Penguin Highway, la recensione: bambini, pinguini e un esordio intrigante

Autore: Elisa Giudici ,

È nata una nuova stella nel firmamento dell'animazione giapponese? È la domanda che viene da porsi alla fine della visione di Penguin Highway, l'ottimo esordio alla regia di un lungometraggio animato di Hiroyasu Ishida. Classe 1988, un pugno di corti in tasca e i diritti del romanzo di Tomihiko Morimi in pugno, lo sceneggiatore e regista giapponese ha davvero smosso le acque in un panorama che - almeno visto da qui - vive un periodo di tediosa omologazione. Grazie a Nexo Digital che ne propone la programmazione nei cinema italiani in una due giorni dedicata, stavolta il pubblico italiano avrà la possibilità di vedere un film animato da una giovane promessa e non da un talento già consacrato e noto a livello internazionale. 

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Aoyama e la Sorellona giocano a scacchi
Il bizzarro rapporto intellettuale tra un ragazzino e una donna adulta e misteriosa viene ritratto in Penguin Highway

Il presupposto in realtà è piuttosto tradizionale: protagonista di giovanissima età, avvenente e fascinosa donna come spalla e comprimario, creature misteriose e adorabili al centro di un mistero da svelare. Tuttavia Ishida sa infondere da subito una notevole dose di carisma nei suoi personaggi (abbastanza distanziati da certi stereotipi degli anime) e sa gestire con grande abilità la durata non indifferente di 118 minuti. Dai i costi di realizzazione, i film animati con questa tecnica tendono a rimanere nella maggior parte dei casi sotto i 100 minuti, "accontentandosi" spesso di 90 minuti e spicci. Penguin Highway sfiora le due ore, ma scivola via con grande freschezza e lasciando dietro di sé un'impressione più che superficiale. 

Pinguini in città

Una tranquilla cittadini giapponese viene scossa dalla misteriose apparizione di una piccola colonia di pinguini in un terreno non edificabile. Lontani dal Polo sud, in un clima che dovrebbe decretarne la morte quasi immediata, i volatili scoppiano di salute e cominciano a correre misteriosamente nel folto del vicino bosco. Testimone di questo bizzarro, inspiegabile evento è il giovane Aoyama, un ragazzino di 10 anni con due grandi passioni: la scienza e il seno della sua procace amica, la Sorellona.

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Aoyama è carismatico e sicuro di sé tanto da risultare un po' saputello. Per esempio ha già calcolato quanti giorni lo separano dal compimento della maggiore età e si applica con grande impegno a diventare più intelligente ed erudito, studiando e leggendo sia dentro che fuori dalle aule scolastiche. Il suo modello è il padre, uno scienziato che ne incoraggia la curiosità e l'inclinazione per le scienze, consigliandolo e regalandogli quaderni su cui appuntare le sue impressioni. Così Aoyama si getta a capofitto nel progetto Penguin Highway: scovare la cosiddetta autostrada dei pinguini, il percorso su cui li guida il loro istinto e che li riporta puntualmente al Polo sud. Possibile che la cittadina dove vive sia finita nel mezzo di questa rotta?

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Aoyama e il suo amico in una scena di Penguin Highway
Brillante e sbarazzino, ma anche sorprendentemente concreto e profondo

Assistito dal suo pavido amichetto del cuore, da una compagna di classe altrettanto intelligente e vessato dal gruppetto di bulli locali, Aoyama dà il via a una serie di "esperimenti scientifici" per fare luce su quanto sta succedendo in città e per scoprire dove siano andati a finire i pinguini. Inaspettatamente le sue ricerche puntano tutte nella direzione della Sorellona, l'assistente di uno studio dentistico di cui il ragazzino è invaghito e con cui trascorre molto tempo giocando a scacchi e chiacchierando. 

Magia o fantascienza? 

L'apparizione dei pinguini in città suggerisce uno sviluppo magico, o quantomeno un'incursione nel sovrannaturale di miyazakiana memoria. Invece Penguin Highway può attingere a piene mani da un romanzo che ha uno sviluppo più inaspettato, complesso e decisamente interessante. C'è una spiegazione riconducibile alla scienza che verrà illustrata nel corso del lungometraggio, mentre si susseguono le scoperte di Aoyama nel folto del bosco e al fianco della Sorellona. Anzi, il lungometraggio si fa più appassionante e incisivo proprio grazie al suo crescendo narrativo, che dal mistero buffo dei pinguini si sposta su tematiche dall'epicentro più profondo, quasi esistenziale. 

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Sarebbe semplice scivolare e mettere il piede in fallo, invece Ishida conduce saldamente il film al suo epilogo, con grande coerenza e incisività. Alle volte l'animazione tentenna, ma è la storia a guidare saldamente il lungometraggio e quella davvero non lascia scampo, con un paio di colpi di scena molto azzeccati e una coerenza interna solida. Penguin Highway è un film con per protagonisti dei ragazzini, ma capace di ammiccare al pubblico adulto e sfidarne l'intelligenza. C'è la spassosa fissazione di Aoyama per il seno della Sorellona, ma c'è anche un angosciante passaggio della sua sorellina che piange disperata perché ha appena realizzato che prima o poi la loro mamma morirà. 

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Aoyama e i suoi amici in una scena del film
Un'estate indimenticabile, all'insegna dell'amicizia e della scienza

Non è semplice far coesistere creature carine, hybris scientifica e paura della separazione (sentimentale e luttuosa) in un film tanto brillante e scorrevole. Ishida lo fa e si fa decisamente notare, arrivando a infilare un paio di minuti in cui si inoltra nei misteri insondabili della vita e della spiritualità, senza mai banalizzare. Forse a mancargli davvero è un comparto tecnico all'altezza della sua perizia, dato che il film non brilla per incisività e carattere né a livello di character design né per le animazioni di Studio Colorido. Persino le musiche (componente cruciale nel campo dell'animazione) sono carine ma nulla più e parecchio dimenticabili. 

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Il complimento più bello che si possa fare a Penguin Highway è fantascientifico sì, ma brillante e sbarazzino. Si potrebbe compararlo a tante opere decisamente più note e mature, ma dare qualche titolo equivarebbe a fare un mezzo spoiler. Mi limiterò quindi a consigliarvi di andare a vederlo in sala, soprattutto se siete un po' tediati dalla svolta bambinesco-adolescenziale dell'animazione giapponese di taglio cinematografico di largo consumo. 

Penguin Highway arriverà nei cinema italiani solo il 20 e il 21 novembre 2018 nelle sale convenzionate.

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Commento

cpop.it

75

Sotto una scorza infantile, il primo film di Hiroyasu Ishida nasconde la grande ambizione di parlare di questioni esistenziali come la morte, l'amore e il valore positivo della scienza. Consigliato.

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