Passengers: il significato del finale (e la sua versione alternativa)

Autore: Francesco Ursino ,

Passengers, film del 2016, regalava allo spettatore un’altra idea di spazio profondo. Non solo un posto in cui “nessuno può sentirti urlare”, come nella saga di Alien, ma il luogo in cui trovare – inaspettatamente – l’amore.

Un film che, come si legge nella recensione, si proponeva di offrire una riflessione sul rapporto tra tecnologia ed essere umano, riuscita forse solo a metà. I presupposti per una pellicola di alto livello, in ogni caso, c’erano tutti, a partire dal cast. Diretta da Morten Tyldum e scritta da Jon Spaihts, l’intera pellicola si reggeva sul rapporto tra i personaggi interpretati da Jennifer Lawrence e Chris Pratt, ma non solo. Michael Sheen e Laurence Fishburne avevano un ruolo centrale nella trama, e a questi si aggiungeva Andy García.

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I risultati al botteghino, d’altra parte, sono stati piuttosto lusinghieri. Secondo le rilevazioni Box Office Mojo, Passengers ha registrato incassi per oltre 300 milioni di dollari, a fronte di un budget di 110 milioni di dollari. Nel 2017 giunsero anche due nomination agli Oscar. La prima per la colonna sonora di Thomas Newman – già in lizza diverse volte per vincere l'ambita statuetta, come nel caso di Skyfall; la seconda per la miglior scenografia, a opera di Guy Hendrix Dyas e Gene Serdena.

Senza ulteriori indugi, è tempo allora di ripercorrere la trama di Passengers, concentrandosi soprattutto sul significato delle sequenze finali, e sull'epilogo alternativo incluso nella prima versione della sceneggiatura.

La trama

La nave spaziale Avalon è il vanto della Homestead Company. Completamente automatizzata, l'astronave è al centro di una missione ambiziosa. L’obiettivo, infatti, è quello di compiere un viaggio lungo 120 anni verso la colonia Homestead II, con a bordo 5.000 persone sottopostesi volontariamente a sonno criogenico.

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Le cose, però, non vanno nel modo sperato. Dopo una collisione con un campo di meteoriti, l’astronave inizia a segnalare i primi malfunzionamenti e imprevisti. Tra questi c’è il risveglio, con oltre 90 anni di anticipo, dell’ingegnere meccanico Jim Preston (Chris Pratt). È fin troppo facile, per Jim, capire di essere il solo essere umano presente sulla Avalon. L’unica entità con cui comunicare è Arthur, il robot barista della nave spaziale.

Dopo il risveglio, Jim passa un anno a cercare di adattarsi alla vita in solitaria nello spazio. Dopo i primi momenti esaltanti, però, la depressione prende il sopravvento, e l’idea di un suicidio non sembra poi così lontana.

È a questo punto che al protagonista viene in mente un’idea: risvegliare un’altra persona per avere compagnia. La sua attenzione vira subito sulla giornalista Aurora Lane (Jennifer Lawrence), che ha l'obiettivo di scrivere le cronache del suo arrivo su Homestead II, per poi fare ritorno sulla Terra. Dopo aver letto la sua storia personale sul computer di bordo, ed essersi confidato con Arthur, Jim decide di risvegliarla, facendole credere che il suo ritorno fosse stato frutto di un malfunzionamento del sistema.

I due, così, iniziano a conoscersi e – a poco a poco – innamorarsi. Sembra andare tutto per il meglio quando una sera, per un malinteso, Arthur svela alla ragazza tutta la verità sul suo risveglio, causato non da un malfunzionamento, ma da Jim. La protagonista reagisce con un misto di disgusto e rabbia.

Jim e Aurora, così, iniziano a vivere separatamente, nel silenzio della nave spaziale. Per la ragazza, però, la rabbia è ancora troppa. Una notte decide di entrare nella camera di Jim e inizia a tramortirlo, fino ad arrivare quasi al punto di ucciderlo. La giornalista si ferma all’ultimo momento, scappando via.

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La situazione cambia ancora una volta a causa di un evento imprevisto. Gus Mancuso, il capotecnico della nave spaziale, si risveglia a causa di un malfunzionamento. Il tecnico capisce che la Avalon avrebbe bisogno di numerosi interventi tecnici, necessari per evitare il fallimento di tutta la missione. C’è un problema, però. Gus, a causa di un malfunzionamento della sua capsula di ibernazione, è affetto da problemi di salute che lo portano, in poco tempo, alla morte. Jim e Aurora, così, rimangono ancora una volta da soli.

Il finale

Grazie alle indicazioni di Gus, i due protagonisti iniziano ad approfondire i vari guasti che affliggono la Avalon, nel tentativo di risolverli. Si scopre così che la causa di tutti i problemi è l’impatto con alcuni meteoriti, che ha causato un’avaria al computer che controlla il reattore centrale dell'astronave. Dopo aver tentato una prima riparazione d’emergenza, Jim capisce che l’unico modo per risolvere la situazione è uscire fuori, nello spazio profondo, e aprire un portello di aerazione ostruito.

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Ancora una volta, le cose non vanno nel verso giusto. Durante l’operazione, il tubo di ventilazione della tuta spaziale di Jim si danneggia. Aurora, in preda al panico, decide di uscire nello spazio profondo, per tentare di salvarlo. La ragazza riesce nella sua impresa e, grazie a una speciale capsula medica, porta Jim in salvo.

Jim, completamente guarito, fa una scoperta sconvolgente. La capsula medica presenta una funzione che consente di ibernare nuovamente lui o Aurora, in modo da risvegliarsi nel futuro, al momento opportuno. Il ragazzo propone al personaggio portato in scena da Jennifer Lawrence di entrare nella capsula. In questo modo, la giornalista avrebbe modo di scrivere il suo libro, e centrare il suo obiettivo. Aurora, però, sceglie di stare con Jim, e rinunciare alla sua missione per rimanere vicina all’uomo che ama.

Le ultime sequenze del film mostrano Jim e Aurora, più innamorati che mai, mentre vivono alcuni intensi attimi della loro nuova vita insieme, e guardano con fiducia allo spazio sconfinato che si para davanti ai loro occhi.

Il film, però, non termina qui. 88 anni dopo le vicende di Jim e Aurora, la Avalon giunge finalmente su Homestead II. I passeggeri ibernati, tra cui spicca il capitano Norris (Andy García), possono finalmente risvegliarsi. Con loro grande sorpresa, ad accoglierli è una nave spaziale piuttosto diversa da quella che avevano lasciato, perché ricca di vegetazione rigogliosa. In altre parole, ricca di vita.

Il significato del finale

Il significato del finale di Passengers è maggiormente comprensibile se si fa riferimento alle parole che Aurora pronuncia durante gli ultimi istanti del film, dove i passeggeri della Avalon si risvegliano:

La ragazza, in particolare, cita una frase ripetuta da Arthur, il saggio barista robotico della nave spaziale:

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Se rimani troppo a lungo a pensare dove ti piacerebbe essere, finisci per dimenticare di trarre il massimo da dove ti trovi adesso.

E questo pare essere proprio il destino della ragazza. Invece di pensare alla sua vita futura, e a quello che avrebbe potuto fare su Homestead II una volta risvegliatasi dell’ibernazione, Aurora ha scelto di “trarre il massimo” dalla situazione in cui si trovava al momento, preferendo trascorrere il resto dei suoi giorni con Jim. Il resto delle parole della protagonista sembra confermare questo concetto:

Durante il cammino abbiamo perso la strada, ma ci siamo trovati. E abbiamo vissuto una vita. Una fantastica vita. Insieme.

Il senso ultimo del finale di Passengers, allora, sembra essere proprio questo. Invece di pensare costantemente al futuro, è necessario agire qui, ora, e trarre il massimo dalla situazione attuale in cui ci si trova. Aurora e Jim hanno fatto proprio questo, con una decisione che non manca di suscitare sorpresa e disorientamento. Ed è proprio uno sguardo sorpreso, e disorientato, quello che il capitano Norris ha alla fine del film, quando si rende conto di cosa sia successo sulla nave per tutto quel tempo.

La sceneggiatura originale

La romantica storia spaziale di Passengers avrebbe potuto prendere una piega decisamente diversa. Così come riporta Screenrant, infatti, la sceneggiatura originale del film è datata 2007. Si trattava di un progetto decisamente interessante, visto che fu capace di meritare un posto d’onore nella Black List, il sondaggio annuale sulle sceneggiature più promettenti e non ancora prodotte.

Columbia Pictures
Una scena di Passengers, film del 2016

Il piano originale era di affidare le parti di Jim e Aurora a Keanu Reeves ed Emily Blunt. Dopo questa prima fase, però, lo sviluppo del film subì una evidente battuta d’arresto, entrando in quel periodo di blocco totale che gli addetti ai lavori chiamano “development hell”.

Alla fine, il film riuscì a venire alla luce con una sceneggiatura fortemente diversa dalla sua versione originale. Vale la pena sottolineare che il controllo della storia è sempre stato nelle mani di Jon Spaihts. L’approccio con vari attori e finanziatori ha portato però a continui aggiornamenti della trama, fino ad arrivare alla versione proposta nei cinema.

Di cosa parlava, allora, il plot originale di Passengers? La versione del 2007, secondo il già citato articolo di Screenrant, si concentrava maggiormente sulla psicologia dei personaggi, proponendo un approccio generalmente più dark, ma anche con momenti leggeri e ironici.

Il tema del risveglio di Aurora operato da Jim, inoltre, veniva affrontato da un’angolazione diversa. Il focus era sulla moralità del gesto, che veniva indagato in maniera più approfondita rispetto a quanto accade nella versione finale della pellicola.

Il finale alternativo

Il cambiamento maggiore tra la versione originale di Passengers e quella arrivata nei cinema riguarda le sequenze finali. L’idea di fondo che dà inizio alla parte conclusiva del film era presente anche nella prima sceneggiatura. Un terzo personaggio (rivelatosi poi Gus) si risveglia, e inizia a sottolineare i problemi tecnici della nave spaziale, causati dall’impatto con alcuni meteoriti. La prima versione, però, sottolinea in maniera più approfondita i problemi dell'astronave, rendendoli più coerenti e plausibili. Lo stesso personaggio di Gus, poi, è protagonista di un numero maggiore di scene. Alcune di queste indugiano sul suo passato, e fanno scoprire più dettagli sul personaggio. Anche in questo caso, però, la sua malattia gli impedisce di portare a termine le riparazioni della Avalon, che quindi devono essere gestite da Jim e Aurora.

Ed è in questa fase che le due sceneggiature divergono in maniera piuttosto evidente. Le drammatiche sequenze che vedono Jim intento a sbloccare il reattore, con il conseguente intervento di Aurora per salvare il ragazzo da morte certa, non compaiono nella prima versione del film. Al contrario, dopo la morte di Gus, i due protagonisti scoprono un foro nella nave spaziale. L'improvvisa perdita di pressione per poco non uccide Jim.

I personaggi principali, scampato il pericolo, iniziano una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di riparare la Avalon. Jim e Aurora, alla fine, riescono a resettare il computer che controlla il reattore senza riportare danni. L’operazione, però, porta il sistema centrale della nave spaziale a iniziare le operazioni di sbarco. La situazione, pertanto, precipita. I 5.000 passeggeri dell'astronave vengono rilasciati nello spazio profondo, e pertanto condannati a morte certa.

Columbia Pictures
Una scena di Passengers con Chris Pratt e Jennifer Lawrence

Jim e Aurora cercano se non altro di salvare il capitano Norris, ma ormai è troppo tardi. I due rimangono da soli sull'astronave, e non hanno altra scelta se non quella di continuare il loro viaggio.

La storia termina anche in questo caso con l’arrivo della Avalon su Homestead II. All’interno della nave spaziale, però, non si assiste al risveglio dei 5.000 passeggeri, morti anni prima a causa delle azioni dei due personaggi. Nonostante ciò, l'astronave è comunque abitata da un gran numero di persone – i discendenti di Jim e Aurora.

Il finale originale di Passengers ha un evidente tono dark rispetto a quello proposto dalla pellicola arrivata nei cinema. L’incapacità di Jim e Aurora di far fronte ai problemi della nave spaziale prende il sopravvento sul racconto del loro rapporto. La protagonista, d’altra parte, nel caso della sceneggiatura originale avrebbe un reale motivo per perdonare il suo compagno di avventura. Se Jim non l’avesse svegliata prematuramente, anche lei sarebbe morta insieme agli altri passeggeri destinati a vagare nello spazio profondo.

Questa versione del finale di Passengers, indugiando sulla possibile progenie di Jim e Aurora, introduceva evidenti problemi e implicazioni, forse non del tutto semplici da gestire per un film annunciato come un blockbuster hollywoodiano. L’amore tra i due protagonisti, in ogni caso, costituiva il filo conduttore che teneva insieme una storia più cupa di quella proposta nel 2016.

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Che ne pensate di Passengers? Preferite l'epilogo proposto nella versione finale della pellicola, o quello della sceneggiatura originale? 

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