Nonno Felice: 10 cose che forse non sapevi sulla serie e il suo cast

Autore: Alessandro Zoppo ,

Nonno Felice è un cult della televisione italiana degli anni '90. La tenerezza di Gino Bramieri nei panni del saggio e arzillo Felice Malinverni, alle prese con l'imbranato figlio Franco (Franco Oppini) e la moglie in carriera Ginevra (Paola Onofri), i nipoti pestiferi Federico (Federico Rizzo), Eva e Morena (Eva e Morena Prantera), è spesso oggetto delle nostalgiche richieste del pubblico, che ne attendeva l'arrivo ogni domenica pomeriggio su Canale 5 nella pausa di Buona domenica.

La sitcom, un cocktail di gag ed equivoci, incomprensioni generazionali, litigi e rincuoranti riappacificazioni, è andata in onda dal 1993 al 1995 e ha rappresentato quel momento rassicurante e mai volgare capace di unire l'elemento comico a quello agrodolce.

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Milanese doc, Bramieri è stato protagonista assoluto della comicità nostrana, dalla radio al teatro leggero passando per il cinema e il varietà: nonostante negli anni '90 il suo rapporto con il piccolo schermo si fosse incrinato, Nonno Felice è stato un appuntamento fisso per milioni di telespettatori e incolla al televisore ancora oggi alla milionesima replica.

Ma cosa si cela dietro al successo della serie? Ecco dieci curiosità sulla comedy Mediaset destinate a sorprendervi.

  1. Le gemelle Eva e Morena
  2. Federico il rosso
  3. Paola Onofri e gli altri
  4. Location che non ci sono più
  5. Lo spin-off con Franca Valeri
  6. Due firme d'autore
  7. La regia del papà di Drive In
  8. Gli ascolti da record
  9. Il successo in America
  10. Il Telegatto: un addio struggente

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Le gemelle Eva e Morena

È la domanda più gettonata dai fan della serie: che fine hanno fatto le gemelle che parlavano sempre all'unisono? Semplice: sono cresciute e vivono e lavorano a Milano.

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Morena è avvocato in uno studio legale, Eva insegna danza e fitness.

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Federico il rosso

Eva e Morena hanno spesso rivelato che l'unico del cast di cui non sanno più nulla è Federico Rizzo, l'impertinente nipotino di Felice definito da Carlo Verdone (che l'ha diretto nella commedia #Il bambino e il poliziotto) "il bambino che non sbagliava una battuta".

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Le ultime tracce lo vedono dalle parti di Monza: Federico è arbitro di calcio della sezione "Rinaldo Baracchetti", almeno fino a qualche stagione fa.

AIA Sezione di Monza
Un primo piano di Federico Rizzo oggi
Il

Paola Onofri e gli altri

Il resto del cast è più o meno noto. Franco Oppini continua a recitare, Luca Sandri (lo psicologo Nuvoletti) fa lo speaker e il doppiatore, Alberto Tovaglia (il barista Orazio) lavora soprattutto come autore televisivo per i programmi Mediaset e Sonia Grey (la cassiera) si occupa di fitness e benessere, oltre a postare scatti piccanti su Instagram.

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Purtroppo Guido Cerniglia (Dudù, l'amico di Felice) è scomparso il 14 maggio 2020 all'età di 81 anni. E Paola Onofri? L'attrice romana è apparsa di recente nel film Cento milioni di bracciate e come personaggio narrante del libro Tre giorni nella vita di Massimo Baraldi.

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Location che non ci sono più

Gli studi di registrazione di Nonno Felice erano i Link Up di Milano, situati in viale Col di Lana 6.

Oggi quegli studi non esistono più: sono stati dismessi e riconvertiti. La casa della famiglia Malinverni, invece, viene immaginata nella zona residenziale del quartiere degli Olmi.

Lo spin-off con Franca Valeri

Il successo di Nonno Felice portò l'allora Aran (oggi Endemol Shine Italy) a produrre per Fininvest lo spin-off Norma e Felice, con Franca Valeri al fianco di Gino Bramieri. La coppia aveva già collaborato ai tempi della televisione in bianco e nero: fu una rivelazione nella commedia Felicita Colombo di Antonello Falqui.

Valeri era Norma, la governante sarcastica, dominatrice e imperturbabile che mette in riga casa Malinverni. In un'intervista a Repubblica, l'attrice racconta così il lavoro con lo stacanovista Bramieri.

Gino era pignolo, pignolissimo. A volte, sul set, era di una precisione insopportabile, ed io lo odiavo un po'.

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Due firme d'autore

Nonno Felice è stato scritto da due "penne" eccellenti. Umberto Simonetta è stato un autore eclettico: ha iniziato la carriera negli anni '50 scrivendo i testi degli sketch radiofonici di Dario Fo e Franco Parenti e per un periodo è stato paroliere di Giorgio Gaber. Ha scritto romanzi, racconti e testi teatrali, oltre ad aver battezzato l'esordio televisivo dell'allora dissacrante Roberto Benigni con Televacca.

Italo Terzoli ha formato una storica coppia d'autori con Enrico Vaime. Autore del teatro di rivista, dei varietà radiofonici e televisivi e delle commedie musicali, Terzoli ha scritto testi per Walter Chiari, Giorgio Gaber, Cochi e Renato, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Aveva già lavorato con Bramieri ai tempi dell'epico L'amico del giaguaro e di Batto quattro, quando con Vaime inventarono i personaggi del Carugati, il milanese presuntuoso ma bonaccione diventato un tormentone, e del ciclista veneto dopato Toni Buleghin.

La regia del papà di Drive In

La regia di Nonno Felice è di un altro pezzo di storia della televisione italiana: Gian Carlo Nicotra, scomparso nel 2013 a 69 anni. Nicotra è il regista di La sberla e di Fantastico, della prima, storica edizione di Drive In e di Grand Hotel, di Portobello e di Domenica In.

Prima di rientrare a Roma negli ultimi anni, aveva trascorso molto tempo a Shanghai, dove viveva con la moglie Adriana e aveva realizzato la regia per lo spettacolo inaugurale dell'ex padiglione italiano all'Expo e per l'esibizione di Roberto Bolle, collaborando anche con la televisione cinese.

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Gli ascolti da record

Nonno Felice fu uno dei tanti "telefilm" del periodo a realizzare share a due cifre. Nei suoi momenti migliori, raggiunse quasi 5 milioni di spettatori e medie di share che in più di un'occasione superarono il 20%.

Lo dimostra questo reperto storico: il videogioco uscito per Nintendo.

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Il successo in America

La sitcom con Bramieri è stata uno degli oggetti del desiderio degli italiani emigrati negli Stati Uniti: la serie fu uno dei programmi più visti nel breve periodo in cui Mediaset sbarcò negli Usa grazie a Ciao Tv, il canale nato dall'idea di Piersilvio Berlusconi grazie a un accordo con l'Italian American Broadcasting Company e chiuso (a sorpresa, rivela Milano Finanza all'epoca) dopo poco più di un anno di trasmissioni.

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Il Telegatto: un addio struggente

L'ultima apparizione pubblica di Gino Bramieri è stata per ritirare il Telegatto, vinto per Norma e Felice. Il suo fisico da omone era ormai segnato dal tumore.

Sono contento di aver vinto un premio tutto d'oro. Come dite, non è veramente d'oro? Pazienza, per quello d'oro ripasserò l'anno prossimo.

Era il 7 maggio 1996: Bramieri sarebbe morto di lì a poco, il 21 giugno. D'altronde, come scriveva il mai troppo compianto Tommaso Labranca su FilmTv, "la televisione è una mitopoiesi, una mitologia artificiale, ma affascinante".

Valeri non gradì quell'omaggio televisivo alla notte dei Telegatti e sempre a Repubblica ha confessato che fu una dimostrazione d'affetto "inopportuna".

Tutti in piedi, con le lacrime agli occhi, gli fecero capire che stava proprio morendo. Lui, che affrontava la morte con grande dignità, quasi nascondendola, è rimasto sorpreso. Anche l'indomani, quando ha rivisto quelle immagini, il suo imbarazzo fu spaventoso.

Eppure, a più di vent'anni dalla scomparsa, l'ironia di Bramieri fa ancora ridere (o sorridere amaramente) generazioni di italiani.

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