Oscar 2020: Steven Spielberg continua la sua crociata contro lo streaming

Autore: Claudio Rugiero ,

Steven Spielberg non è molto entusiasta del recente successo agli Oscar 2019 di Roma, un film girato con un budget di 15 milioni di dollari e poi distribuito da Netflix, a suo dire colpevole di non aver giocato secondo le regole.

Per il regista di Cincinnati, i prodotti Netflix dovrebbero rientrare più in una competizione come gli Emmy (che premia annualmente i lavori realizzati per le TV) e, in quanto membro dell'Academy, il suo prossimo obiettivo sarà quello di proporre un piano per riconsiderare i criteri di selezione alla prossima tradizionale riunione post-Oscar.

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Una fonte di Amblin Entertaninment ha infatti riferito a IndieWire il punto di vista espresso da Spielberg:

A Steven sta molto a cuore la differenza tra lo streaming e la sala cinematografica. Sarebbe felice se altri si dovessero unire a lui quando si presenterà [alla prossima riunione dell'Academy, n.d.r.]. Vedremo cosa succederà.

Intanto sappiamo che l'Academy ha già confermato che le discussioni sulle regole di premiazione sono attualmente in corso.

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Le statuette d'oro degli Oscar

IndieWire riporta inoltre un elenco delle "lamentele" più sentite sulla distribuzione Netflix che costituiranno probabilmente il fulcro della discussione che emergerà durante la prossima riunione che si terrà ad aprile, nella quale la commissione dell'Academy potrebbe prendere seriamente in considerazione la proposta di Spielberg:

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  • Netflix ha speso troppo. Secondo un esperto, la campagna pro-Oscar di Roma sarebbe costata ben 50 milioni di dollari contro i 5 di Green Book, il vincitore nella categoria del miglior film. (Netflix ha invece dichiarato che le spese per la campagna sono state inserite nel loro intero budget di marketing).

  • La massiccia spinta di Roma avrebbe schiacciato i distributori degli altri candidati per il miglior film straniero. Il co-presidente di Sony Pictures Classics, Michael Barker, ha però dichiarato di alcuna opzione finanziaria se non rilasciare i nominati agli Oscar Opera senza autore e Cafarnao (negli USA) quando le sale hanno riaperto dopo le vacanze. Tuttavia, questo ha implicato che soltanto un numero minore di votanti ha avuto la possibilità di vederli.

  • Roma è stato solo per tre settimane in esclusiva nelle sale statunitensi.

  • Netflix non riporta i risultati del box-office.

  • Netflix non rispetta il rilascio cinematografico di 90 giorni.

  • I film di Netflix sono disponibili in 190 paesi, 24 ore su 24.

Esperanto Filmoj, Participant Media, Netflix e Cineteca di Bologna
Yalitza Aparicio affacciata alla porta di casa in una scena del film Roma di Alfonso Cuarón
Yalitza Aparicio in Roma

Su tutte queste argomentazioni toccherà all'Academy dire l'ultima parola. Tuttavia, non è ben chiaro in che modo e fino a che punto i film candidati dovrebbero soddisfare i canoni richiesti per la corsa all'Oscar. Va inoltre precisato che alcune sale cinematografiche hanno distribuito Roma per un periodo di tempo di ben tredici settimane. Ma le ragioni che stanno dietro alla discussione sono anche di altra natura e a spiegarle è stato proprio un membro dell'Academy in alcune dichiarazioni rilasciate allo stesso IndieWire:

C'è un crescente sentore che se [Netflix, n.d.r.] dovesse comportarsi da studio, ci dovrebbe essere una linea guida. Le regole sono state messe in atto quando nessuno poteva immaginare il nostro presente o futuro. C'è bisogno quindi di fare chiarezza.

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La crociata di Spielberg contro i film in streaming potrebbe però non essere priva di conseguenze. Roma non è stato certo l'unico prodotto distribuito da Netflix presente quest'anno tra i candidati agli Oscar. Alle pellicola di Alfonso Cuarón vanno infatti aggiunti titoli quali La ballata di Buster Scruggs, End Game e Period. End of Sentence, vincitore dell'Oscar per il miglior cortometraggio documentario. Dobbiamo quindi aspettarci il rischio che nuove eventuali decisioni potrebbero abbattersi su generi più difficili in termini di distribuzione?

La risposta di Netflix

La risposta di Netflix, sintetica ed efficace, in merito alle argomentazioni poste da Spielberg non è tardata ad arrivare. La società di distribuzione ha infatti twittato la propria idea di cinema in contrapposizione a quella del regista:

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Amiamo il cinema. Ecco altre cose che pure amiamo:

- L'accesso alle persone che non sempre possono permetterselo o che vivono in città senza sale cinematografiche.

- Lasciare che tutti, ovunque, si godano le uscite nello stesso momento.

- Regalare ai registi altri modi di condividere la loro arte.

Queste cose non si escludono a vicenda.

Questa replica non è però l'unica ad aver evidenziato un altro punto di vista di una questione, condivisibile o meno, abbastanza complessa. Altre illustri personalità del cinema hanno nel frattempo già espresso parere contrario alle posizioni di Spielberg.

La regista Ava DuVernay, nel 2017 nominata all'Oscar con il suo documentario XIII emendamento, ad esempio, ha twittato la sua preoccupazione circa gli eventuali nuovi provvedimenti che potrebbero essere presi:

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Cara Academy, ci sarà una riunione del Consiglio e i membri delle sezioni non potranno essere lì. Ma io spero che, semmai questo dovesse essere vero, ci saranno filmmaker nella stanza o che leggiate i commenti di registi che come me la pensano diversamente. Grazie, Ava DuVernay.

L'ex giurata di Cannes 2018 non è l'unica a contrastare l'opinione di Spielberg. Anche l'attore Bruce Campbell ha detto la sua su Twitter condividendo un articolo che riportava la notizia della crociata intrapresa dal regista di Cincinnati. Campbell sembra soprattutto contrariato dall'idea che Spielberg consideri Roma alla stregua di un mero "film per la TV" e chiude con un consiglio che ha più l'aria di una stoccata rivolta allo stesso regista: "Realizzi un film con Netflix".

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Steven Spielberg sta lavorando per assicurarsi che Netflix non abbia mai più un altro candidato per gli Oscar come Roma.

Mi dispiace, signor Spielberg, Roma non è un film per la TV, è qualcosa di impressionante. Le piattaforme sono diventate irrilevanti. Realizzi un film con Netflix.

La posizione anti-streaming però non è sostenuta dal solo Spielberg. Come molti ricorderanno, anche Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes, ha notoriamente bandito dalla Croisette i film Netflix dopo l'edizione 2017 (in cui c'erano in concorso Okja e The Meyerowitz Stories). Questo però ha comportato anche la perdita per Cannes di alcuni importanti titoli poi passati a Venezia, a cominciare dallo stesso Roma, che proprio l'anno scorso ha trionfato con il Leone d'oro.

Voi cosa ne pensate sulla questione? Siete d'accordo o meno con Spielberg?

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