunta in questa scena: i suoi compiti li ha fatti così bene da sembrare a tratti l'allievo secchione, anche se talvolta un po' didascalico. Chissà che non riscuota lo stesso plauso di Ammore e Malavita, suo predecessore veneziano nel raccontare una Napoli differente.

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Igort, il fumettista italiano che questa storia l'ha partorita tra chine e fogli di carta, ha deciso di mettersi in gioco in prima persona anche al cinema, girando quello che è il suo esordio. Dopo tanti anni di attesa per trovare il regista giusto e l'insistenza di Toni Servillo, sicuro che Igort fosse il nome più adatto per l'impresa registica, l'artista si è lasciato convincere. Certo non è il primo fumettista dietro l'obiettivo, basti pensare al collega GIPI, che ormai il cinema lo bazzica parecchio.

L'operazione è riuscita fino a un certo punto. Se Igort porta con sé le suggestioni visive proprie del disegnatore, al film avrebbe fatto comodo un po' di ritmo cinematografico in più. 5 è il numero perfetto si fa notare per la produzione molto curata degli ambienti interni e degli esterni, per l'interpretazione del trio di attori protagonisti. Talvolta però lo spettatore potrebbe ritrovarsi spiazzato dal lento incedere della sua regia. Il film non manca di movimenti di camera raffinati, che ora guardano agli stereotipi del genere pulp/noir e ora occhieggiano alla composizione delle tavole a fumetti, nell'uso delle forme geometriche affiancate e contrapposte.

Essendo una storia pienamente inserita nel genere (tanto da citare cult come Cinque dita di violenza) è abbastanza semplice dedurre il drammatico evento iniziale e l'evoluzione della lunga notte del guappo Lo Cicero. A garantire una certa freschezza ci pensa quindi l'inedita ambientazione partenopea noir. Dopo anni in cui la quasi totalità dei film italiani presentati a Venezia sono stati ambientati nel capoluogo campano, è bello riscoprire una Napoli differente, piena di ombre e nebbie, piovosa, letale. 

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Buccirosso e Golino nello studio del medico
Buccirosso e Golino forniscono gli assist giusti a Servillo

Caro, vecchio cinema pulp

5 è il numero perfetto è un insomma un film d'antan per come si prende i suoi tempi. Questo racconto di vendetta e sparatorie non insiste in maniera esasperata su concitazione, azione e pericolo. Talvolta tutto sembra muoversi al rallentatore, raccontando la violenza con gli occhi di chi sente la vecchiaia e la malinconia nelle ossa, ma è ancora costretto a lottare. Servillo, Golino e soprattutto Buccirosso fanno egregiamente la loro parte con i personaggi figli di questa tradizione, caricature napoletane del classico noir hollywoodiano. La loro storia tutta luci ed ombre avrebbe potuto mantenere una verve maggiore se il minutaggio fosse stato un po' più contenuto.

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5 è il numero perfetto è un film italiano che guarda al passato per proporre un cinema diverso nel presente. Come il suo protagonista nasconde sotto l'aria da duro consumato un cuore sanguinate e ancora capace di provare dolore di fronte alla perdita e al tradimento. Si fa notare per l'uso interessante che fa dell'elemento grafico (dalle copertine dei cinque capitoli da cui è composto il lungometraggio ai titoli di testa e di coda).

5 è il numero perfetto arriverà nelle sale italiane il 29 agosto 2019

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Commento

cpop.it

65

Nonostante l'impegno di Toni Servillo, l'esordio cinematografico di Igor conferma ancora una volta che non ci si improvvisa registi

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