Margot Robbie parla del rapporto con Tarantino e del suo ruolo a Hollywood

Autore: Francesco Ursino ,

Quando Margot Robbie è interessata a partecipare a un progetto cinematografico, niente sembra in grado di fermarla. Nel caso di The Wolf of Wall Street, ad esempio, è stato uno schiaffo a Leonardo DiCaprio a regalare il ruolo di Naomi all'attrice australiana. In occasione di C'era una volta a… Hollywood, l'ultimo film di Quentin Tarantino, Margot ha scelto un approccio ugualmente diretto ma meno bellicoso. L'attrice, infatti, ha semplicemente scritto una lettera al regista, ribadendo la sua volontà di far parte del progetto.

Una "tarantiniana" convinta

L'attrice protagonista anche di Tonya ha concesso una lunga intervista a Vogue in cui ha svelato i retroscena che l'hanno portata a vestire i panni di Sharon Tate nella pellicola di Tarantino.

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Si scopre così che Margot aveva in mente un piano ben chiaro: una volta divenuta un'attrice abbastanza brava, l'obiettivo era quello di scrivere una lettera a Quentin Tarantino, per esprimergli tutta la sua ammirazione e fargli sapere della sua esistenza. E così è stato. L'attrice spiega:

Sono sempre stata una grande – grandissima – fan di Tarantino. Amo i suoi film. Così ho preso e gli ho scritto, dicendogli: 'Adoro i tuoi film, e mi piacerebbe lavorare con te in qualche modo. In qualsiasi modo'.

Mentre Margot scriveva la sua lettera, Tarantino aveva terminato il lavoro sulla sceneggiatura di C'era una volta a… Hollywood. Gli amici del regista, dopo aver letto il copione, gli consigliarono subito di rivolgersi a Margot Robbie per il ruolo di Sharon Tate. E poi, quasi per magia, sulla scrivania del regista arrivò la missiva dell'attrice. Da lì a poco, Margot era impegnata a leggere la sceneggiatura del film insieme a Tarantino.

Il regista di Kill Bill spiega così la scelta di affidarsi a Margot Robbie:

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Margot somiglia a Sharon Tate… ed è in grado di trasmettere l'innocenza e la purezza di Sharon – queste qualità sono parte integrante della mia storia.

Sharon e Margot a confronto

La discussione è virata ben presto sull'importanza dell'interpretare Sharon Tate. Un argomento, questo, su cui Margot si era già espressa a inizio maggio 2019, evidenziando il senso di responsabilità derivato dal recitare questo tipo di ruolo.

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Irina Aleksander, di Vogue, sottolinea che, proprio come avvenuto in Io, Tonya, la performance di Margot in C'era una volta a… Hollywood è più un'interpretazione che un'imitazione del suo personaggio. La Sharon Tate dell'attrice australiana è una figura esuberante e ricca di vita. Un risultato del genere, spiega l'attrice, è stato frutto però di un processo piuttosto lungo:

Si è trattato di una strana sfida. È stato molto più semplice assumere un tono arrabbiato e profondo. Con Tonya [Harding, n.d.r.], ad esempio, volevo proporre un'interpretazione particolarmente cupa, come se il personaggio avesse delle zavorre ai piedi. Questa volta ho provato a fare l'esatto contrario.

L'esperienza sul set di C'era una volta a… Hollywood

Collaborare con Quentin Tarantino è un'esperienza che molti attori sembrano apprezzare particolarmente. Brad Pitt, in un'intervista del maggio 2019, definiva il regista "l'ultimo creatore di scene cool". Anche Margot Robbie, in effetti, sembra essere sulla stessa lunghezza d'onda:

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Quentin mi disse: 'Ti divertirai come non hai mai fatto sul set di un film'. E aveva ragione. È stata l'esperienza più bella della mia vita. Ci sono alcuni aspetti della vecchia Hollywood che sono veramente fantastici e importanti e dovrebbero continuare a essere così. Cancelleresti la storia solo perché ci sono stati alcuni episodi negativi? Forse è importante, in questo frangente, sottolineare le parti buone così come quelle cattive.

Un'attrice emergente in una Hollywood che cambia

Gli "episodi negativi" citati dall'attrice sono legati al ruolo delle donne nell'industria cinematografica, particolarmente al centro di riflessioni dopo il caso Weinstein. È inevitabile, però, anche un accenno alle vicissitudini tra lo stesso Tarantino – regista molto vicino a Weinstein – e Uma Thurman sul set di Kill Bill. Lo scontro tra i due ha portato a un grave incidente dell'attrice ed è ricordato dal regista come "uno dei più grandi rimpianti" della sua vita.

Margot spiega di aver apprezzato molto il fatto che Tarantino abbia diffuso di propria volontà il video dell'incidente. Il pensiero di collaborare con un regista molto vicino a Weinstein e implicato in una faccenda simile ha però turbato per qualche tempo l'attrice australiana. Il dubbio maggiore riguardava il possibile contrasto nato tra il lavorare con Tarantino e l'azione di Margot come produttrice di film incentrati su forti protagoniste femminili, come lo stesso Io, Tonya, ma anche Terminal o Birds of Prey:

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Ci ho pensato molto, questo è certo. Nel senso: la gente vedrà la mia decisione di lavorare con Tarantino in contraddizione con quello che sto facendo come produttrice?

Alla fine, l'attrice è arrivata a una sorta di conclusione:

Non so. Non so come sentirmi al riguardo, perché da una parte sono così contenta di essere in una posizione di forza e di avere un maggior controllo creativo in un periodo in cui tutto questo è incoraggiato e ben visto. Allo stesso tempo, sono cresciuta adorando i film della vecchia Hollywood, una Hollywood di cui io aspiravo a far parte, quindi anche l'avverarsi di questi sogni è incredibilmente soddisfacente. Non lo so. Forse sto solo avendo la mia fetta di torta…

Questa contraddizione tra la "nuova" Hollywood, che la vede nel ruolo di produttrice, e quella di un tempo, è al centro dei pensieri dell'attrice:

Sarebbe molto più facile, ma anche molto più insoddisfacente, non avere una compagnia di produzione. Sarebbe più facile non ingaggiare registe alla prima o seconda esperienza, non impiegare i soldi di altre persone e non mettere il mio nome su tutto quello a cui lavoro, ma è una scelta che ho fatto e non la rinnego. Il lato negativo della cosa – che alla fine non è per niente negativo – è che lavorare con Tarantino era il sogno di una vita e sono riuscito a realizzarlo e mi rende triste sapere che la gente potrebbe rinfacciarmelo, nonostante tutto quello che sto facendo.

Tra attrice e produttrice

Quello di Margot, divisa tra il ruolo di produttrice e attrice, pare essere un equilibrio difficile da mantenere. A riprova di ciò, People cita la polemica legata proprio al suo ruolo in C'era una volta a… Hollywood.

Durante la conferenza stampa di presentazione della pellicola al Festival di Cannes, a Tarantino è stato chiesto come mai Margot non avesse trovato più spazio nel film. La risposta del regista, che ha completamente rifiutato tale punto di vista, è stata supportata proprio da quella dell'attrice australiana, che ha spiegato:

Penso che i momenti in cui sono presente in scena hanno onorato la memoria di Sharon. Penso che la vera tragedia proposta dal film sia la perdita di innocenza. Per mostrare la parte bella di Sharon non erano per forza necessarie le parole. Penso di aver avuto molto tempo per mostrare la sua figura senza parlare, il che è una cosa interessante. Raramente ho avuto l'opportunità di investire così tanto tempo in un personaggio da interpretare.

Da una parte, quindi, Margot respinge con forza le ipotesi di chi ritiene che la sua presenza scenica sia sacrificata rispetto a quella dei suoi colleghi maschi. Dall'altra, l'attrice rifiuta l'etichetta, spesso affibbiatagli, di "bomba sexy":

Odio quelle parole. Le odio così tanto. Mi sento sciocca a dire questo perché so che ci sono cose ben peggiori nella vita, ma non sono una bomba sexy. Non sono una che quando cammina in una stanza fa fermare tutto e fa esclamare alla gente: 'Guarda quella donna'. Non succede questo. Non so come verrei definita da chi mi conosce, ma so per certo che non verrei chiamata bomba sexy.

Sony Pictures Entertainment
Margot Robbie in una scena di C'era una volta a... Hollywood

Per ammirare l'interpretazione di Margot Robbie in C'era una volta a… Hollywood nei panni di Sharon Tate sarà necessario attendere il 19 settembre 2019. Andrete a vedere il nuovo film di Tarantino?

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