Morbius è davvero un film esangue, ma non è colpa di Jared Leto: la recensione

Autore: Elisa Giudici ,

Morbius è un film deludente, senza verve e con pochissimo da dire al pubblico. La critica statunitense non è stata tenera con questo titolo ed è davvero difficile salvarlo da una stroncatura: si faticano a trovare elementi gradevoli, interessanti o quantomeno divertenti nel suo svolgimento.

Mentre ero seduta in sala e vedevo scorrermi davanti un film prevedibile nelle sue premesse vampiresche, nel suo svolgimento supereroistico e nel suo finale multi-franchise, mi chiedevo perché Sony dimostri questa mancanza di coraggio, quando è nell'invidiabilissima posizione di non avere davvero niente da perdere. Prendiamo i primi due Venom: due film stroncati dalla critica, non esattamente memorabili, ma che al botteghino hanno più che giustificato l'impegno economico profuso nella loro realizzazione.

Morbius Morbius Infetto da una rara e pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la sua stessa sorte, il Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che ... Apri scheda

Sulla carta a Sony è capitata una mano di carte sfortunata. Disney e Warner Bros gestiscono i diritti dei grandi personaggi Marvel e DC, mentre Sony mantiene a fatica quelli su una serie di figure già minori nell'universo a fumetti a cui appartengono. Il personaggio di Michael Morbius è un esempio perfetto del materiale che Sony ha a disposizione. A differenza di Venom, è un villain dell'universo dell'Uomo Ragno (e di quello di Ghost Rider e di Blade) lontano all'essere iconico. La sua storia inoltre è già la rielaborazione di un topos letterario pre-esistente, quello vampiresco, quindi di elementi originali da mettere sul piatto il film ne ha davvero pochi. Morbius, così come i futuri villain/antieroi che Sony porterà su grande schermo, non è un personaggio a cui uno studio dedicherebbe un film se ci fossero altre alternative sul piatto.

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Ribaltando però la prospettiva, Sony si ritrova con i compiti a casa già fatti da altri: Marvel e Warner Bros hanno lanciato l'ondata supereroistica al cinema e ancor oggi si sobbarcano i rischi maggiori. Al contrario di altre rivali, Sony ha a disposizione un tesoretto di diritti Marvel che le permette di collaborare con Disney a successi strepitosi come No Way Home e di portare in sala film che, solo per aver attaccata sopra l'etichetta Marvel, attireranno il pubblico in sala. Peccato che Sony sembri essere disposta a vivere di rendita, senza fare nulla per entusiasmare il pubblico.

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Le prevedibilissime origini di Morbius

Quella di Michael Morbius è una origin story tra le più stereotipate che si possano immaginare. Coinvolge, nell'ordine: uno scienziato geniale e disperato, la fascinazione di un giovane uomo per i pipistrelli, un esperimento finito male e un'insaziabile sete di sangue. A interpretare questo geniale medico consumato da una malattia del sangue è un Jared Leto che già al naturale ha l'aria da vampiro glam rock. Per nostra fortuna, stavolta l'attore approccia il progetto con serietà, senza gli eccessi recenti del suo Joker o del suo Paolo Gucci.

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Al suo fianco ha poi due attori di livello come Matt Smith e Jared Harris. Il primo interpreta Milo, l'amico d'infanzia di Michael affetto dalla sua stessa malattia, il secondo un medico che si è sempre occupato dei due ragazzi, quasi come un padre. Harris in particolare qui non è sottoutilizzato ma incomprensibilmente tenuto in disparte, con un ruolo talmente marginale che avrebbe potuto interpretare un attore dal cachet ben più basso. Adria Arjona interpreta invece l'unico personaggio femminile della vicenda, così blando e privo d'attrattiva che, facendone direttamente a meno, il film ne avrebbe tratto giovamento.

Sony ha affidato Morbius a chi negli ultimi anni ha fatto solo flop

Il problema di fondo è proprio questo: Sony non sembra essere particolarmente interessata alla riuscita di questi film. Il trio di star coinvolte e il nome Marvel sono specchietti per le allodole, il minimo sindacale richiesto a uno studio per attirare il pubblico in sala. Chi affiderebbe a un regista come Daniel Espinosa, i cui unici film degni di nota sono mezzi disastri come Life e Child 44, un titolo a cui tiene davvero? Scorrendo il curriculum degli sceneggiatori Matt Sazama e Burk Sharpless si trova lo stesso tipo di pop corn movie senza tante pretese. Non c'è Marvel che tenga: qui manca la storia, il ritmo, un minimo di inventiva necessario non dico per stupire, ma almeno per divertire un po'.

Sony Pictures
Morbius malato sul lettino
Morbius si sottopone al trattamento che potrebbe salvargli la vita

La pigrizia di questo film è tale che ricorre a passaggi che nessuna pellicola contemporanea contemplerebbe. Ci sono per esempio ben tre scene in cui i giovani personaggi scoprono notizie chiave sfogliando un giornale cartaceo comprato in edicola, mentre nessuno sembra usare gli smartphone. È un film ambientato agli inizi del millennio o negli anni '90? Oppure è solo una pellicola così pigra da appoggiarsi a modelli narrativi risalenti all'epoca in cui dominava la carta stampata? Mistero.

Morbius è queer o solo confuso?

Morbius non riesce nemmeno a portare a casa l'aspetto che ha salvato dal disastro il secondo Venom: il tentativo d'inserimento di un sottotesto queer. Fin dalla cromia rosa e blu scelta per il titolo d'apertura (un binomio cromatico usato per alludere alla bisessualità) Morbius si pone anche come un racconto di un uomo diviso tra l'attrazione per una giovane collega e la fedeltà verso l'amico con cui ha diviso gioie e dolori di tutta la sua vita. Eppure la cosa è gestita così male che il tutto più che sottile risulta confuso, con alcune battute di Jared Harris che si prestano davvero a interpretazioni preoccupanti.

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Inserire un po' di fanservice e un'opportunistica ma sempre utile pseudo rappresentazione queer è l'unico tentativo di modernità visto in Morbius, altrimenti non distinguibile dai cinecomics vecchia scuola. Quelli che sotto sotto un po' disprezzavano il loro stesso pubblico, riservandogli prodotti di qualità scarsissima.

Sony sta sprecando un'occasione d'oro. Senza i vincoli di Disney legati al target familiare, senza continuity Marvel e DC troppo stringenti da rispettare, potrebbe osare di tutto. Film sfrontati, titoli aggressivi, personaggi eccessivi o violenti, risvolti autenticamente comici. Potrebbe realizzare pellicole che guardino al sapore pop di vecchie run a fumetti o provino a declinare storie cult al gusto cinematografico contemporaneo, interpellando giovani talenti del cinema di genere, persino di nicchia. Invece continua a fare gli stessi cinecomics che si facevano quando non esistevano ancora i Marvel Studios: un vero spreco di potenziale.

Commento

cpop.it

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Jared Leto, Matt Smith e Jared Harris sono lo specchietto per allodole di un film Marvel che fa il minimo sindacale, nella speranza che il pubblico vada comunque in sala. Sconfortante.

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