LOST: 10 curiosità e retroscena rivelati dagli showrunner a 10 anni dal finale

Autore: Chiara Poli ,

Dal New York Comic-Con, Damon Lindelof e Carlton Cuse durante il panel hanno risposto alle domande dei fan - fra gente in video, vestita in puro stile Progetto Dharma con tanto di mascherina coordinata, e domande abbastanza limitate, che potete ascoltare nel video qui sopra ma che qui tenderemo a tralasciare.

In occasione del decimo anniversario dalla fine di #Lost, che avevamo già ricordato insieme, con le riflessioni sul finale, le questioni trattate sono state diverse e interessanti. Eccole!

Advertisement

Lost Lost 48 persone sopravvivono ad un tremendo disastro aereo e si ritrovano dispersi su un'isola dell'Oceano Pacifico che sembra completamente disabitata. Ognuno di loro ha una sua storia, ognuno di loro ... Apri scheda

Il 22 settembre e la Lostalgia

Perché il 22 settembre è la data scelta per il disastro aereo del volo Oceanic 815? La prima domanda è stata questa, ma evidentemente a porla non era un fan poi così fan, perché la spiegazione era palese.

Damon Lindelof risponde in maniera molto semplice: era la data prevista per il debutto televisivo di Lost su ABC (la prima parte del pilot andò infatti in onda il 22 settembre 2004 su ABC), e l’idea era quella di far iniziare la storia esattamente nel momento in cui gli spettatori vi stavano assistendo.

Advertisement

Ma è sulla Lostalgia, quel sentimento che tutti noi appassionati condividiamo non solo per la serie ma soprattutto per tutto ciò che la circondava, le dicussioni e le teorie, i confronti e le domande, che si sono concentrati rispondendo alla domanda: Quali aspetti della serie vi mancano di più?

Per Carlton Cuse certamente la magia di girare in location come quelle selezionate per i set, fra le splendide spiagge e la giungla, mentre per Lindelof la cosa che manca di più è l’interazione con i fan. Ricorda l’estate fra la prima e la seconda stagione, con l’esplosione del fenomeno Lost, come una delle più belle per l’attenzione mediatica rivolta alla serie, ma soprattutto perché erano fan di ciò che facevano... che catturava altri fan.

E chi, come me, ha avuto la fortuna di "vivere" Lost al momento del suo arrivo, lo ricorda benissimo.

E se Lost fosse una serie Netflix del 2020?

Se Lost fosse una serie del 2020, scritta per HBO o Netflix, cosa avreste cambiato? Questa la domanda di un fan che ha dato origine a una discussione interessante.

Advertisement

Avere la libertà di pianificare gli episodi senza interruzioni pubblicitarie, per esempio per la messa in onda su Netflix, sarebbe stato interessante per Carlton Cuse, sebbene l’intera serie fosse strutturata in modo da far tornare gli spettatori fra un episodio e l’altro e all’interno dello stesso episodio (dopo le pause pubblicitaria, appunto). Senza dimenticare le limitazioni del linguaggio, che oggi sono decisamente minori rispetto a 16 anni fa, quando Lost iniziò. Oggi sono concessi termini che prima sarebbero stati prontamente censurati...

Damon Lindelof concorda, aggiungendo che sarebbero stati anche attenti al numero degli episodi per ciascuna stagione, con maggiore libertà per concentrarsi su determinati aspetti narrativi… Ma Lost non sarebbe Lost se fosse stato fatto nel 2020, anno in cui ci sono così tante distrazioni che probabilmente non avrebbe avuto la risonanza che l’ha caratterizzato.

La morte più triste

Ricordando i podcast su Lost che avevano fatto furore all’epoca, siamo poi passati alla domanda che ha messo in difficoltà gli autori.

Advertisement

Qual è stata la morte più triste?

Per Carlton Cuse tutte, ma quella di Charlie è stata sia per lui che per Lindelof la morte più commovente, anche grazie alla colonna sonora di Michael Giacchino. Per non parlare della consapevolezza che il pubblico li avrebbe odiati per la morte di Charlie… che però era necessaria per la narrazione. 

Benjamin Linus, Michael Emerson e gli ospiti virtuali dell'isola

Michael Emerson era previsto per un ruolo che poi è diventato molto più grande anche grazie alla sua straordinaria interpretazione, e se non ci fosse stato lui tutto sarebbe stato molto diverso. Come leader degli Altri, ha fatto la differenza, guadagnandosi un posto di rilievo in una serie che aveva comunque dei piani molto precisi e pieni di circostanze importanti, che comunque Emerson - secondo Carlton Cuse - ha saputo sfruttare al massimo.

Advertisement

Ricordo - nota mia - che Michael Emerson è stato l’unico attore del cast a essere premiato per la sua interpretazione con un Golden Globe. Ha inoltre vinto anche un Emmy come migliore attore non protagonista, premio che per un'altra stagione è stato assegnato anche all'altro attore più apprezzato della serie: Terry O'Quinn, interprete di John Locke.

Tocca a Damon Lindelof rispondere a una domanda curiosa su cosa sarebbe successo se altri personaggi delle serie TV, dal Norman Bates di Bates Motel al Jack Ryan di John Krasinski fossero stati sulla’isola.

E la risposta non poteva che essere una sola: ci sarebbero state molte lotte per il comando, che non sarebbe spettato così facilmente a Jack (Matthew Fox) con tutta quella concorrenza… Secondo Cuse ci sarebbe stata anche una lotta epica fra Jack Ryan e il Mostro di Fumo Nero…

ABC
Lost: Charlie
Lost: la morte di Charlie

Viaggi nel tempo e flashback

La domanda che divertito e interessato di più Cuse e Lindelof? Eccola (anche per il modo in cui è stata posta in lingua originale, che io tradurrò in modo più elegante, dai): scrivere di un viaggio nel tempo è un casino?

La risposta è naturalmente sì, perché devi fare in modo di scegliere uno dei due modi: tornare indietro nel tempo e cambiare il passato, per poi influenzare il futuro, oppure tornare indietro e fare in modo che non si crei nessun paradosso, che il futuro non venga influenzato da eventuali circostanze che non tornano con ciò che sappiamo sul presente.

I fan di Star Trek sanno bene cosa significhi, e sia Cuse che Lindelof hanno studiato a fondo la questione. Ma sono state le parole di Lindelof a colpire, in questo senso:

Ci vuole grande delicatezza, e Lost e la delicatezza non erano esattamente grandi partner…

Nikki o Paulo?

Siete più Nikki o Paulo? Una domanda secca, divertente ma anche ricca di implicazioni.

Lasciate che vi rinfreschi la memoria, prima di procedere con le risposte: Nikki (Kiele Sanchez) e Paulo (Rodrigo Santoro) erano a bordo del volo Oceanic 815. Sopravvissuti al disastro aereo, si attivano subito per recuperare il loro prezioso bagaglio: diamanti sottratti a un ricchissimo uomo d'affari che Nikki aveva irretito e Paulo, assunto come suo cuoco personale, avvelenato. Il tutto secondo un piano ideato dalla coppia per derubarlo.

Truffatori e assassini, Nikki e Paulo non si fidano l'uno dell'altra. Paulo, infatti, si accorge che Nikki è praticamente ossessionata dalla ricerca dei diamanti e teme che non li condividerebbe più con lui, quindi li nasconde dopo averli ritrovati, senza dire nulla alla compagna.

Morale della favola: Nikki fa pungere Paulo da un pericoloso ragno locale che paralizza, precipitando la sua vittima in una sorta di stato di morte apparente. Ma fa male i conti e finisce anche lei per essere punta, appena prima di riuscire a chiedere aiuto agli altri sopravvissuti (che la vedono crollare a terra, morta). Nikki e Paulo fanno una bruttissima fine: vengono sepolti vivi (insieme ai loro diamanti) dai superstiti del volo, convinti di rendere loro omaggio con una degna sepoltura...

Veniamo quindi alla risposta. Dopo la risata di entrambi, Carlton Cuse si definisce un Paulo senza esitazioni e Lindelof senza alcun dubbio una Nikki, perché ama molto essere al centro dell’attenzione.

ABC Studios
Lost: la brutta fine di Nikki e Paulo
Lost: la brutta fine di Nikki e Paulo

Il cattivo preferito

Qual è il vostro personaggio preferito completamente malvagio? La domanda specifica "completamente" perché questo esclude molti dei personaggi della serie, che possiedono sia un lato oscuro che uno buono (più o meno pronunciato).

Ecco quindi che arriva la menzione d'onore per Neil Frogurt (Sean Whalen), personaggio amatissimo sia da Cuse che da Lindelof. Lo ricordate? Era uno dei superstiti al disastro aereo, soprannominato Frogurt perché a quanto pare vendeva Frozen yogurt, è un personaggio capriccioso e fastidioso, ma soprattutto inaffidabile (ricorderete che cambiava schieramento con fin troppa facilità).

Ma anche i personaggi di Ethan (William Mapother), uno degli Altri - l'uomo che rapisce Claire - e di Steve (in realtà i personaggi sono due: Steve e Scott, puntualmente confusi fra loro), che hanno la caratteristica, racconta Lindelof, di non avere un cognome. Volutamente. Affinché restassero impressi solo con il loro nome (e regnasse la confusione fra Steve e Scott).

Battute e curiosità

Battute su Carlton di Willy, il principe di Bel Air, il cui nome verrebbe da Cuse, e la sua famosa danza (The Carlton Dance, c’è anche una gif sui social) e tante curiosità. In questa lunga conversazione, di quasi 50 minuti, Cuse e Lindelof si sono divertiti ma anche emozionati insieme a Josh Horowitz che faceva da host e da tramite con le domande dei fan.

Secondo Lindelof, Hurley non avrebbe affatto apprezzato gli ultimi capitoli cinematografici di Star Wars, ma essendo un fan andava sottolineato che J.J. Abrams possa creare sia Lost che i sequel-prequel di Star Wars (a scanso di equivoci, insomma).

Una bizzarra teoria secondo cui la madre di Ethan, Amy Goodspeed, fosse in realtà Ameilia Earhart, le connessioni fra gli Altri e i sussurri, le voci dell’isola, che sono state oggetto di discussione per una domanda e Lindelof ha raccontato che lo erano state anche in fase di sceneggiatura.

Il confine fra i vivi e i morti, il naturale e il soprannaturale, chi può controllare i mostri e cosa possono fare i mostri: tutto in qualche modo doveva avere una gerarchia ben definita in Lost, ma l'unico scopo vero, il fine ultimo, era che fosse tutto spaventoso.

Il mistero della stagione 5

E poi ci sono i segreti, le domande che resteranno sempre senza risposta, come l'ormai celebre outrigger chase della stagione 5, ovvero la sparatoria (potete rivederla nel video qui sopra) fra due gruppi di personaggi che gli autori non hanno mai voluto spiegare.

Lo dice Lindelof: come David Chase si è semplicemente rifiutato di dire qualcosa sul finale de I Soprano (quel lungo stacco sul nero mentre Tony e famiglia sono in una tavola calda), anche Lindelof e Cuse affermano di aver dato una mappa di Lost che risponde a tutto, a ogni domanda, tranne alla outrigger chase della stagione 5. Non la spiegheranno mai… almeno finché saranno vivi, la fine di mantenere la loro integrità di autori.

Il reboot

A chiudere la lunga chiacchierata arriva, immancabile, la domanda sul reboot - con le voci a riguardo che periodicamente si riaffacciano sul web.

Come la prenderebbero Cuse e Lindelof? Semplice: hanno già dato. Hanno raccontato la storia che volevano raccontare, includendo tutto ciò che ritenevano degno di essere incluso.

Hanno letto anche loro che alla ABC sarebbero aperti all’idea di un reboot, ma non c’è mai stato nulla di definito e loro due in ogni caso non c'entrano: non si tratta, come per Twin Peaks o X-Files, di David Lynch o Chris Carter che riprendono in mano le fila della narrazione. Altri autori e scrittori potrebbero comunque appropriarsi della storia di Lost e raccontarla alla grande... ma per loro due non c’è un altro finale, non c’è un altro scenario, per loro Lost è il Lost che abbiamo visto. Ed è finito.

Non so voi, ma io mi sento consolata da questo approccio... Siete d'accordo?

Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!

Sto cercando articoli simili...