Arriva su Netflix un nuovo documentario su Britney Spears, ma non è quello voluto dalla star

Autore: Simone Rausi ,

Un nuovo documentario su Britney Spears vedrà la luce, su Netflix, prossimamente, praticamente a ridosso del chiacchieratissimo Framing Britney Spears uscito qualche giorno fa su Hulu. C’è un cortocircuito di fondo però: i documentari finora andati in onda denunciano lo sfruttamento di Britney da parte dei media, ma questa guerra tra colossi sull’immagine di Britney sembra rendere la cantante, ancora una volta, carne da macello.

Ha senso riportare alla ribalta internazionale, ancora una volta, gli anni più sofferti e problematici della Spears o è l’ennesimo colpo sul suo precario equilibrio? Non sappiamo ancora cosa Netflix stia preparando su Britney, ma la speranza è che ci siano spunti differenti e una narrazione che conduca lo spettatore verso un’altra direzione. E se consideriamo che Framing Britney Spears ha bruciato Netflix sul tempo, le cose non sembrano poter andare diversamente.

Erin Lee Carr alla regia

A svelare le prime indiscrezioni sul documentario dedicato a Britney Spears firmato Netflix è stato Bloomberg che, poche ore fa, ha rivelato alcuni succosi dettagli. Il più interessante è certamente quello legato alla regia che dà già la misura del taglio e della confezione destinata al prodotto.

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A essere scelta, infatti, è stata Erin Lee Carr, specializzata in true crime. La Carr ha parlato di vicende legali legate a casi di cannibalismo nel 2005 mentre, recentemente, ha firmato “I Love You Now Die” che racconta di un omicidio e di una donna sotto processo (Commonwealth Vs. Michelle Carter). Tutto fa quindi pensare che tribunali, corti e vicende legali siano ancora una volta al centro del prodotto Netflix sulla cantante statunitense. Così come accaduto in Framing Britney Spears.

Netflix c’era prima

Ma che senso ha passare al microscopio di nuovo le motivazioni che hanno spinto l’esplosione del movimento FreeBritney? Se state pensando ad un tentativo di Netflix di cavalcare l’onda lunga lasciata dal documentario del New York Times e di Hulu (sui social è uno degli argomenti primari) Bloomberg vi smentisce: “Il progetto di Carr non è stato completato e non ha ancora una data di rilascio ma era già in corso prima del debutto di Framing Britney Spears".

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E inoltre, c'è da dire  che il filone dei mockumentary sulle popstar è assai cavalcato da Netflix. L'ultimo uscito è quello di Ariana Grande.

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Non è il documentario voluto da Britney

Alla notizia di questo nuovo prodotto sulla Spears molti dei fan si sono rallegrati. Gira da mesi, ormai, la voce insistente che sia la stessa Britney Spears a voler dire la sua sulla vicenda. Pare che la cantante voglia raccontare la sua verità in un nuovo documentario e le indiscrezioni trapelate negli ultimi mesi la davano già al lavoro con una regista donna (e la Carr lo è).

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Peccato però che non sia questo il caso e forse, non lo sarà mai. Come affermato da People, che ha ascoltato una fonte molto vicina alla Spears, la cantante non sta lavorando ad alcun documentario e non potrebbe farlo in quanto tutto il materiale dovrebbe essere approvato dai suoi tutori (ricordiamo che Britney è sotto conservatorship) perdendo così il suo valore rivelatorio di “verità taciuta fin ora”. Tra l'altro, la stessa Spears, sembra già aver messo la parola fine a tutto questo in un post social in cui scrive (ricordando una sua esibizione a Las Vegas) che nessuno può dire di sapere della vita di qualcun'altro più della stessa persona che la vive.

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Hulu Vs Netflix: non è la prima volta

In attesa di vedere il prodotto finito non può non saltare all’occhio il tempismo dei due colossi dello streaming nell’affrontare le stesse vicende. Insolito, ma non unico come caso. Era giù successo che le due aziende raccontassero con due documentari lo stesso tema. Nello specifico, l’oggetto della narrazione era il Fyre Festival, un evento musicale organizzato alle Bahamas e mai svolto.

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