Oscar 2019: Green Book vince (con dedica a Carrie Fisher) ma Spike Lee si infuria

Autore: Emanuele Zambon ,

Dal palco del Dolby Theatre di Los Angeles alla galassia lontana, lontana. La 91esima edizione della cerimonia degli Oscar ha visto premiare Green Book come miglior Film. La pellicola diretta da Peter Farrelly ha battuto, un po' a sorpresa, il favorito Roma di Alfonso Cuarón.

Salito sul palco assieme al regista e al cast, il produttore del film, Charles B. Wessler, ha dedicato la statuetta alla compianta Carrie Fisher, indimenticata principessa Leia della saga di Star Wars: "Lo voglio dedicare alla nostra grande amica Carrie Fisher", ha gridato il producer alla fine dei ringraziamenti, ricordando l'attrice scomparsa il 27 dicembre 2016.

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Oscar 2019: Spike Lee infuriato per la vittoria di Green Book

Subito dopo che una splendida Julia Roberts ha annunciato la vittoria di Green Book come Miglior Film agli Oscar 2019, si sono vissuti attimi piuttosto tesi all'interno del Dolby Theatre. Spike Lee è apparso piuttosto infastidito dal verdetto dell'Academy. Un atteggiamento stizzito, il suo, notato dal giornalista dell'Associated Press Andrew Dalton e dal collega Pete Hammond, corrispondente di Deadline. Come molti altri presenti, gli inviati hanno riferito di un Lee visibilmente infuriato. Subito dopo l'annuncio, infatti, il regista di BlackKklansman - premiato per la Miglior sceneggiatura non originale - è stato visto agitare le braccia in segno di disapprovazione; subito dopo si sarebbe diretto verso l'uscita dell'auditorium, intenzionato ad abbandonare la cerimonia e fermato solamente dalla security.

Lee non è stato l'unico artista polemico nei confronti della vittoria di Green Book: anche Jordan Peele, autore dell'horror Scappa - Get out, è sembrato contrariato per il verdetto a favore del film con protagonisti Viggo Mortensen e Mahershala Ali. Il regista, stando ai racconti dei presenti, non avrebbe nemmeno applaudito all'annuncio della Roberts, partecipando ad una discussione piuttosto animata col collega Lee.

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La reazione di due icone della comunità afroamericana dello star system hollywoodiano si spiega in parte con le polemiche che circondano il film di Farrelly, tacciato di aver approcciato al tema del razzismo con il conciliante ricorso all'espediente narrativo del "salvatore bianco giunto in soccorso del protagonista di colore", ritenuto da alcune parti assai mortificante.

Nel caso di Lee, però, la natura di una tale reazione potrebbe in parte spiegarsi come delusione da competizione (leggi in ital-romanesco: rosicare): il regista, in conferenza stampa, ha manifestato tutta la propria esasperazione per la mancata statuetta. "Sono davvero sfortunato. Ogni volta che qualcuno guida qualcosa, io puntualmente perdo"; ha commentato il regista, riferendosi alla vittoria di A spasso con Daisy agli Oscar del 1990 (l'anno in cui Lee ottenne due nomination per Fa' la cosa giusta).

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