Land of Mine – Sotto la sabbia, trama e cast del film sugli sminatori di guerra

Autore: Emanuele Zambon ,

Se si è abbastanza grandi da andare in guerra, lo si è pure per riparare a quanto di male fatto. È ciò che spinse la Danimarca a punire la Germania nelle settimane successive alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

A raccontare una delle pagine nere meno conosciute di quel conflitto è il regista danese Martin Zandvliet, che con il drammatico Land of Mine – Sotto la sabbia rievoca la rappresaglia di Stato che causò oltre mille fra morti e mutilati.

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A colpire è il fatto che si trattasse per la stragrande maggioranza di giovanissimi tedeschi, bambini-soldato reclutati in fretta e furia da Hitler negli ultimi mesi del conflitto nel disperato tentativo di ribaltarne le sorti.

Land of Mine – Sotto la sabbia, la trama del film

Il film di Zandvliet, tra i candidati all'Oscar per il Miglior Film Straniero nel 2017, si rifà ad eventi realmente accaduti. Negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale la Wehrmacht seppellì infatti quasi 2 milioni di mine terrestri sulle spiagge occidentali della Danimarca. La Germania era convinta del fatto che le coste danesi fossero uno dei papabili punti di sbarco per un'imminente invasione da parte degli Alleati.

Dopo la resa nazista, i funzionari danesi requisirono quattromila prigionieri di guerra tedeschi per ripulire le spiagge minate. I teutonici incaricati di sminare le coste erano per lo più adolescenti (se non addirittura bambini), non dei veri e propri soldati del Terzo Reich.

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Land of Mine – Sotto la sabbia (il cui titolo originale  è Under sandet) ruota attorno ad un gruppo di quattordici ragazzi tedeschi, posti sotto il comando del sergente Carl Leopold Rasmussen, un impassibile ufficiale danese segnato dall'Occupazione nazista.

Rinchiusi in caserme abbandonate e senza cibo, i prigionieri durante il giorno sono costretti a strisciare sulla sabbia per rilevare gli ordigni disseminati lungo tutte le rive danesi. Inesperti e male addestrati, i giovani tedeschi fanno i conti con paure, fame e stanchezza. Un solo tremolio della mano potrebbe farli saltare in aria durante il disinnesco delle oltre 45mila mine loro assegnate.

Il Sgt. Rasmussen, a poco a poco, prenderà a cuore il manipolo di giovani confinanti, realizzando come gli ordini impartiti dall'Alto non siano altro che una vendetta non meno bieca delle malefatte tedesche. Procurerà del cibo ai ragazzini-prigionieri e li aiuterà nel mettere a punto tecniche di disinnesco più efficaci e sicure.

Il cast di Land of Mine

Land of Mine è uno dei war movie più originali della nuova generazione di film bellici. La pellicola innanzitutto rovescia il cliché vittima/carnefice durante la Seconda Guerra Mondiale, rievocando un pagina vergognosa di cui si rese protagonista la Danimarca (di fatto violando la Convenzione di Ginevra), certo non paragonabile agli orrori dei nazisti, ma non per questo non passibile di denuncia.

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Il cinema di guerra ha raccontato sempre con grande maestria le atrocità sul campo e gli esempi "minati" non mancano: dalla terribile sequenza della fuga di Owen Wilson attraverso una zona minata dei Balcani in Behind Enemy Lines - Dietro le linee nemiche al dramma di Danis Tanović, No Man's Land, per arrivare al recente nostrano Mine, con Armie Hammer nei panni di uno sfortunato soldato costretto a fare i conti con le avversità e con i propri demoni interiori.

Nessun film, però, ha legato orrore e compassione come è riuscito a Martin Zandvliet, abile a coniugare l'amenità del paesaggio - lingue di dune sabbiose bagnate dal mare - con la mostruosità delle circostanze, giocando con colori freddi e stupidità umana.

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Il personaggio che subisce la maggiore evoluzione nel corso del film è il sergente Rasmussen impersonato dall'attore danese Roland Møller (lo vedremo presto nel remake di Papillon), qui al suo primo ruolo da protagonista (si aggiudicherà il premio Bodil come miglior attore, uno dei massimi riconoscimenti danesi).

Il resto del cast è formato perlopiù da giovanissimi: tra gli altri, il danese Mikkel Boe Følsgaard e i tedeschi Louis Hofmann e Leon Seidel.

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