Lady Macbeth, la recensione: vita e delitti di una moglie annoiata

Autore: Elisa Giudici ,

L'estate cinematografica italiana è cominciata con la solita infornata di grandi blockbuster americani (più o meno graditi dalla critica e dal pubblico), intervallati da ricicli prestigiosi delle annate passate. Nel mezzo di questa offerta cinematografica non sempre esaltante si cela una piccola perla da non sottovalutare: si intitola Lady Macbeth ed è un esordio davvero difficile da dimenticare. Dietro la macchina da presa c'è William Oldroyd, noto regista teatrale londinese, mentre la sceneggiatura è di un'altra esordiente, Alice Birch, folgorata dalla lettura di una romanzo breve russo del 1865. 

Teodora
 Un primo piano di Florence Pugh nei panni di Katherine
Florence Pugh è la magnetica protagonista di Lady Macbeth

Se la letteratura ottocentesca ci ha insegnato una cosa è che le mogli della nobiltà o della borghesia abbiente erano spesso destinate a finire prigioniere della noia e della malinconia, a soffrire in silenzio la loro condizione solitaria e priva di stimoli. Stando ai grandi romanzi dell'epoca, le vie d'uscita più gettonate, da Anna Karenina a Madame Bovary, erano la depressione, il suicidio o una relazione clandestina.

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La 17enne Katherine però la pensa diversamente. Nelle ortodosse campagne inglesi del 1865 è andata in sposa a un uomo di chiesa più vecchio di lei, con evidenti problemi sessuali e disinteressato al bene della moglie. A costringere Katherine a una vita di forzosa immobilità c'è il di lui padre, un reverendo severissimo e malevolo. Il vero padrone di casa  è lui e costringe la giovane a interminabili veglie in attesa del marito, che a sua volta le impone di rimanere rintanata a casa durante il giorno. La giovinezza di Katherine sembra destinata a consumarsi nella quasi totale immobilità.

Teodora
Katherine sonnecchia sul divano in Lady Macbeth
Dietro la noia di un matrimonio combinato si nasconde...il delitto!

L'energia di Katherine così compressa e confinata sfocia improvvisamente nella trasgressione, quando uno stalliere rivela brutalmente un interesse nei suoi confronti. L'inizio della relazione clandestina diventa molto più del solito risveglio dei sensi di una giovinetta annoiata: Katherine comincia ad assaporare il potere della menzogna, a perdere ogni freno morale e inibitore, spingendosi a trasgredire impunita ogni regola, con risultati che lasceranno il pubblico in sala in preda allo shock. 

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Lady Macbeth si apre come un quieto e un po' sonnolento film in costume, forzandoci a vivere con la sua giovane protagonista (interpretata dalla promettente Florence Pugh) la vita tediosa a lei destinata, capace di togliere ogni energia nel lento ripetersi del nulla a cui è destinata. Il regista William Oldroyd sa però il fatto suo e, via via che la vicenda si tinge di tinte nerissime e violente, non perde il suo magistrale tocco elegante, a metà strada tra Alfred Hitchcock e Jane Champion.

Teodora
Florence Pugh interpreta Katherine vestita da sposa
Cosa può fare una 17enne contro il matrimonio combinato e vessatorio che le è stato imposto?

Lady Macbeth a differenza dei grandi kolossal o dei thriller un po' morbosi sa di non aver bisogno di urlare o forzare la mano, perché la sua luciferina e amorale protagonista con una silenziosa occhiata può gelare lo spettatore sulla poltroncina del cinema. Certo, qualche ripresa compiaciuta o lungaggine di troppo non manca, ma Lady Macbeth è un esordio memorabile e un costume drama di grande qualità, come non se ne vedevano da molti mesi. Consigliatissimo. 

Lady Macbeth sarà nelle sale a partire dal 15 giugno 2017.

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