Napoli Velata, il cast del film di Ozpetek racconta l'esperienza sul set (e le scene più hot)

Autore: Elisa Giudici ,

È stato un film sorprendente per tutti, forse persino per lo stesso regista. Napoli Velata, uscito nelle sale italiane nel 2017, si avvicina pericolosamente ad essere un unicum nella carriera del regista di Le fate ignoranti e La finestra di fronte. Se non mancano elementi che ne caratterizzano tutta l'opera (l'eros e la sottile ambiguità di genere) è anche vero che un suo film così vicino ai toni del thriller e del noir non l'avevamo forse mai visto. Pur non trascurando sentimenti amorosi e affetti familiari - grande cardine del suo cinema - con Napoli velata Ferzan Özpetek porta il suo pubblico alla scoperta di un una storia ricca di mistero e risposte ambigue, che vede per protagonista una donna di nome Adriana (Giovanna Mezzogiorno) travolta all'improvviso da una passione senza freni per uno sconosciuto appena incontrato. 

Per molti versi Napoli Velata riassume bene l'annata cinematografica in cui è uscito, fatta di ritorni al genere giallo e dell'irresistibile ascesa di Alessandro Borghi come interprete di rilievo in ruoli complessi e da assoluto protagonista. L'attore romano, noto per la sua avvenenza e per un curriculum giovanile già di tutto rispetto, sembra aver giovato di un'inedita gravitas sotto la direzione di Ferzan Özpetek, che gli affida un ruolo molto enigmatico e impegnativo dal punto di vista interpretativo: quello del giovane seduttore Andrea. Da lì in poi per l'attore è stato un crescendo di successi di pubblico e di riconoscimenti della critica, fino al David di Donatello per Sulla mia pelle

Napoli velata Napoli velata In una Napoli sospesa tra magia e superstizione, follia e razionalità, un mistero avvolge l'esistenza di Adriana (Giovanna Mezzogiorno) travolta da un amore improvviso e un delitto violento. Apri scheda

Come è stato girato questo thriller, così legato alla città partenopea in cui è ambientato? Come hanno lavorato insieme Ferzan Özpetek e il duo Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi, impegnati sul set in alcune scene davvero ardenti (e molto esplicite)? Il regista e i due protagonisti hanno raccontato come è andata

La scelta di Napoli velata: Ferzan Özpetek spiega perché ha scelto la cornice partenope

È stata una scelta naturale, ha commentato Ferzan Özpetek di fronte alla decisione di ambientare il suo thriller psicologico a Napoli. La città è molto più di una pittoresca cornice all'amore tra Adriana e Andrea, anzi: diventa una dei protagonisti del film. Nel corso del film il capoluogo campano svela le sue meraviglie allo spettatore: dalla meravigliosa scalinata ellissoidale di Palazzo Mannajuolo con cui si apre il film ai suggestivi spazi della stazione metro Toledo fino a una visita obbligata al Cristo velato nella Cappella Sansevero (che viene rievocato nel titolo della pellicola). Se Napoli negli ultimi anni è diventata sempre più un polo cinematografico protagonista del racconto italiano in sala, raramente l'avevamo vista così elegante e bon ton. 

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Una veduta mozzafiato di Napoli durante la scena della tombolata
Napoli velata porta lo spettatore alla bellezza di una Napoli piena di cultura, bellezza e misteri

Il film infatti si muove tra i quartieri della Napoli bene, dividendosi tra scenari architettonici e museali unici al mondo ed esclusivi interni dove si consumano le vicende private dei protagonisti. È una Napoli vista con gli occhi di chi è turista e ospite in città, conferma Ozpetek: 

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Cinque anni prima di girare Napoli velata ho diretto un allestimento di La Traviata al Teatro San Carlo. Così è nato il mio rapporto con la città. 

Sul ruolo protagonista di Napoli, che svela le sue bellezze al visitatore tenendosi stretti i suoi segreti, Ferzan Özpetek ha puntualizzato che a suo modo di vedere i film crescono negli scenari in cui vengono realizzati e ne rimangono fortemente influenzati. Insomma, se Napoli velata non fosse stato girato nella città partenope, probabilmente sarebbe stato un film molto differente, anche a livello di narrazione e sviluppi (compreso il complesso e ambiguo finale).

Il regista non è l'unico ad essere rimasto conquistato dalla città. Alessandro Borghi ha definito le riprese del film - avvenute durante giugno dell'anno precedente in città - "un'avventura speciale" al fianco della troupe e di Giovanna e Ferzan, "i suoi compagni". Nonostante il film sia molto intenso, Borghi ha trovato l'esperienza fonte di grande serenità. 

Borghi e Mezzogiorno raccontano l'esperienza sul set di Napoli Velata

Mi sono affidato completamente a Ferzan durante la lavorazione del film: questa frase è ricorsa più volte all'uscita di Napoli Velata, durante le interviste che Alessandro Borghi ha rilasciato alla stampa. Alla sua prima esperienza su un set del regista di Mine vaganti, l'attore romano di Sulla mia pelle ha raccontato di essersi lasciato guidare dal regista alla scoperta di un personaggio non semplice. Andrea infatti è un seduttore di cui si scoprono molte verità durante Napoli Velata, ma che lascia sempre Adriana e il pubblico sospesi, incapaci di poter dare un giudizio finale. 

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Una rappresentazione del parto di un femminiello
Napoli Velata fonde i misteri di Adriana e Andrea con quelli della città

Questa stessa impressione l'ha avuta anche l'attore, che ha dichiarato in merito: 

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L'ho detto molte volte nelle interviste, perché per me è stata un'esperienza forte: ho capito Andrea fino in fondo solo quando ho visto il film finito e montato su grande schermo. Quando l'ho visto così come lo aveva immaginato Ferzan Özpetek. 

Data la complessità del ruolo di Adriana - una donna costretta ad affrontare i traumi del suo passato dopo aver subito un intenso risveglio amoroso e un forte shock nel presente - anche Giovanna Mezzogiorno si è affidata totalmente al regista. L'attrice ha definito la lavorazione del film un viaggio che i due hanno fatto insieme. Per lei la lavorazione è stata sempre tesa, perché non voleva sbagliare: 

Quando interpreti un personaggio così non devi mai mollare, non devi mai fare l'errore di pensare di aver capito tutto della persona che stai interpretando, specie se ha una vissuto psicologico molto drammatico come quello di Adriana. 

L'amore senza veli: come è stata girata la prima sequenza hot del film 

Ad attrarre la curiosità del pubblico è stata anche la tanto chiacchierata scena iniziale di film. Adriana e Andrea si conoscono a una festa: lui, giovane e sicuro di sé, le fa un invito esplicito e inequivocabile. Lei, solitamente prudente e introversa, si sorprende di accettarlo. Tra i due si consuma un incontro passionale davvero dirompente, che il film fotografa nel dettaglio e senza veli. 

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Giovanna Mezzogiorno spiega che è entrata nel progetto sapendo di dover affrontare questa prova: infatti la scena era già presente nella sceneggiatura originale. 

Non mi sono posta problemi di pudori o imbarazzi, altrimenti non si riescono a girare questo genere di scene. Per fortuna con Alessandro ho trovato grande chimica e rilassatezza, non ho ricordo di esserne rimasta affaticata, anche se ovviamente qualche giorno prima la tensione c'era. 

Alessandro Borghi ha confermato l'ottima chimica con la collega, dicendo senza mezzi termini di non sapere con quante altre colleghe sarebbe riuscito a portare a casa una scena del genere, con un risultato tanto riuscito e senza troppo penare. 

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Il bacio tra Adriana e Andrea
È stata Giovanna Mezzogiorno a convincere il regista a non tagliare la lunga scena di passione tra i due protagonisti

Sull'importanza di questo passaggio ad alto contenuto di eros si è espresso anche il regista. Ferzan Özpetek ha dichiarato che dal suo punto di vista era il passaggio più importante del film da riuscire a girare al meglio sul set. È in questa scena infatti che Andrea e Adriana sviluppano un legame indissolubile, che poi ricorrerà per tutto il film. Il regista ha raccontato nel dettaglio quella lunga notte di lavorazione

Abbiamo girato con due cineprese per tutta la notte. Le riprese si sono svolte in maniera sorprendentemente naturale: avevo la sensazione che io e la mia troupe fossimo entrati nella casa di due persone che stavano davvero facendo l'amore e che ci stessimo limitando a riprendere il tutto in presa diretta. 

Tuttavia qualche dubbio postumo il regista di Le fate ignoranti l'ha avuto. La scena complessiva nel montaggio finale dura ben quattro minuti e non lesina di particolari. A salvarla come oggi la conosciamo ci ha pensato un provvidenziale messaggio di Giovanna Mezzogiorno, che ha scritto il regista esortandolo a non tagliare la scena sua e di Alessandro, perché i due ci avevano messo tutte le energie nella stessa. 

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