Martin Scorsese conferma la quasi-regia di Joker: 'Non ho avuto tempo'

Autore: Alessandro Zoppo ,

Martin Scorsese è stato davvero ad un passo dalla regia di Joker. Il retroscena, rivelato da The Hollywood Reporter qualche settimana fa, è stato confermato dal regista in persona. Secondo la ricostruzione del magazine, il regista aveva intravisto un forte potenziale cinematografico nel DC Universe, adocchiando il progetto di un cinecomic sui generis dedicato al villain di Gotham prima come regista e poi nel 2017 come produttore con Todd Phillips alla regia.

Non è ancora chiaro quale sia stato (e soprattutto se ci sia stato) il suo effettivo contributo effettivo al film, fatto sta che Warner Bros. avrebbe cercato Scorsese perché c'era la necessità di avere un produttore di base a New York.  L'ipotesi di THR è che Marty abbia "ceduto" il ruolo alla sua storica collaboratrice Emma Tillinger Koskoff, la stessa di The Irishman ed executive di Uncut Gems dei fratelli Safdie (prodotto da Scorsese), che ha portato Robert De Niro nel cast del film di Phillips.

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Ora Scorsese ribadisce questa versione dei fatti. In un'intervista concessa alla BBC, il regista rivela di aver valutato per diversi anni se dirigere o meno Joker, ma alla fine ha deciso che non aveva né il tempo né la voglia di fare un film il cui protagonista si evolve "in un personaggio dei fumetti".

Nel corso del film, diventa un'astrazione. Il che non vuol dire che sia pessima arte. Può essere, ma non fa per me.

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Nel corso dell'intervista, Scorsese ammette che Joker "guarda" ad alcuni suoi capolavori del passato, su tutti Taxi Driver e Re per una notte, anche se non ne specifica passaggi o elementi precisi. Poi confessa cos'è accaduto tra lui e Phillips.

Todd mi ha detto: 'Marty, questo film è tuo'. Io gli ho risposto: 'Non so se voglio farlo'. Per motivi personali, non volevo essere coinvolto, ma conosco molto bene la sceneggiatura.

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Scorsese riconosce che la performance di Joaquin Phoenix è stata un valore aggiunto che ha reso Joker "un'opera formidabile", ma non cambia idea sui "comic-book movie".

Sono una forma d'arte diversa dal cinema. Non sono facili da realizzare. Ci sono un sacco di persone di grande talento che fanno un ottimo lavoro, e un sacco di giovani ai quali piacciano davvero tanto. Ma francamente penso siano… un'estensione di un parco divertimenti.

In un lungo editoriale pubblicato dal New York Times, Scorsese è poi tornato sulla questione Marvel e ha precisato il suo punto di vista, accusando innanzitutto chi ha strumentalizzato le sue parole estrapolandole dal contesto e usandole "come un insulto o come una prova del mio odio per Marvel". La verità, spiega Scorsese, è che lui è cresciuto con un altro tipo di cinema e che i blockbuster di oggi sono tutt'altro.

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È questa la natura dei franchise moderni: si basano su ricerche di marketing, sui test col pubblico, vengono modificati e rimodificati fino a quando sono pronti per il consumo.

Il regista di The Irishman loda lo storytelling dei cinecomics e le competenze messe al loro servizio, ma individua con precisione quel che manca a questi film: "rivelazione, mistero, un pericolo emotivo genuino" e soprattutto "la graduale ma costante eliminazione del rischio".

I blockbuster sono tutto ciò che i film di Paul Thomas Anderson, Claire Denis, Spike Lee, Ari Aster, Kathryn Bigelow o Wes Anderson non sono. Quando guardo un film di uno di questi registi, so che vedrò qualcosa di assolutamente nuovo e sarò portato in zone d'esperienza inaspettate e forse anche incontrollabili.

Molti film oggi sono prodotti "perfetti per un consumo immediato" e chi sogna di fare cinema vive un momento "brutale e inospitale". Gli autori subiscono la mancanza di interesse degli studios e gli schermi, conclude Scorsese, sono ormai monopolizzati.

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È un periodo pericoloso per gli esercenti, e ci sono sempre meno sale indipendenti. L'equazione si è ribaltata e lo streaming è diventato il principale sistema di distribuzione. Eppure, non conosco un solo regista che non voglia concepire un suo film per il grande schermo, da proiettare davanti al pubblico nelle sale.

Ora che ha specificato con chiarezza la sua opinione, siete d'accordo con Scorsese?

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