Mal di Pietre, la recensione: Marion Cotillard è folle... d'amore

Autore: Elisa Giudici ,

Non deve stupire lo spettatore che l'adattamento cinematografico dell'italianissimo romanzo di Milena Agus sia una produzione franco-belga, perché il successo travolgente di Mal di Pietre (ad oggi ha venduto nel nostro Paese 150mila copie ed è stato tradotto in 18 lingue) è tutto merito dei cugini lettori d'Oltrampe. Il secondo rmanzo della scrittrice, davvero non profetessa in patria, passò infatti sostanzialmente inosservato, almeno fino a quando un articolo su La Stampa ne evidenziò l'incredibile, istantaneo successo ottenuto Oltralpe: il resto, come si suol dire, è storia. 

La storia di Gabrielle, inquieta e bellissima figlia di una famiglia di possidienti nel meridione a vocazione agricola della Francia, fa il salto di qualità e arriva su grande schermo, incarnata dalla sensualissima Marion Cotillard (che forse però ha qualche anno in più del necessario per impersonare la ragazzina d'inizio film). L'attrice francese, sempre impegnatissima fra film d'autore europei e grandi blockbuster hollywoodiani, per Nicole Garcia diventa volto e corpo di una donna a disagio nella sua pelle e vittima di gesti eccessivi e cambi d'umore repentini, oltre che di lancinanti dolori all'addome.

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Mal di pietre, la recensione del film con Marion Cotillard
La bellissima campagna francese assiste silenziosa agli eccessi d'ira dell'impetuosa Gabrielle

Preoccupata per lei e la cattiva fama che la sua "malattia di nervi" procura nel vicinato, la pragmatica madre le combina un matrimonio con un bracciante ed esule spagnolo, ammonendolo sin dal principio: dovrà prendersi cura di una donna malata, anche se non apertamente folle, per il resto dei suoi giorni. Quel che lo spettatore non sa è che toccherà anche a lui il medesimo destino, di fronte a un film che sa essere scontroso, pesante, egoista e difficile quanto la sua protagonista, intrappolata in un matrimonio da cui non riesce nemmeno a ricavare piena soddisfazione sessuale. 

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Si tratta di una scelta di approccio, per certi versi coraggiosa e lodevole. Mal di Pietre decide di non appoggiare apertamente la sua complessa protagonista, ma anzi di non mediarne o giustificarne gli eccessi e gli egoismi: il film risulta quindi estremamente ruvido, ma anche talvolta inaccessibile. Questo discorso vale per tutto il primo tempo; nella seconda parte del film Gabrielle s'innamorerà di un bello ma malatissimo reduce della guerra d'Indocina e allora la sua follia, divenuta mal d'amore, diventerà emozionante anche per lo spettatore, almeno fino a quando verrà rivelato quale sia il vero amante che ha seguito e protetto Gabrielle dalle sue stesse illusioni. 

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Mal di pietre, la recensione del  film Marion Cotillard
Marion Cotillard è alle prese con un personaggio fisico e difficile in Mal di Pietre

Talvolta soffocato dall'eleganza estrema delle sue riprese, che ogni tanto cade nella leziosità, Mal di Pietre è insomma un film che fa un pessimo servizio a se stesso, rendendo difficile per lo spettatore apprezzare sin da subito la sua qualità, che diverrà poi manifesta nella seconda parte, soprattutto grazie all'intensa svolta finale. Se però siete spettatori esigenti e non amate film troppo facili e felici, che vi prendano per mano, è l'uscita che fa per voi tra quelle del 13 aprile 2017

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