Netflix salvata dalle sale... e torna tutto come prima? "La porta dei cinema è aperta"

Autore: Elisa Giudici ,

Netflix è in crisi e rischia di perdere abbonati e liquidità, subendo un colpo forse mortale. Il costo degli abbonamenti aggressivamente basso per mantenere la leadership sul mercato dello streaming e pratiche consentite dal servizio come la condivisione della password alla lunga hanno minato la solidità economica dell'azienda.

I costi per produrre tante serie e tanti film sono alti e Netflix ha bisogno di un flusso costante di nuovi abbonamenti per convincere gli investitori a continuare ad investire sul progetto. A causa della guerra in Ucraina e del rialzo delle tariffe d'abbonamento operato in molte nazioni (anche l'Italia), per la prima volta nella sua storia Netflix ha perso abbonati rispetto alle rilevazioni precedenti. Niente di drammatico: le perdite sono state contenute a inizio 2022, ma le previsioni parlano di almeno un paio di milioni di abbonati in meno entro fine anno. Netflix però è già passata al contrattacco e le prime teste sono cadute.

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Nel frattempo a Hollywood e nella Silicon Valley i concorrenti di Netflix (anche loro impegnati con una difficile transizione al mondo delle piattaforme e alla ricerca di una sostenibilità economica) valutano tutte le opzioni e qualcuno comincia a pensare che l'opzione sala cinematografica sia stata archiviata troppo presto.

Le sale cinematografiche salveranno Netflix?

In questo scenario fosco una schiarita arriva proprio dalle sale cinematografiche, che stano a loro volta affrontando un momento difficilissimo. Ad esclusione di Spider-Man: No Way Home (considerato da molti un vero salvatore dell'industria cinematografica) infatti i film usciti nel post lockdown stanno facendo fatica a raggiungere risultati soddisfacenti al botteghino. La concorrenza delle piattaforme streaming si è fatta per molte sale insostenibile, tanto che in tutto il mondo tante sale hanno chiuso.

Tuttavia il passaggio in sala è stato finora l'unico a dimostrarsi sostenibile per i film, sia quelli ad alto budget sia per le piccole pellicole autoriali. La crisi di Netflix sta facendo riprendere quota all'idea che una distribuzione in sala con una finestra temporale adeguata (in esclusiva o in contemporanea con lo streaming) sia necessaria.

La porta dei cinema è sempre aperta per Netflix

In questo scenario Variety riporta la notizia che l'associazione degli esercenti cinematografici statunitensi si dice pienamente disponibile a collaborare con Netflix: la loro porta, dicono, è sempre aperta. Anche Warner Bros, dopo l'esperimento con HBO e i risultati ottenuti da Dune e The Batman in sala, sembra meno incline che mai ad avviarsi a un mondo di solo streaming, rinunciando ai lauti incassi della sala.

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Il presidente dell'associazione degli esercenti statunitensi ha dichiarato che i cinema sono pronti ad ospitare una selezione di pellicole di Netflix in concomitanza rispetto alla loro uscita sulla piattaforma:

La nostra porta è aperta per ampliare la fetta di film Netflix che passano in sala, se è questo che l'azienda desidera. Sono fan del cinema come lo siamo noi.

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Al momento infatti i soli film di Netflix ad arrivare in sala sono quelli legati ai premi cinematografici e agli Oscar. Questi ultimi infatti prevedono che un film per essere candidato debba avere una distribuzione cinematografica nelle principali città "cinefile" d'America, ovvero New York e Los Angeles. A fare da apripista in questo senso è stato Martin Scorsese con il suo The Irishman, seguito a ruota da molti altri (vedi per esempio Il potere del cane).

Netflix contro le sale cinematografiche: storia passata?

Tuttavia la storia degli ultimi dieci anni è piena di scontri e litigi tra Netflix e gli esercenti sulla distribuzione in sala. Ancor oggi per esempio Netflix non invia i suoi film al Festival di Cannes perché quest'ultimo ha una regola molto ferrea che prevede un passaggio nelle sale cinematografiche francesi delle pellicole in concorso. La legge francese prevede che passino molti mesi dall'arrivo in sala a quello su piattaforma e Netflix non ha mai voluto attende tanto: da qui la rottura con Cannes e l'avvicinamento con la Mostra del cinema di Venezia.

Anche in Italia non sono mancate polemiche e screzi con gli esercenti. L'ultimo è legato alla distribuzione in sala di È stata la mano di Dio, il film di Paolo Sorrentino prodotto da Netflix. Quest'ultima aveva promesso una distribuzione più ampia rispetto a quella poi concessa ai cinema. Molte sale avevano dunque programmato l'uscita di Sorrentino, ma non gli è stata concessa una copia del film, generando un vespaio di polemiche.

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