Pippo Baudo: dagli anni '60 ad oggi, le apparizioni al cinema e nelle serie TV

Autore: Alessandro Zoppo ,

Pippo Baudo è uno dei conduttori più amati di sempre. Insieme a Corrado, Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Raimondo Vianello, ha fatto la storia della televisione italiana. Baudo ha iniziato a fare TV a 23 anni, ed è uno di quelli per cui è difficile stabilire se è stato più un "semplice" mostro sacro del piccolo schermo o un vero e proprio baluardo della cultura nazional-popolare.

I suoi 84 anni, compiuti il 7 giugno 2020, sono quelli di una tra le pochissime icone della televisione rimaste in vita. Fanno fede le tredici edizioni del Festival di Sanremo condotte nel corso degli anni (la prima volta nel 1968, l'ultima nel 2008), i varietà di successo come Settevoci, Canzonissima, Domenica In e Fantastico, la scoperta dei talenti di Beppe Grillo, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, Fiorello, Laura Pausini, Giorgia, Andrea Bocelli e Michelle Hunziker.

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Il Pippo nazionale è diventato immaginario collettivo, ma non è stato soltanto artefice di momenti cult come l'incontro "ravvicinato" con Roberto Benigni a Sanremo, il "salvataggio" di chi minacciava di buttarsi di sotto dalla balaustra dell'Ariston o il tormentone "Questo l'ho inventato io".

Il vecchio leone siciliano vanta numerose apparizioni tra cinema e serie TV: per il suo compleanno, abbiamo stilato questa lista di ruoli memorabili che è diventata un excursus (quasi) completo nella lunga carriera del più famoso "talent scout" di tutti i tempi.

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I favolosi anni '60

È il periodo dei primi successi, da Eccetera, eccetera insieme a Gino Bramieri e Marisa Del Frate a Sanremo e Un disco per l'estate. Al cinema, il musicarello è ormai al tramonto ma Pippo Baudo trova modo di apparire in tre titoli dell'epoca. 

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Il conduttore presta la sua canzone Il suo nome è Donna Rosa all'omonima commedia sentimentale di Ettore Maria Fizzarotti con Al Bano e Romina Power.

Soprattutto partecipa a Zum Zum Zum e al seguito Zum zum zum n. 2: il dittico di Bruno Corbucci, pretesto per le esibizioni canore di Little Tony, adatta una vecchia canzone di Bruno Canfora, diventata sigla d'apertura di Canzonissima.

Nel sequel appare accanto a un eccitato Peppino De Filippo ("Quello è Pippo Baudo, lo conosco: è amico mio!", dice Enzo Cannavale) per presentare l'ottava "Pesciolata" di Pinetina a Mare.

I formidabili anni '70

Gli impegni televisivi si moltiplicano, eppure Pippo trova il tempo di dedicarsi a due progetti curiosi. Nel 1970 appare in W le donne di Aldo Grimaldi (è il colonnello Bertoluzzi) e ne cura la colonna sonora con il maestro Luciano Fineschi: d'altronde era il tempo di Settevoci. Il risultato è l'ennesimo musicarello con Little Tony (che su di giri canta Papa's Got a Brand New Bag di James Brown) e gli inserti comici di Franco e Ciccio, Gino Bramieri e Pippo Franco

Alla fine degli anni '70, Baudo fa un'altra piccola apparizione: interpreta se stesso nel thriller Delitto in via Teulada diretto dallo specialista del genere Aldo Lado (l'autore del violentissimo cult L'ultimo treno della notte), trasmesso originariamente in strisce da 5 minuti in tarda serata, prima dell'inizio del programma Variety, e poi rimontato per l'uscita in sala. 

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Nel cast spiccano una giovanissima Barbara D'Urso e i volti noti che all'epoca affollavano gli studi al 66 di via Teulada: Nanni Loy, Gianni Minà, Emilio Fede, Domenico Modugno, le gemelle Kessler, Renato Rascel, Claudio Cecchetto e tanti altri.

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I lussuriosi anni '80

Baudo è l'uomo dei record: presenta di tutto, dalle lotterie a Fantastico e Sanremo. Incappa persino nel flop di Festival, il debutto su Canale 5 (Berlusconi gli offrì 50 miliardi di lire per cinque anni), e rientra da "mamma Rai" grazie all'aiuto dell'amico Ciriaco De Mita, che convince il direttore generale Biagio Agnes a riportarlo a casa. "Io sono nato democristiano – confessa in un'intervista al Corriere della Sera –. Quando venni al mondo papà mi disse: sei figlio di Giovanni e sei democristiano. Lui aveva studiato con Mario Scelba e al liceo di Don Sturzo. Essere democristiani non significa appartenere a un partito. È un modo di intendere la vita".

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Nel mezzo, ci sono quattro comparsate degne di nota. Nel 1981 è sempre se stesso nella commedia demenziale L'esercito più pazzo del mondo di Marino Girolami, da un soggetto di Zuzzurro e Gaspare e con un cast stracult: Felice Andreasi, Massimo Boldi, Andy Luotto, Giorgio Porcaro, Adriana Russo, Gianni Ciardo, Giorgio Ariani. Baudo lancia il film a Domenica In. 

Un anno dopo il conduttore appare in un episodio dell'innovativa serie Casa Cecilia di Vittorio De Sisti con Delia Scala e Giancarlo Dettori.

Nel 1983, è la volta del folle e grottesco "FF.SS.", cioè... che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? di Renzo Arbore: Pippo si materializza con Lory Del Santo, Don Lurio, Nando Martellini, Luciana Turina e Maria Giovanna Elmi nei sogni della bruttissima Lucia Canaria, interpretata da Pietra Montecorvino.

Minerva Pictures
Pippo Baudo in una scena del film
Pippo appare in sogno a Lucia

Baudo è ancora presentatore zelante e professionale nella commedia Sono un fenomeno paranormale di Sergio Corbucci: quando ospita Roberto Razzi (Alberto Sordi), che ha appena scoperto di possedere i poteri del santone Babasciò, chiude in fretta l'intervista perché il professore suscita un "orgasmo ninfomaniaco" alla platea femminile con la forza dello sguardo.

Gli altalenanti anni '90

Il decennio si apre con uno dei più grandi successi televisivi di sempre: la parodia dei Promessi sposi. La comicità e l'ironia del mitico Trio Marchesini-Solenghi-Lopez è travolgente e Pippo si prende in giro nel costume del padre di Lucia, il nobile di origini siciliane "Pennellone".

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Dopo l'episodio Rock e Tarantella della fiction Un inviato molto speciale, dove recita accanto all'amico Lino Banfi, Baudo appare tra i vip di Anni 90 - Parte II di Enrico Oldoini: nella scena del ristorante, è seduto a cena con Nino Frassica e mentre Gino (Massimo Boldi) gli chiede una dedica, la moglie Graziella (Nadia Rinaldi) lo apostrofa con un estasiato "Com'è alto…".

I nostalgici Duemila

Sono gli anni del riflusso e delle celebrazioni, fino all'accoppiata con Rovazzi alla guida di Sanremo Giovani.

Baudo è usato dal cinema come memoria storica: testimonia per Ciprì e Maresco la grandezza di Franco e Ciccio nel documentario Come inguaiammo il cinema italiano, festeggia i 100 anni della Titanus con L'ultimo gattopardo: ritratto di Goffredo Lombardo di Giuseppe Tornatore, celebra la memoria di Alberto Sordi in Alberto il grande di Carlo e Luca Verdone, racconta i cambiamenti televisivi e culturali scaturiti con l'avvento delle emittenti televisive private tra gli anni '70 e i primi anni '80 in Liberi tutti di Luca Rea.

Infine, va a mangiare il pesce fresco nello stabilimento di Maurizio (Marco Giallini) quando arrivano gli elicotteri della polizia a caccia di migranti clandestini nel finale della commedia corale Tutti al mare, l'esordio alla regia di Matteo Cerami (il figlio di Vincenzo) e aggiornamento di Casotto di Sergio Citti.

01 Distribution
Marco Giallini e Pippo Baudo in una scena del film Tutti al mare
Il cameo di Pippo Baudo in Tutti al mare

Baudo, come ha scritto Beatrice Dondi su L'Espresso, "lo si nota di più di quando resta": è lui il Benjamin Button della nostra TV.

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