Nuove accuse a Polanski (che nega tutto) per fatti risalenti al 1975

Autore: Mara Siviero ,

In risposta alle recenti accuse di stupro sollevate dall’attrice Valentine Monnier ai danni di Roman Polanski, l’avvocato del regista polacco ha annunciato di rigettare tutte le accuse e di voler intraprendere azioni legali contro il giornale che ha pubblicato l’articolo con le accuse di violenza.

In questo articolo pubblicato da Le Parisien l'8 novembre, Monnier ha accusato Polanski di averla brutalmente violentata in uno chalet a Gstaad, in Svizzera, nel 1975. Quest’accusa non potrà, peraltro, evolversi in una condanna criminale, poiché in Svizzera si possono denunciare fatti che siano accaduti al massimo vent’anni prima, pena la prescrizione.

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In un annuncio mandato domenica 10 novembre all’Agence-France Press, il procuratore francese di Polanski, Hervé Témime, ha dichiarato che il regista “nega con forza l’accusa di stupro… stiamo considerando di prendere vie legali contro questa pubblicazione”. Témime ha anche aggiunto che Polanski “non parteciperà a processi mediatici e non lo farò neanche io”.

Valentine Monnier ha dichiarato a Le Parisien che ai tempi non sapeva chi fosse Polanski e che aveva accettato di prendere parte ad una gita in montagna con un gruppo di amici nell’inverno del 1975. Una sera, dopo cena, Polanski l’avrebbe chiamata al piano di sopra.

Una volta arrivata al piano superiore, Polanski, che si trovava senza niente addosso, l’avrebbe attaccata, le avrebbe tolto i vestiti, per poi stuprarla. La donna ha anche aggiunto che il regista le avrebbe fatto ingoiare con forza una pillola non ben identificata. L'ex modella e attrice avrebbe pensato “è Roman Polanski, non può rischiare che qualcuno lo venga a scoprire, mi dovrà uccidere”.

La donna ha asserito di aver denunciato adesso lo stupro perché:

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Lo stupro è come una bomba ad ologeria. La memoria non s’inganna. L’evento diventa un fantasma che t’insegue e che ti cambia in maniera intrinseca. Ho denunciato questo fatto sapendo che non ci sarebbe nessuna pena, rimanendo impunito. I personaggi pubblici vengono considerati come modelli. Idolatrando i colpevoli, impediamo alle persone di rendersi conto delle gravi conseguenze delle loro azioni.

Secondo l’avvocato del regista 86enne, l’accusa riguarda fatti accaduti 45 anni fa:

Quest’accusa non è mai stata portata a conoscenza di Polanski, né ad un’istituzione giudiziaria, fatta eccezione per una lettera inviata al procuratore della California due anni fa, secondo Le Parisien.

Témime ha aggiunto: “Dopo tutto questo tempo è impossibile raccogliere tutti gli elementi necessari per condurre una (corretta) indagine".

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Roman Polanski vive in esilio in Francia dal 1978: quell'anno, infatti, scappò dagli Stati Uniti appena prima di poter essere condannato dopo essersi dichiarato colpevole per aver avuto un rapporto sessuale con una ragazzina di tredici anni.

Dopo numerosi sforzi, nel corso degli anni, per cercare di risolvere il caso, le indagini non sono andate da nessuna parte: nonostante ciò, Polanski ha sempre rifiutato di tornare negli Stati Uniti.

Nonostante la controversia che ha interessato Polanski negli ultimi decenni, il regista ha realizzato il suo nuovo film, L’ufficiale e la spia (J’accuse), finanziato dalla Francia con 21 milioni di dollari, diventando uno dei film più ambiziosi dell’anno del Paese.

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Tuttavia, queste nuove accuse potrebbero avere delle ripercussioni sull’imminente uscita al cinema dell’ultima fatica di Polanski, vincitore del Leone d’Argento - Gran Premio della Giuria all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e in corsa per l’European Film Award.

 

Via: Variety

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