Roanoke rappresenta una rivoluzione nell’impianto narrativo di #American Horror Story.
Se tutte le precedenti stagioni, già dal primo episodio, avevano reso evidente la loro tematica principale - legata a un classico tema horror, prima omaggiato con una sorta di enciclopedia dei cliché e poi rielaborato in modo originale - #Roanoke fa eccezione.
Dopo il secondo episodio ancora non sappiamo bene quale, fra i tanti spunti, sia quello privilegiato.
Una cosa però è certa: l’impianto narrativo è costruito sul legame della nuova stagione con le precedenti.
Gli omaggi e i riferimenti fra una stagione e l’altra ci sono sempre stati, ma questa volta è diverso. Questa volta l’intera narrazione si basa su di essi.
La casa “stregata”, che ora sappiamo anche essere stata teatro di cruenti omicidi, richiama la #Murder House della prima stagione.
Il personaggio di #Kathy Bates, che abbiamo visto per la prima volta e di cui ancora non conosciamo nome e storia, e quello di #Lady Gaga, appena intravisto, richiamano le streghe di #Coven.
Le infermiere sadiche, che immobilizzano, torturano e uccidono i loro pazienti al ricovero si legano alle atmosfere cupe di #Asylum (ma si legano anche alle infermiere di Murder House).
In soli due episodi abbiamo già avuto richiami a tre delle stagioni precedenti, oltre a diversi spunti che si potrebbero legare al nuovo tema principale.
In particolare, questo secondo capitolo della storia ha introdotto importanti novità:
- la comunicazione con i morti, sviluppata col personaggio della piccola Flora e della sua amicizia con la misteriosa Priscilla, la bambina che vede e sente solo lei. E che ha già annunciato la morte di tutti gli abitanti della casa.
- La suggestione della messa in scena: i Polk potrebbero essere davvero i responsabili degli “scherzi” di pessimo gusto subiti dai Miller. In particolare, la scena che coinvolge l’uomo “punito” dalla Bates potrebbe essere una ricostruzione. Il tema ha coinvolto diversi horror e thriller famosi, basati sul cliché del tentativo di smontare eventi soprannaturali per smascherare degli impostori con fini, di solito, economici.
- La dipendenza: #Lee, con un passato di alcolismo, ricomincia a bere dopo che Mason allontana da lei la figlioletta Flora. Dal momento in cui Lee torna a essere un’alcolista, il suo personaggio entra in gioco nel classico modo in cui gli horror sfruttano chi abusa di sostanze stupefacenti. Ovvero mascherando attraverso i loro comportamenti bizzarri la reale natura degli eventi (soprannaturale, in uno schema contrario a quello della suggestione) o rendendoli in grado di percepire presenze o elementi che i sobri non riescono a vedere.
Gli spunti sono tanti, e siamo solo al secondo episodio. Non ci resta che aspettare il terzo, mentre la storia in forma di true crime di My Roanoke Nightmare prosegue.
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