Mariangela e Uga Fantozzi: tutto quello che devi sapere sui ruoli di Plinio Fernando

Autore: Emanuele Zambon ,

La prima volta che ci viene mostrata è fuori fuoco, relegata sullo sfondo dal momento che l'interesse della macchina da presa è tutto per l'espressione tra il servile e il "rispettosamente in pensiero" della signora Pina. La volta seguente, invece, Mariangela Fantozzi verrà introdotta dalla reazione esagerata di suo padre Ugo (scioccato nemmeno si trovasse di fronte al mostro di Loch Ness), mai veramente abituatosi alla vista dell'orrenda figlia. Accade durante la tragica sveglia del ragioniere più famoso al mondo, in cui il calcolo dei tempi contempla anche il bacino di due secondi per la piccola.

È il 1975, anno del primo Fantozzi, e, da una gag estemporanea, nasce una delle peculiarità della saga con Paolo Villaggio, ovvero l'esaltazione del brutto: nel corso dei film l'orrido aspetto di Mariangela verrà messo sempre più in risalto, tra paragoni scimmieschi e urla disumane. Già, perché a Fantozzi è negata anche la possibilità di avere una figlia "quasi umana".

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Una trovata esilarante, quella escogitata dall'attore ligure nei suoi best-seller e poi riprodotta sul set, dove il merito va condiviso con Plinio Fernando, caratterista che per 18 anni - dal '75 al '93, anno di Fantozzi in paradiso - ha ricoperto il ruolo della figlia dell'impiegato più bistrattato d'Italia (ma anche quello della nipotina Uga, raccapricciante pure lei).

Se Rita diventa Cheeta: Mariangela Fantozzi e la figlia Uga

Non si contano le scene spassose che vedono protagonista prima Mariangela e poi sua figlia Uga, concepita durante un rapporto fugace con un collega della figlia di Fantozzi, tale Batacchi Loris, capo ufficio pacchi alle Poste. 

Sceneggiatori e Villaggio hanno giocato di continuo sull'aspetto dei due personaggi, pensati più come pelosi primati - ma anche come bestie da soma (così Ugo al parco, rivolgendosi alla nipotina: "Adesso ti abbever... ti do da bere") -  che come veri e propri esseri umani. 

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Il giudizio su Mariangela e Uga tende, di conseguenza, sempre all'esagerazione, in quello che possiamo chiamare il Guinness del primate: il bacino della buonanotte che precede la Coppa Cobram Fantozzi lo dà al peluche scimmia e non a sua figlia; i megadirettori laterali, durante la Vigilia di Natale, apostrofano la bimba con ripetuti "Cheeta" (lo scimpanzé di Tarzan), ottenendo come reazione solo un dignitoso augurio del papà (una delle scene più misurate della saga), che mente poi alla figlia dicendole che Cheeta è il nome di un'affascinante diva del cinema in bianco e nero; Filini durante la battuta di caccia la chiama "la bertuccia, albertina, la babbuin...ehm la bambina", aggiungendo che, qualora il padre l'avesse portata con sé, la bimba si sarebbe divertita a saltare di albero in albero.

Sono tutti esempi, questi, del cinismo che ha animato la penna di Villaggio, addirittura esasperato nel passaggio ad un medium che fa da sempre dell'immagine il proprio verbo. Nei film di Fantozzi è addirittura Dio a raccomandare agli espulsi dall'Eden di moltiplicarsi il meno possibile, lasciando presagire la biblica e atavica bruttezza della figlia, utilizzata poi come spaventapasseri, scambiata per un orango, rifiutata da alcuni stupratori siculi. 

Mariangela incinta

Più che bella, quindi, è un tipo. Un tipo di scimmia. Eppure, una tale mostruosità riuscirà anche a procreare. Del resto è una giovane come tutte le altre. O quasi. Il (de)merito, come anticipato, è del seduttore Batacchi di Andrea Roncato, affidatosi a luci spente al "biscione" per vincere una scommessa con i colleghi ("Un milione se ci davo all'orango").

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Fantozzi affronta la questione della gravidanza con comprensione e dolcezza (si fa per dire). Per non creare una ragazza madre, fa appello alla legge sull'interruzione di maternità. Nel tentativo di tenere occupata una stanza per la figlia, Ugo finisce però nella sala operatoria del prof. Zambrini Loredan detto "Jack lo squartatore", che lo opera per sbaglio ai genitali osservando una scheda appartenente a Bacellari Vincenzo, detto "Fru Fru", noto travestito. Così Mariangela porterà a termine la gravidanza, regalando a Ugo un'altra oscenità di cui non andare fieri (è interessante notare come questo aspetto della comicità di Villaggio, se esercitato oggi, attirerebbe numerose critiche).

Uga Fantozzi, neonata (dis)umana

Anche il parto di Mariangela non poteva che essere tragico: il primario sviene dopo aver lanciato un grido agghiacciante e lo stesso Ugo è colto da conati di vomito subito dopo aver visto Ughina.

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Nelle notti di plenilunio, poi, la piccola emette terrificanti vagiti che scuotono il vicinato. "Si diverte con i suoi tentac... bracci", esclama il ragioniere al mare, in vacanza con tutta la famiglia, nel finale di Fantozzi subisce ancora. Mariangela, a partire da Fantozzi va in pensione, troverà anche marito (di cui vengono sempre mostrate solamente le braccia da gorilla): Piero/Bongo. 

La nipotina, invece, colmerà suo malgrado i vuoti mostruosi del nonno, neo pensionato: al parco spaventerà a morte i cavalli di due carabinieri, verrà paragonata ad un rospo durante un saggio di danza ("A questa età si assomigliano tutte. Quasi tutte.") e verrà scelta come protagonista de Il pianeta delle scimmie 5.

Plinio Fernando oggi: non solo Mariangela

Per otto indimenticabili cult è Plinio Fernando a prestare il volto a Mariangela Fantozzi. Nel '93, però, il caratterista italiano nato a Tunisi nel '47 si allontana dalle scene e intraprende con ottimi risultati la carriera di pittore e scultore. Oggi è un apprezzato artista specializzato in nature morte e sculture di testa in terracotta.

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Non è l'unico caso, il suo, in cui un attore di sesso maschile ricopre un ruolo femminile: Tony Curtis e Jack Lemmon in A qualcuno piace caldo, Dustin Hoffman in Tootsie, Robin Williams in Mrs. Doubtfire. Però Fernando detiene un vero e proprio record: nessuno lo ha mai fatto per 18 anni e 8 pellicole, entrando in modo stabile nell'immaginario comune.

Dopo l'abbandono del caratterista, i suoi ruoli vengono affidati prima a Maria Cristina Maccà (Fantozzi - Il ritorno) e successivamente a Dodi Conti (Fantozzi 2000 - La clonazione). In entrambi i casi i risultati sono assai deludenti. Perché di figlia di Fantozzi ce n'è una sola. Si spera.

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