La verità sta in cielo, mai più altre Emanuela Orlandi: la recensione

Autore: Emanuele Zambon ,

Dagli anni di piombo agli anni dei misteri irrisolti: dalle organizzazioni terroristiche politicizzate alle losche trame rette da una cerchia di discutibili personaggi, impegnati in continui insabbiamenti. L'esplosione del treno Italicus, il rapimento di Aldo Moro, poi le stragi senza colpevoli di Ustica e Bolgna e, per finire, le sparizioni delle adolescenti Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi, avvenute entrambe a Roma nel 1983. Ragazze innocenti, accomunate da un tragico destino che ha impedito (e impedisce ancora oggi) alle rispettive famiglie di riabbracciarle.

Il regista Roberto Faenza ha ricostruito dettagliatamente 30 anni di cronaca italiana, muovendo dalle dichiarazioni della superteste Sabrina Minardi, coinvolta nel processo sulla sparizione di Emanuela Orlandi, che il 22 giugno 1983 svanì nel nulla senza lasciare traccia. Ai tempi la Minardi, dopo essere stata legata sentimentalmente al calciatore Bruno Giordano, divenne l'amante del supercriminale Enrico De Pedis, detto "Renatino", esponente di spicco della Banda della Magliana (per intenderci, il "Dandi" di Romanzo Criminale).

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Una delle vicende più oscure del panorama italiana diventa ora un film - La verità sta in cielo - dal chiaro e nobile intento divulgativo ed etico: l'opera di Faenza intende far luce sul movente di un rapimento apparentemente privo di logica - la Orlandi era una semplice cittadina vaticana, figlia di un messo pontificio - e sulle tessere di un mosaico perverso in cui risultano fin da subito evidenti i legami tra criminalità organizzata, ambienti ecclesiastici e servizi segreti. Il regista di Sostiene Pereira lavora secondo una triplice linea temporale: la ricostruzione della scomparsa della giovane, in cui è coinvolto il boss De Pedis (Riccardo Scamarcio), l'inchiesta della giornalista della trasmissione tv Chi l'ha visto? Raffaella Notariale (Valentina Lodovini) e il lavoro della reporter Maria (Maya Sansa), inviata da Londra a Roma per riaprire il caso dopo lo scandalo di Mafia Capitale.

La verità sta in cielo La verità sta in cielo Il 22 giugno 1983 una ragazza di 15 anni, Emanuela Orlandi, sparisce dal centro di Roma e non farà più ritorno. È figlia di un commesso pontificio e ben presto ... Apri scheda

Riemergono così tre decenni di depistaggi, sospetti e inquietanti retroscena che hanno come protagonista il monsignor Marcinkus, discutibile arcivescovo per anni a capo dello IOR, la banca vaticana coinvolta in diversi scandali finanziari. Assieme a lui ecco una lista di "soliti noti": dal banchiere Roberto Calvi (protagonista del crack del Banco Ambrosiano, morto suicida in circostanze controverse) al faccendiere Flavio Carboni, passando per alti prelati, senatori, killer. Da questo punto di vista La verità sta in cielo opera una coraggiosa denuncia di un paese all'epoca piduista, gettando luce su intrighi di potere e denaro lavati prima col sangue e poi ripuliti nel ventre di una betoniera situata in un cantiere sul litorale romano.

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Riccardo Scamarcio e Greta Scarano in una scena del film

Ad alzare un vespaio ci pensa la superteste Sabrina Minardi - Greta Scarano le presta prima il corpo (seminudo) durante la giovinezza e poi un volto deturpato da anni di sostanze stupefacenti (make-up strabiliante il suo) - che, così come avvenuto nella realtà, svela alcuni allarmanti retroscena riguardanti la sparizione di Emanuela Orlandi. coinvolgendo l'allora amante Enrico De Pedis, reuccio della criminalità romana, pluripregiudicato che amava cenare con le alte sfere della politica italiana.

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Sospeso fra il documentario e la fiction, La verità sta in cielo non ha però il respiro di un grande film inchiesta, né la potenza visiva di un gangster movie a là Suburra (sebbene sia parzialmente una costola del "Cinema criminale" caro a Placido e Sollima). Somiglia di più ad un prodotto televisivo, dal ritmo leggermente troppo compassato, contraddistinto per giunta da alcuni svarioni di natura tecnica (l'audio fuori sync di alcune scene doppiate in post-produzione, ad esempio).

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