Lady Oscar, 10 curiosità che forse non conosci

Autore: Giulia Greco ,

Era il 10 ottobre del 1979 e Lady Oscar debuttava sulle televisioni nipponiche. Sono passati circa 44 anni da allora, ma ancora oggi la coraggiosa battagliera nata dalla matita di Riyoko Ikeda, che ha creato il manga omonimo, è una vera e propria icona del femminismo.

Tra i period dell'animazione nipponica, Lady Oscar è forse il più memorabile: ambientato negli anni precedenti alla Rivoluzione francese, l'anime (e il manga da cui è tratto) è incentrato sul Capitano delle guardie della regina Maria Antonietta, una nobile educata sin da bambina come un uomo. Ma la storia di Lady Oscar non si ferma a narrare le gesta della protagonista, offre uno scorcio sulla guerra, sui colpi di stato e, dulcis in fundo, sulle relazioni amorose di uomini e donne che girarono intorno alla regina.

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Non è difficile capire il motivo per cui Lady Oscar, per chi appartiene alla generazione degli anni 70 e 80, sia il primo grande esempio di girl power: non solo è la spadaccina migliore di Parigi, ma è anche una donna forte, coraggiosa e militaresca. E quando scende a patti con il proprio lato femminile e mette in discussione le prevaricazioni di genere di cui sono vittime altre donne (come la stessa Maria Antonietta), Oscar raggiunge una maturità tale da poter essere considerata la vera reginetta del gentil sesso nei cartoni animati.

Persino i più grandi fan dell'opera, tuttavia, potrebbero non conoscere alcuni interessanti dettagli. Ho quindi raccolto 10 sfiziose curiosità su Lady Oscar in questo articolo.

1) A chi è ispirato il personaggio di Lady Oscar

La protagonista del manga di Riyoko Ikeda non è esistita davvero, ma sembrerebbe ispirarsi a personaggi realmente vissuti. L'autrice ha spesso dichiarato di essersi rifatta a Pierre-Augustin Hulin, un impavido giovane che aveva sfidato i cannoni della Bastiglia (pur essendo inizialmente stato un militare al servizio di Maria Antonietta). Visto che, al tempo, l'autrice non era ancora abbastanza sicura del suo stile e della sua capacità introspettiva da disegnare un protagonista maschile, decise di dar vita a una donna che si fingesse uomo.

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Non è mai esistita, infatti, una figura simile presso la corte di Versailles. Tuttavia, alcuni suggeriscono che Lady Oscar potrebbe essere ispirata anche a Marie-Jeanne Schellinck, una donna del XVIII secolo che, dopo essersi travestita da soldato, si arruolò nell'esercito francese per partecipare alla battaglia di Jemappes (e ottenne il grado di sottotenente).

2) L'ultimo episodio mai trasmesso in Italia

La serie anime di Lady Oscar è composta da 41 episodi, ma nel Bel Paese ne furono trasmessi 40. Di fatto, l'ultimo episodio non andò mai in onda sulle emittenti televisive nostrane e il motivo è tutt'oggi ignoto.

Poco male: si tratta infatti di una puntata riepilogativa, che funge da riassunto dell'intera serie. Sebbene l'episodio 41 sia stato in un certo senso snobbato dalla TV italiana, Mediaset detiene il record delle repliche dell'anime, sui suoi vari canali per ben 8 volte nel corso degli anni. La puntata 28, molto importante per la trama, fu su peraltro trasmessa su Mediaset Extra durante la maratona Bim Bum Bam Generation - gli anni 80.

3) La scena d'amore che venne censurata

Quando sta per scoppiare la violenza della Rivoluzione francese, Oscar e Andrè si rifugiano in un piccolo bosco per sfuggire alla folla inferocita: si dichiarano l'un l'altra e hanno un rapporto sessuale. Ebbene, per evitare che la scena fosse troppo spinta, subì diversi tagli e modifiche.

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Come se non bastasse, i puristi non hanno visto di buon occhio la traduzione italiana dei "ti amo" tra i due personaggi, che è stata resa "ti voglio bene" (sbagliando, perché di fatto Oscar e Andrè erano proprio innamorati).

4) A cosa si riferisce il titolo originale

Per chi non lo sapesse il vero titolo dell'opera è Berusaiyu no bara, ovvero Le rose di Versailles. Si riferisce a cinque personaggi del fumetto, come spiegato anche in più occasioni dalla stessa Riyoko Ikeda: Maria Antonietta è la rosa rossa, Madame de Polignac quella gialla, Rosalie un bocciolo di rosa, Jeanne la rosa nera e Oscar è la rosa bianca, dettaglio che viene svelato proprio nelle ultime scene dell'anime.

5) Perché il titolo è stato cambiato

Perché, se il titolo originale è Le rose di Versailles, in Italia conosciamo l'anime come Lady Oscar?

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Il motivo è da ricercarsi nel film del 1979 con protagonista Catriona MacColl, diretto da Jacques Demy: si intitolava infatti Lady Oscar ed era un adattamento del manga originale (in Italia giunse solo dopo il debutto del cartone animato).

6) Alcuni personaggi sono realmente esistiti

La storia del fumetto di Riyoko Ikeda mescola finzione e realtà. Alcuni personaggi presenti nel manga (così come nell'anime), infatti, sono davvero esistiti: basti pensare al conte Hans Axel von Fersen, che fu il presunto amante di Maria Antonietta nonché principale artefice della fallita fuga a Varennes. L'uomo morì nel 1810, linciato dalla folla che lo accusò di aver avvelenato l'erede al trono di Svezia.

Tra gli altri personaggi reali presenti in Lady Oscar si annoverano la contessa Du Barry, Jeanne Valois e la duchessa di Polignac.

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Le rose di Versailles. Lady Oscar collection (Vol. 1-5)

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7) Lady Oscar non ha vissuto sempre bene la sua identità sessuale

In Italia, a causa delle numerose censure apportate al cartone animato originale, la protagonista si è sempre mostrata forte, valorosa, fiera e indipendente. Una donna che, pur vestendo i panni di un uomo e atteggiandosi a spadaccino modello, era venuta a patti con la sua identità sessuale. Meno che in una scena: quando decide di presentarsi a corte vestita da damigella per amore del Conte di Fersen.

In realtà, infatti, Oscar vive spesso momenti di conflitto interiore, ma le emittenti televisive nostrane hanno ritenuto che fosse "troppo" per i bambini che guardavano la serie.

8) Censurati temi come omosessualità e prostituzione

Lady Oscar non è stato censurato solo per l'ambigua identità sessuale della protagonista, ma anche per alcuni risvolti della trama, che è andata a toccare l'omosessualità e la prostituzione. C'è una scena in cui Rosalie, giovane e dolce parigina di umili origini, si lancia in strada davanti alla carrozza di Oscar per chiederle dei soldi con cui avrebbe acquistato le medicine per la mamma, affetta da una terribile malattia.

In realtà, nella versione originale dell'anime, non solo Rosalie faceva la prostituta, ma la prima volta che incontrò Oscar si offrì in cambio di denaro. Altro che mendicante!

Anche l'omosessualità è stata oggetto di censura in Italia. Vennero infatti tagliate alcune scene durante il processo di Jeanne Valois: nella versione originale, la regina viene accusata da Jeanne per la sua amicizia ambigua sia con Oscar, sia con la Contessa di Polignac. Sul territorio italiano, invece, il cartone non fa alcun accenno a presunte relazioni omosessuali tra la regnante e le altre due donne.

9) Le ultime parole (mai dette) di Maria Antonietta

Alla fine dell'anime, Maria Antonietta deve annunciare al popolo la caduta della monarchia, inchinandosi. In quel momento, la regina pensa tra sé e sé "Mai accetterò questa rivoluzione".

Tuttavia nella versione italiana questo pensiero è stato omesso, ed è un peccato perché avrebbe dato alla regina un'aura di forza maggiore e non si sarebbe mostrata del tutto rassegnata al cambiamento.

10) La paga ridotta dell'autrice

Al momento della serializzazione di Lady Oscar, a Riyoko Ikeda venne offerta una retribuzione pari alla metà (come riporta La Repubblica) di quella che sarebbe stata proposta a un autore di sesso maschile. Stando all'editore, la scelta dipendeva dal fatto che, in caso di matrimonio, mantenerla sarebbe stato compito del marito. Chiaramente la questione sollevò non poche polemiche e molte donne, esasperate dal mondo del lavoro in Giappone, iniziarono a rispecchiarsi nel personaggio audace e ribelle di Oscar.

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Immagine di Lady Oscar

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