NASA riprende un buco nero supermassiccio mentre divora una stella

Autore: Danilo Abate ,

Un gruppo internazionale di scienziati ha avuto la fortuna di poter osservare cosa accade a una stella che si avvicina troppo a un buco nero supermassiccio e, purtroppo per la povera stella, il destino che la attende non è affatto piacevole.

Stando alla ricostruzione effettuata dagli addetti ai lavori, grazie anche all’ausilio del telescopio spaziale TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), la stella viene infatti “fatta a pezzi” dal temibile buco nero, e l’animazione che potete osservare di seguito è a dir poco impressionante.

Come avete potuto vedere, l’inconsapevole stella viene letteralmente divorata da un buco nero di massa circa 6 milioni di volte maggiore rispetto a quella solare, e “il banchetto” ai danni della povera stella avviene a circa 375 milioni di anni luce da noi.

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Tale evento viene classificato come “evento di distruzione mareale”, in cui una stella, dopo essersi avvicinata sufficientemente all'orizzonte degli eventi di un buco nero supermassiccio, viene distrutta dalle forze di marea (un corpo vicino a una grande massa viene attirato e distorto dalle forze di marea) del buco nero in un processo definito come “spaghettificazione”.

Nella spaghettificazione, la forza gravitazionale del buco nero aumenta sempre più man mano che la stella attratta si avvicina alla singolarità centrale, e dunque la parte della stella più vicina al centro viene attirata più di quella lontana, e come risultato finale il povero astro inizia ad allungarsi e ad essere “stirato” in forme sempre più lunghe e sottili, fino a spezzarsi in parti sempre più piccole.

Goddard Space Flight Center/NASA
Una ricostruzione virtuale di echi di luce sprigionati da un buco nero
Sbalorditivi echi di luce sprigionati da un buco nero

E non è finita, perché parte della materia che componeva originariamente la stella viene proiettata nello spazio, un’altra parte va a finire nel buco nero e un’ultima parte gassosa forma una sorta di disco brillante e caldo, il cosiddetto disco d’accrescimento. La luminosità di tale disco raggiunge un picco massimo per poi diminuire d’intensità.

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La scoperta è stata effettuata il 21 gennaio scorso, grazie al lavoro di ben 20 telescopi del progetto All Sky Automated Survey for SuperNovae (ASASSN), un progetto di ricerca di supernove che “osserva” tutto il cielo ogni notte per scovare “fenomeni transienti” (di una durata che va da pochi secondi a giorni, settimane o anche addirittura anni) galattici o extragalattici.

L’evento di distruzione mareale appena rilevato è stato inoltre battezzato ASASSN-19bt e, per rendere possibile la ricostruzione che avete prima visionato, il telescopio TESS ha registrato immagini di ciò che accadeva ogni 30 minuti per diversi mesi.

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Stando a quanto affermato da Thomas Holoien dell’istituto di ricerca Carnegie Observatories di Pasadena, California, “gli eventi di distruzione mareale scoperti prima che il disco d’accrescimento raggiungesse il picco di luminosità sono davvero pochi”.

In ogni caso, la dinamica di un evento di distruzione mareale costituisce ancora un enigma che, una volta risolto, potrebbe aiutarci a comprendere maggiormente la misteriosa natura dei buchi neri.

E voi che ne pensate? Sbalorditi dalla potenza distruttiva di un buco nero supermassiccio?

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