One Piece World Seeker, la recensione del videogame: pirati in un mondo aperto

Autore: Silvio Mazzitelli ,
Videogames
9' 11''

Sono ormai oltre vent’anni che la saga di One Piece fa emozionare i fan di tutto il globo, e il suo successo non è certo qualcosa di ordinario. Il manga di Eiichiro Oda, iniziato nel lontano 1997, ha ottenuto addirittura il Guinnes World Record per essere il fumetto disegnato da un solo autore più venduto di sempre, con oltre 450 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Questo traguardo è così titanico da minacciare anche Batman, infatti il supereroe DC ha venduto in totale dalla sua nascita 474 milioni di copie, una cifra che potrebbe presto essere raggiunta e superata dai pirati di Oda.

Ovviamente One Piece con gli anni si è espanso anche in un altrettanto longeva serie animata, film per il cinema e videogiochi. Proprio di quest’ultima categoria voglio parlarvi, infatti è appena uscito il nuovo titolo dedicato al famoso manga chiamato One Piece World Seeker. Il gioco è stato creato dagli sviluppatori di Ganbarion e prodotto da Bandai Namco.

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Bandai Namco
Rufy isola World Seeker

Ganbarion ha una lunga storia con i giochi di One Piece, iniziata con la serie One Piece Grand Battle ai tempi della prima PlayStation (primo gioco dedicato anche alla saga di Oda) e continuata poi con One Piece Unlimited Adventure e Unlimited World Red.

Dopo diversi anni gli sviluppatori giapponesi ci riprovano, cercando di portare una ventata d’aria fresca ambientando il nuovo titolo in un open world, novità assoluta per un gioco tratto da One Piece e in generale per un gioco tratto da un manga. Saranno riusciti nel loro intento?

Avventura su Prison Island: tra vecchie e nuove conoscenze

La storia di One Piece World Seeker è slegata dalle vicende del manga originale, anche se ipoteticamente la potremmo porre subito dopo la saga di Dressrosa. La sceneggiatura è stata supervisionata da Eiichiro Oda, che ha anche curato il design dei personaggi inediti.

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L’avventura si apre con la ciurma di Cappello di Paglia approdata su Prison Island, un’isola ormai dominata dalla Marina Militare, dove hanno sede diverse basi e prigioni. Rufy viene catturato da Isaac, un alto ufficiale della Marina che ha il comando su tutta l’isola, ma riesce a liberarsi e a fuggire grazie all’aiuto dei suoi compagni. Precipitato dalla prigione situata nel cielo, il pirata finisce in mare e viene salvato da Jeanne, una ragazza a capo della fazione Anti-Marina dell’isola.

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World Seeker Isaac

La giovane racconta a Rufy che una volta l’isola era chiamata Jewel Island per via dei suoi ricchi giacimenti di minerali. A causa dei frequenti attacchi dei pirati la zona è stata invasa dalla Marina, che ha iniziato a militarizzare il territorio, rendendo la vita difficile a molti abitanti, anche se gran parte di questi ha invece accettato l’occupazione dei soldati. Adesso l’isola vive in una costante tensione fra le fazioni Pro-Marina e Anti-Marina, ma qualcosa di misterioso si muove sotto traccia, talmente importante da richiamare diverse personalità importanti del mondo di One Piece su Prison Island. Starà a Rufy e alla sua ciurma scoprire i misteri del luogo e aiutare gli abitanti.

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A livello narrativo il plot di World Seeker assomiglia molto ai classici episodi filler o ai film d’animazione, ovvero una storia a sé stante slegata dagli eventi principali. Le vicende che intratterranno il giocatore per tutta la trama principale sono di qualità lievemente superiore alle vicende non canoniche viste in versione anime, ma non è certo al livello delle storie principali scritte da Oda nel manga.

I nuovi personaggi Isaac e Jeanne sono caratterizzati in maniera interessante, soprattutto Isaac, nemesi dell’avventura videoludica, anche se nella narrazione ci sono troppi cliché e rimandi alla storia classica.

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Rufy vs Akainu World Seeker

Una storia dunque che intratterrà soprattutto gli appassionati, grazie anche al fan service dovuto ai tanti personaggi importanti coinvolti nelle vicende, come i grandi ammiragli della Marina Kizaru, Akainu e Fujitora, e vecchie conoscenze piratesche come Crocodile. Su Prison Island si riuniranno parecchi pezzi grossi, più per il gusto di farli vedere ai fan che per motivazioni realmente importanti, ma d’altronde in una storia non canonica come questa non si poteva pretendere di più.

Pirati in esplorazione

Bandai Namco
World Seeker esplorazione

In One Piece World Seeker ci si muove per tutta Prison Island, senza limiti o barriere, se non quelle naturali. Ganbarion ha fatto un ottimo lavoro nel creare l’ambientazione: il territorio è vario e affascinante, proprio come Oda ci ha abituato nei tanti viaggi della ciurma, e l’Isola Prigione non sfigura in mezzo ai paesaggi visti su carta.

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La varietà delle ambientazioni è encomiabile, con porti malfamati, cittadine di campagna, cave minerarie, borghi antichi, città più moderne e tecnologiche, aree immerse nella natura e basi della Marina, ognuna con una caratteristica unica rispetto alle altre. È davvero un piacere andare in giro per la mappa di gioco con Rufy, tanto da sentirsi veramente all’interno di un’avventura del manga.

Il problema principale però è legato alla vacuità della mappa. Nonostante i bellissimi paesaggi che il mondo di gioco sa offrire, questo è troppo vuoto, con poche attività da fare se togliamo le quest principali e secondarie e una bassa densità di PNG nelle cittadine. Inoltre, con una grande scarsità di modelli, e quei pochi presenti si ripeteranno in ogni ambiente urbano. Non esiste nemmeno un ciclo giorno e notte o degli agenti atmosferici. Ciò rende l’isola molto più simile a un enorme modellino su cui giocare, più che un ambiente vivo e pulsante.

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Rufy vs Crocodile

Le missioni sono divise in principali e secondarie, con le prime che smuovono la storia di capitolo in capitolo, mentre le seconde ci chiedono di consegnare oggetti a determinati personaggi, sconfiggere nemici o altri compiti simili: un classico degli open world che ormai è stato visto in ogni salsa possibile. Non troverete una grandissima varietà nei compiti richiesti per completare le differenti missioni, e il backtracking è all’ordine del giorno, anche se fortunatamente è possibile utilizzare i viaggi rapidi per spostarci da un punto all’altro della mappa (sopportando dei caricamenti un po' lunghi).

Alcune missioni perlomeno si salvano, specialmente quelle legate maggiormente alla storia principale, in grado di regalare dei momenti epici soprattutto sul finale, e quelle legate alla nostra ciurma, con alcuni tocchi di classe che ci hanno divertiti. Un esempio? La missione in cui bisogna trovare Zoro, lo spadaccino dal pessimo senso dell’orientamento, andando nella direzione opposta a dove ci viene indicato.

Altre quest sono sbloccate dal sistema di Karma, legato ai vari personaggi incontrati nell’avventura. Risolvendo missioni e alcuni obiettivi (come sconfiggere un determinato numero di nemici, ecc.) per i diversi protagonisti coinvolti nelle vicende è possibile sbloccare dei filmati speciali con protagonista ciascun personaggio. Facendo ciò ne giova anche il nostro livello pirata, con relativo incremento delle nostre statistiche.

Combattimento: tra frutto del diavolo e Haki

In una storia legata a One Piece i combattimenti non possono mancare, infatti le battaglie sono il fulcro del gameplay di World Seeker. Rufy ha un solo pulsante adibito alla lotta, premendolo ripetutamente si attiva una semplice combo. Il capitano può optare per due diversi stili di combattimento:

  • Kenbunshoku, basato sull’Haki della percezione, che permette di attaccare in maniera rapida e consente di utilizzare la schivata
  • Busoshoku, incentrato sull’Haki dell’armatura, con cui si possono utilizzare attacchi più potenti, aumentando anche la nostra resistenza a discapito della mobilità.

È possibile ottenere delle mosse speciali legate a una barra chiamata "Tensione", accumulabile fino a tre livelli di potenza. Queste sono delle vere e proprie finisher, come il Gom Gom Red Hawk, in grado di infliggere enormi danni ai nemici. A queste, molto avanti nell’avventura, si aggiunge il potente Gear Fourth, un potenziamento temporaneo che ci consente di tirare fuori il lato più potente di Rufy in combattimento e migliora anche la nostra mobilità aerea.

Abbiamo subito notato come il sistema si limiti a una sola combo per stile, che può essere leggermente ampliata acquisendo nuove abilità. Il risultato finale però è un sistema di combattimento troppo semplice e monotono, che avrebbe avuto bisogno di qualche variante in più. Solo alcune boss battle si salvano per la spettacolarità dei combattimenti, specie contro alcune vecchie glorie della serie. Ciò non basta a salvare in toto il combatsystem.

Bandai Namco
Red Hawk Rufy

Oltre lo scontro aperto Rufy può anche eliminare gli avversari furtivamente, con un sistema di Stealth piuttosto raffazzonato. Il protagonista può prendere di sorpresa i nemici solo se non lo stanno guardando. Non ha mosse o abilità per nascondersi, eccezzion fatta per la sola capacità di entrare nei barili in stile Metal Gear Solid con le scatole.

I nemici inoltre spesso sono in grado di avvistarvi a metri e metri di distanza senz’appello di fuga, cosa che vi farà abbandonare molto presto quest’approccio finendo per affrontare apertamente chiunque vi si pari davanti.

Completando le varie missioni si acquisiscono punti abilità da spendere in diverse skill legate al combattimento e all’esplorazione. Ad esempio si può ottenere l’utilissimo Gom Gom Rocket, per viaggiare rapidamente da un punto all'altro della mappa appendendosi agli alberi e ai tetti, utilizzandoli come trampolino di lancio.

Questo sistema funziona bene e limita molto la noia che potrebbe sopraggiungere nelle tante fasi di spostamento presenti nelle missioni.

Bandai Namco
Rufy Stealth

Purtroppo l’unico personaggio giocabile è Rufy, mentre gli altri personaggi sono solo da supporto. In particolare sono coinvolti nelle nostre avventure Franky e Usop, personaggi incaricati del potenziamento delle nostre statistiche grazie a un semplice sistema di crafting; questo è legato ai materiali che troviamo esplorando l’isola. Sanji invece si occupa di preparare i cesti da viaggio per gli altri compagni in escursione alla ricerca di materiali specifici. A seconda del livello di rarità del cesto potremo ottenere un bottino sempre più ricco.

Graficamente il gioco è uno dei migliori mai realizzati per quanto riguarda la saga di One Piece, con personaggi in cel-shading molto dettagliati e paesaggi vari e che regalano un colpo d’occhio soddisfacente. Le pecche sono dovute alla scarsa varietà di nemici e PNG che troveremo nell’avventura, con modelli poco convincenti e una certa legnosità nelle animazioni durante i combattimenti.

Il sonoro è completamente in giapponese e soltanto poche scene sono interamente doppiate. I personaggi si limitano a esclamare un paio di parole per poi lasciare il compito di descrivere quanto accade ai sottotitoli.

Il verdetto

One Piece World Seeker è un esperimento molto interessante compiuto da Ganbarion, che ha voluto portare il mondo creato da Eiichiro Oda in un videogioco open world. Purtroppo, nonostante le premesse siano molto valide, non tutto è riuscito bene. I diversi sistemi di gioco hanno delle buone basi, ma non riescono a garantire una giusta varietà e complessità in grado di attirare l’interesse del giocatore oltre le prime ore di gioco.

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Un vero peccato, perché il lavoro svolto nella costruzione delle ambientazioni è encomiabile e la nostra speranza è che Ganbarion torni a lavorare su un eventuale sequel di World Seeker: se riuscirà a correggere i problemi principali che abbiamo esposto, allora sì, potremo avere il miglior gioco di One Piece mai realizzato.

Commento

cpop.it

70

Se siete grandi fan di One Piece potrete chiudere un occhio su alcuni degli aspetti meno riusciti e godervi comunque una buona avventura con i vostri beniamini. 

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