Pablo Escobar, tutto sul re della cocaina colombiano

Autore: Rosanna Donato ,

Un uomo spietato, senza scrupoli e disposto a tutto pur di ottenere ciò che voleva.

È stato questo Pablo Escobar, registrato all’anagrafe come Pablo Emilio Escobar Gaviria, che - oltre ad essere stato un politico - fu il più noto trafficante di cocaina della Colombia. Non a caso venne soprannominato Il Re della cocaina colombiano.

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Sei pronto a scoprire tutto sul più potente e ricco criminale sudamericano? Bene, cominciamo.

Pablo Escobar: biografia

Escobar nacque a Rionegro l’1 dicembre 1949 e ben presto divenne il trafficante di droga più ricco della storia. Il suo patrimonio stimato, infatti, superò i 30 miliardi di dollari già nei primi anni '90. 

Il criminale fu il terzo di sette figli nati dalla relazione tra l'agricoltore Abel de Jesús Escobar Echeverri e la maestra delle elementari Hermilda Gaviria.

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Cresciuto per le strade di Medellín, Pablo iniziò presto la sua carriera criminale, accompagnando le sue giornate con piccoli furti e truffe e collaborando con i contrabbandieri (inizialmente di elettrodomestici).

Un furto d’auto lo portò a farsi arrestare dalla polizia nel 1974. Dopo il trasferimento nel carcere di La Ladera dove incontrò il famoso contrabbandiere Antonio Prieto, Pablo Escobar incominciò a lavorare per quest’ultimo dopo la sua scarcerazione.

Nel 1975 iniziò la sua scalata al potere nel settore del contrabbando della cocaina, la droga che proprio in quel momento stava prendendo piede a livello mondiale.

Con la morte di Fabio Restrepo, noto spacciatore locale di Medellín che venne assassinato dal signore della droga, Escobar prese il comando. Gli uomini di Restrepo dovettero sottostare a lui soltanto.

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In poco tempo Escobar divenne conosciuto a livello internazionale: il Cartello di Medellín controllava gran parte della droga che entrava negli Stati Uniti, Messico, Porto Rico, Venezuela, Repubblica Dominicana e Spagna.

Ma il vero scopo di Pablo era quello di sostituire lo stato colombiano, creando uno stato a sé: quello dei Narcos. Il noto trafficante di droga non mancò di corrompere ufficiali governativi, giudici e altri politici per raggiungere il suo obiettivo, uccidendo inoltre chi non era disposto a collaborare con lui.

La strategia di Escobar per ottenere il sostegno delle personalità più influenti e dei suoi uomini venne chiamata "plata o plomo" ("soldi o piombo") e consisteva nel proporre sempre una alternativa a coloro che incontravano la sua strada: lasciarsi corrompere o morire.

Pablo Escobar non fu solo un criminale. La politica iniziò ad avere un ruolo centrale nella sua vita sin dal 1982, quando si candidò in una lista del Movimento Rivoluzionario Liberale il cui leader era Luis Carlos Galán. Quest’ultimo però rifiutò l’adesione al partito di Escobar per via della sua fortuna, conquistata in maniera illegale.

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Eppure Pablo Escobar riuscì a farsi un nome anche in campo politico, grazie ad Alberto Santofimio Botero, leader della formazione politica Alternativa Liberale. Ormai esponente di spicco del partito, Escobar mise in atto un piano chiamato “Medellín sin Tugurios”, che prevedeva la costruzione di case per le famiglie più povere.
Sarebbero state oltre cinquecento le abitazione che presto avrebbero dato un tetto sotto la testa ai più disagiati.

In seguito alla sua campagna elettorale, il 14 marzo 1982 Pablo venne eletto alla Camera dei Rappresentanti.

Ma qualcosa andò storto: il 25 agosto del 1982 il quotidiano El Espectador rese pubblica la notizia dell’arresto di Escobar nel 1976 per possesso di un carico di cocaina e ciò gli provocò la revoca dell’immunità parlamentare, fatto che lo portò a presentare le dimissioni

Pablo Escobar si vendicò di tutti coloro che non lo appoggiarono, a partire dal Ministro della giustizia Rodrigo Lara Bonilla. I narcotrafficanti colombiani si rifugiarono a Panama per paura delle ripercussioni.

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Nell’estate del 1984 Escobar e la sua famiglia, insieme al suo socio in affari José Gonzalo Rodríguez Gacha, si trasferirono in Nicaragua grazie all’ospitalità di alcuni membri del governo sandinista.

A Nicaragua Escobar e il suo socio iniziarono a progettare il modo per introdurre la cocaina negli Stati Uniti d’America dal loro nuovo quartier generale. In questa circostanza Escobar conobbe il pilota americano Barry Seal, anche informatore delle agenzie americane.

Durante la spedizione di un carico, però, Seal scattò delle fotografie a Escobar e Gacha e così facendo fornì le prove delle attività illegali dei due. Ancora non sapeva che presto (19 febbraio 1986) sarebbe stato assassinato a Baton Rouge, in Louisiana, dai sicari del Cartello di Medellín. In seguito il re della droga tornò in Colombia.

Il 6 novembre 1985 Escobar venne a sapere di un possibile attentato al Palazzo di Giustizia, sede della Corte Suprema. In questo luogo erano custoditi i fascicoli relativi alle indagini sulla sua persona e per questo Pablo decise di finanziare l’attacco, così da ottenere vantaggi per sé stesso.

Il bagno di sangue che ne seguì colpì la Colombia così tanto che la Corte Suprema del paese decise di annullare il trattato d'estradizione esistente con gli Stati Uniti. Ancora una volta il quotidiano El Espectador contestò la scelta della Corte Suprema e allora Escobar fece assassinare il direttore del giornale, Guillermo Cano Isaza.

Il 13 gennaio 1988 gli uomini del Cartello di Cali fecero scoppiare un'autobomba davanti alla casa di Escobar, provocando la morte di due persone. Così ebbe inizio la guerra tra le due più grandi organizzazioni criminali colombiane.

Dopo essersi consegnato alle autorità colombiane nel 1991 per evitare l’estradizione, Escobar dovette sostenere un processo che si concluse con la carcerazione effettiva nella prigione privata La Catedral, che lo stesso narcotrafficante costruì. Un accordo con il governo infatti prevedeva 5 anni di confinamento obbligatorio nella sua prigione e il pagamento del debito estero colombiano in cambio della non estradizione.

Il 22 luglio 1992 il governo decise di trasferire Escobar in una prigione meno lussuosa, soprattutto per via delle sue uscite dal carcere ingiustificate per assistere a partite di calcio, fare compere a Medellín, frequentare feste e altri luoghi pubblici.

Pablo Escobar con un compagno della squadra di football

Pablo Escobar: la morte

Escobar riuscì ad evadere dalla prigione prima che il trasferimento fosse messo in atto. Delta Force e Navy SEAL iniziarono una vera e propria caccia all’uomo che si concluse il 2 dicembre 1993: una squadra colombiana di sorveglianza elettronica, utilizzando la triangolazione radio fornita dagli Stati Uniti, lo localizzò in un quartiere di Medellín.

In questa occasione Escobar e la sua guardia del corpo, Alvaro de Jesús Agudelo ("El Limón”), tentarono di fuggire sui tetti, ma vennero entrambi uccisi dalla polizia colombiana. Pablo morì a causa di alcuni colpi di arma da fuoco alla gamba e al busto. Ma il colpo mortale fu quello che gli attraversò l’orecchio.

Stando ad alcune rivelazioni raccontate dal figlio Juan, in realtà Pablo si sarebbe suicidato con un colpo in testa in quanto ormai braccato dalle autorità.

Circa 25mila persone parteciparono alla sua sepoltura, tra cui la maggior parte dei poveri di Medellin che da lui furono ampiamente aiutati. La sua tomba venne posta al Cimitero Jardins Montesacro di Itagui.

Nell'ottobre del 2006, quando morì la madre Hermilda Gaviria, le autorità ne approfittarono per esumare il cadavere di Escobar e fare un test sul DNA volto a confermare la reale identità della salma.

L'eredità di Pablo Escobar: i nuovi signori della droga

Dopo la morte di Pablo Escobar, il cartello di Medellín perse il dominio sul narcotraffico. A conquistare il mercato della cocaina fu il Cartello di Cali, che mantenne il potere fino alla metà degli anni '90, quando vennero assassinati o imprigionati i suoi leader.

Ai tempi il cartello di Cali, fondato dai fratelli Gilberto Rodríguez e Miguel Rodríguez, insieme a "Chepe" Londoño e "Pacho" Herrera agli inizi degli anni ’70, controllava l'80% delle esportazioni di cocaina dalla Colombia verso gli Stati Uniti.

Da sempre in lotta contro il cartello di Medellín, il cartello di Cali si avvalse del sostegno dei Los Pepes (acronimo di Popolo Perseguitato da Pablo Escobar), i quali avevano come unico obiettivo quello di uccidere Escobar.

Con l'inasprimento delle leggi colombiane contro i narcotrafficanti e la nascita di nuovi cartelli sempre più imponenti, come quello di Norte del Valle, il cartello di Cali si frammentò perdendo così la sua supremazia.

La famiglia di Pablo Escobar: moglie, figli e fratelli

Moglie, amanti e figli di Escobar

Pablo Escobar sposò Maria Victoria Henao nel marzo 1976. Maria nacque nel 1961 in Colombia. Fu il fratello maggiore di quest’ultima, che lavorò con Pablo durante i primi anni, a presentarle il re della droga. La famiglia di lei, però, non vedeva di buon occhio questa unione per via del basso status sociale di Pablo.

Successivamente Escobar intraprese una relazione con la giornalista Virginia Vallejo. Maria sapeva tutto di questa storia e anche delle altre amanti di Pablo ma non lo abbandonò mai.

La coppia ebbe due figli: Juan Pablo Escobar Henao e Manuela. Quest’ultima era la figlia prediletta dal re della cocaina, tanto che lui soddisfava ogni sua richiesta.

Pablo Escobar con moglie e figli
Da sinistra a destra: Juan, Manuela, Pablo e Maria

In seguito alla morte del padre, Manuela e la sua famiglia fuggirono dalla Colombia a causa delle rappresaglie contro di loro. Dopo aver vissuto in Ecuador, Sud Africa e Perù, si trasferirono in Argentina.

Manuela decise di cambiare il suo nome in Juana Manuela Marroquin Santos e da allora ha quasi condotto una vita tranquilla e privata lontano dalle luci della ribalta.

Juan Pablo Escobar invece nacque il 24 febbraio 1977. Oltre ad aver cambiato il suo nome in Sebastián Marroquín, è oggi un architetto e scrittore.

I fratelli di Pablo Escobar

Pablo Escobar fu il terzo di sette figli, tutti nati dall’unione tra l'agricoltore Abel de Jesús Escobar Echeverri e la maestra delle elementari Hermilda Gaviria.

Roberto de Jesús Escobar Gaviria è uno dei fratelli di Pablo, ex contabile del Cartello di Medellín, responsabile dell'80% della cocaina contrabbandata negli Stati Uniti.

Roberto, uno dei fratelli di Pablo
Foto di Roberto Escobar, fratello di Pablo

Insieme a Roberto, completano la famiglia i fratelli Luis Fernando Escobar, Alba Marina Escobar, Luz María Escobar, Argemiro Escobar, e Gloria Inés Escobar.

Luz Maria Escobar, sorella di Pablo
Luz Maria Escobar sulla tomba del fratello

Pablo Escobar: il patrimonio e i soldi scomparsi

All’apice della sua carriera criminale, secondo la rivista Forbes, Escobar era il settimo uomo più ricco del mondo e controllava l'80% della cocaina del mondo e il 20% delle armi illegali in circolazione.

La sua organizzazione possedeva flotte di aerei, navi, veicoli costosi, ricche proprietà e vasti appezzamenti di terreno. Il cartello di Medellín incassava oltre 30 miliardi di dollari l’anno (si parla di circa 60 milioni di dollari al giorno).

Eppure una parte dei soldi di Pablo Escobar scomparve nel nulla. Come è possibile? Nonostante le ricerche delle autorità e quelle effettuate da due agenti subacquei che lavoravano per la CIA, Doug Laux e Ben Smith, per un documentario targato Discovery Channel, nessun tesoro è mai stato trovato.

Pare che di questi soldi un miliardo all’anno venisse perso a causa dei topi e dell’umidità che danneggiavano le banconote. Secondo The Sun, però, mancherebbero all’appello ben 50 miliardi di dollari. Che fine avrà fatto il denaro?

Serie TV, film e libri ispirati alla vita di Pablo Escobar

Pablo Escobar. Il padrone del male

Di recente il figlio di Pablo Escobar, Juan Pablo Escobar, ha scritto un libro in cui ha raccontato tutti i retroscena riguardanti la vita del padre:

Mio padre seguiva la mafia italiana e prestava attenzione soprattutto alla storia di Totò Riina. Non so se lo ammirava ma lo imitava. Apprese alcuni suoi metodi per fare guerra allo Stato, anche se non hai mai avuto relazioni con la mafia italiana.

Si è ucciso da solo. I periti me l’hanno confermato. Furono minacciati per non scrivere la verità sui documenti ufficiali perché le autorità volevano una verità diversa per la fine di questa storia.

Ci sono registrazioni telefoniche di mio padre che, parlando di quando le autorità l’avrebbero intercettato, dice che si sarebbe ucciso di fronte a loro. Lo avevano portato di fronte alla decisione di morire lui o di veder uccidere tutta la sua famiglia.

Questo ha rivelato Juan Pablo Escobar nel libro Pablo Escobar. Il padrone del male.

Copertina del libro Pablo Escobar. Il padrone del male

Narcos

Se tra i libri più letti sul re della Cocaina c’è Pablo Escobar. Il padrone del male, tra le serie TV più seguite degli ultimi tempi troviamo Narcos. Il noto narcotrafficante è il protagonista delle prime due stagioni del progetto, nato nel 2015 e prodotto da Netflix.

La serie TV racconta la storia vera della diffusione di cocaina tra Stati Uniti ed Europa negli anni ’80, che avvenne grazie al cartello di Medellín. Due agenti della DEA vengono incaricati di guidare una missione per catturare e uccidere Pablo Escobar, interpretato dall'attore brasiliano Wagner Moura.

Pablo Escobar: el patrón del mal

Nel maggio 2012 è stata trasmessa su Caracol TV la serie TV Pablo Escobar: el patrón del mal, che ha battuto ogni record d’ascolto in Colombia. Attualmente la serie TV è disponibile su Netflix.

The Infiltrator

Tra i film che parlano o citano Pablo Escobar è presente The Infiltrator (2016), ispirato alla vera storia di Robert Mazur, agente speciale dello U.S. Customs Service che negli anni '80 si infiltrò nell'organizzazione di Escobar per smascherare il sistema di riciclaggio del denaro usato dal criminale.

L'agente federale Mazur lavora sotto copertura per infiltrarsi nel traffico di droga di Pablo Escobar. Insieme al collega Emir Abreu e all'agente inesperta Kathy Ertz, Mazur riesce a stringere amicizia con Roberto Alcaino, uomo di fiducia di Escobar.

Mazur rischierà la sua stessa vita per portare all'accusa 85 personalità coinvolte nel traffico della droga. Saranno accusati anche numerosi banchieri corrotti che hanno gestito un vasto impero internazionale grazie al riciclaggio di denaro sporco.

Blow

Altro film che vede tra i suoi personaggi Pablo Escobar è Blow (2001), diretto da Ted Demme. La storia è basata su un romanzo di Bruce Porter su George Jung e vede come protagonista un trafficante di droga legato al cartello di Medellín, attivo negli anni '70 e '80.

Ad interpretare il personaggio principale è Johnny Depp (George Jung), mentre il ruolo di Escobar è affidato a Cliff Curtis.

Escobar: Paradise Lost

Nel 2014 Pablo Escobar è stato interpretato da Benicio del Toro nel film Escobar: Paradise Lost, la cui trama è incentrata sul giovane canadese Nick. Quest’ultimo pensa di aver trovato il paradiso quando raggiunge il fratello in Colombia.

Una laguna turchese, una spiaggia d'avorio, onde perfette - è un sogno per questo giovane surfista canadese. Durante il suo soggiorno in Colombia incontra Maria, una splendida ragazza colombiana. I due si innamorano follemente e tutto va benissimo fino a quando Maria presenta Nick a suo zio: Pablo Escobar.

Escobar - Il fascino del male

Il 19 aprile 218 arriverà sul grande schermo la pellicola Escobar - Il fascino del male, che vede tra i suoi interpreti principali Javier Bardem e Penélope Cruz. Il primo veste i panni del noto trafficante di droga, mentre la Cruz ricopre il ruolo di Virginia Vallejo, l’amante di Pablo. Il film, il cui titolo originale è Loving Pablo, è stato presentato alla 74a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia

Una scena del film Loving Pablo

Le citazioni e le frasi più famose di Pablo Escobar

Tra le migliori citazioni e frasi di Pablo Escobar ne troviamo alcune che denotano una certa sicurezza in sé stesso del signore della droga, parecchia logica da strada e una particolare convinzione in ciò che dice e pensa: se dice una cosa, la fa. Senza curarsi delle conseguenze.

Ecco una selezione delle sue massime più celebri.

A volte io sono Dio. Se dico che un uomo muore, muore quello stesso giorno.

Ci sono duecento milioni di idioti, manipolati da un milione di uomini intelligenti.

Solo chi ha sofferto la fame con me e mi è stato vicino quando ho attraversato un brutto momento a un certo punto della vita, può mangiare alla mia tavola.

Se devi fare una cosa non lo dire. Falla e basta.

La tua vita è il risultato delle tue azioni, non delle intenzioni.

Ti osservano, ti criticano, ti invidiano e alla fine ti imitano.

Insomma, non si può certo dire che Pablo Escobar, il Re della cocaina colombiano, fosse un uomo da imitare. Anzi, la sua storia è la dimostrazione di quanto il desiderio di raggiungere i propri obiettivi possa essere più forte di qualsiasi legge morale. 

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