La tartaruga rossa, la recensione: l'animazione che fa sognare

Autore: Alfonsina Merola ,

La tartaruga rossa è un film d'animazione che parla attraverso la semplicità delle immagini, servendosi dell'essenzialità ricca con cui solo la natura è in grado di esprimersi. Attraverso il carboncino e gli acquerelli, che danno vita all'ambientazione ed ai personaggi del film, viene mostrato con delicata semplicità il messaggio sul senso della vita e sulla ciclicità naturale ed affettiva dell'uomo. Lo scenario racchiude un senso magico, metafisico ma anche tribale e animale: sono questi gli elementi portanti del mondo umano e del mondo vivente in generale.

La tartaruga rossa mostra poeticamente come la vita in qualsiasi posto si svolga, possegga una ciclicità intrinseca costante che caratterizza e scandisce il tempo della natura, del mondo e dell'essere.

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Che sia un luogo selvaggio, come lo è quello del film o un posto civilizzato, l'essere umano avrà sempre gli stessi bisogni che non si limitano solo a quello dell'adattamento e della sopravvivenza.

Nel cuore di ciascun essere umano per poter completare la propria esistenza si ha bisogno di amare, di creare un' altra vita che, a sua volta, verrà animata dagli stessi desideri. È così che nasce il mondo.

La tartaruga rossa parla attraverso le immagini, fa sognare lo spettatore mostrandogli un mondo incantato in cui c'è spazio per vivere serenamente, accettando il continuo e naturale corso del tempo. Ecco un assaggio del film dal trailer!

La tartaruga rossa: la trama

La pellicola inizia catapultando lo spettatore in un mondo diverso da quello in cui viviamo. Il rumore delle onde del mare sembra quasi una nenia. Un uomo scampato ad un naufragio approda in un luogo incontaminato e desolato.

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Al suo risveglio il naufrago si ritrova su quest'isola in cui è il solo essere umano: c'è vita ma appartiene ad un altro regno animale. La prima necessità avvertita dall'uomo è quella di scrutare il luogo, sfamarsi e cercare un modo per tornare a casa.

Con i pochi mezzi che ha a disposizione costruisce una zattera per poter andare via da quel luogo che non ha scelto e che non conosce. Tutto è pronto per affrontare il viaggio ma la zattera che ha costruito si sgretola in mare, costringendolo a tornare sull'isola deserta.

Una scena del film animato di Michael Dudok de Wit
L'uomo mentre cerca di andare via dall'isola deserta

L'uomo non si perde d'animo e costruisce una nuova zattera più resistente per poter evitare che si possa rompere come la prima. Partito e giunto allo stesso punto però il rude barcone crolla un'altra volta.

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Il naufrago è incredulo, sgomento ed arrabbiato. Scruta nei fondali marini in cerca di un pesce, una balena o un qualcosa che possa avergli distrutto la zattera ma nulla: non c'è niente in mare. Che una forza superiore o un demone abbia deciso di destinarlo su questo posto isolato dal resto mondo?

Lui è testardo e non accetta la sorte, ci prova e ci riprova a lasciare l'isola finché un giorno, all'ennesima distruzione della zattera, vede che non è una forza invisibile ad ostacolare il suo viaggio ma è un enorme tartaruga rossa.

Perché questa tartaruga gigante non vuole che lui vada via, accanendosi così contro di lui? 

Show hidden content All'improvviso la tartaruga rossa e l'uomo si incontrano sulla spiaggia e l'uomo arrabbiato con la testuggine marina gli si scaglia contro.Passato il momento d'ira l'uomo vorrebbe liberala ma non c'è più niente da fare: la tartaruga senza acqua e cibo è morta.
Una scena del film animato di Michael Dudok de Wit
I genitori del film La tartaruga rossa mentre insegnano al loro piccolo a disegnare sulla sabbia
All'improvviso dalla carcassa della testuggine fuoriesce una donna giovane e bella.È la stessa tartaruga rossa ad essere diventata umana o è un'altra entità vivente? Il naufrago non sembra porsi questa domanda perché c'è qualcuno con cui trascorrere le giornate. Insieme alla donna condivide il cibo, trascorre il tempo sull'isola e le mostra tutto ciò che ha scoperto quando era da solo.I due diventano per forza di cose inseparabili, si amano diventando una coppia da cui nasce un bambino.La loro vita è tranquilla, viene scandita dal tempo naturale dell'isola, dalla pesca, dalla scoperta e dall'imprevedibilità della natura che mentre è accogliente ed innocua all'improvviso diventa furiosa, scatenandosi all'improvviso.Il loro bambino cresce sereno e spensierato ma, più si avvicina l'età adulta, più sente il bisogno di qualcosa che i genitori e l'isola non riescono a dargli.Lui vuole scoprire cosa c'è oltre l'isola che lo ha cresciuto, vuole allontanarsi dal suo porto sicuro e scoprire il mondo attraverso le forze. Ha una malinconia dentro: gli manca una donna da amare.

Cosa accadrà? Questo e molto altro lo si potrà scoprire solo guardando La tartaruga rossa uscita nelle sale italiane lo scorso 27 marzo. Dopo il grande successo della pellicola Bim Distribuzione ha deciso di prolungarne la durata nelle sale fino al 9 aprile.

Cosa vuole insegnarci Michael Dudok de Wit attraverso La tartaruga rossa?

La tartaruga rossa è una storia animata esotica in cui la natura è la protagonista indiscussa del lavoro cinematografico. È lei che offre all'uomo gli strumenti necessari per potersi ingegnare e vivere in situazioni poco confortevoli.

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Spesso la natura da docile può mutare repentinamente, accanendosi contro l'uomo ed i viventi senza una motivazione precisa, allo stesso modo della tartaruga rossa che impediva all'uomo di abbandonare l'isola.

Una scena de La tartaruga rossa
I protagonisti animati de La tartaruga rossa di Michael Dudok de Wit

Michael Dudok de Wit punta tutto sull'assenza dei dialoghi come se fosse tutto un sogno o un'allucinazione dell'uomo e dello spettatore.

Il film è semplice ed è questa la forza della sua bellezza.

Il senso della vita e del suo messaggio viene raccontato attraverso la semplicità delle metafore racchiuse negli ostacoli e nella vita quotidiana dei protagonisti. La tartaruga rossa si presenta come una forza misteriosa. È tutto un'allucinazione del naufrago che ha bisogno di umanità?

L'amore nel lungometraggio diventa ricerca istintiva dell'altro. Questo sentimento che noi vediamo come un qualcosa di nobile e metafisico, in realtà, appartiene al nostro istinto primordiale legato alla procreazione.

La ricerca di una metà è davvero solo istinto o è qualcosa di più ampio e complesso?

La risposta a tutte queste domande viene consegnata nelle mani di ciascuno spettatore ed alla propria singola sensibilità.

Per Michael Dudok de Wit, forse, siamo come tutti gli altri animali. Per il regista è il nostro intelletto a trarci in inganno, rendendo tutto più complesso anche l'amore che in realtà è puro istinto e nient' altro.  

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