La porta elettronica che decide se il tuo gatto può entrare con le sue prede

Autore: Simone Alvaro Segatori ,

È impossibile impedire al gatto di comportarsi da cacciatore, è la sua natura e per quanto possiamo provarci non smetterà di portarci uccellini o altri piccoli animali da esibire come trofeo. Secondo Ben Hamm però, possiamo impedire al gatto di riempirci la casa con questi piccoli cadaveri grazie a una porta automatica per gatti che ne impedisce l'accesso in casa, se questi tornano con una preda tra le fauci.

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Vignetta umoristica di un gatto che porta la sua preda al padrone
Come essere un gatto:

Ben Hamm è un dipendente di Amazon che ha utilizzato un software di apprendimento automatico per costruire un sistema in grado di capire quando il suo gatto si avvicina alla gattaiola nella porta con un uccello o un roditore tra i denti. Rilevata una situazione del genere un computer collegato al lucchetto della gattaiola attiverebbe la chiusura per 15 minuti facendo desistere il gatto dal suo intento.

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Hamm ha mostrato la sua invenzione durante un evento che si è tenuto a Seattle il mese scorso. Durante la presentazione Hamm ha spiegato che per la costruzione del dispositivo si è servito di due strumenti di Amazon:

  • DeepLens: una videocamera appositamente progettata per essere utilizzata in esperimenti di apprendimento automatico e intelligenze artificiali;
  • Sagemaker: un servizio che consente ai clienti di acquistare algoritmi di terze parti o di crearne di propri, quindi di programmarli con i propri dati e infine di metterli in pratica.

Hamm ha spiegato che la parte più lunga del suo lavoro è stata la necessità di creare un database con oltre 23 mila foto di gatti con in bocca una preda, su cui il programma avrebbe dovuto poi basarsi per riconoscere l'animale che si avvicina alla gattaiola. Per farlo ha utilizzato una tecnica chiamata apprendimento supervisionato, in cui il computer viene "addestrato" per riconoscere le immagini con gatti senza preda e gatti con diverse prede, applicando delle etichette su quest'ultime. Una volta che il sistema ha applicato abbastanza etichette, dovrebbe riuscire a funzionare in automatico applicandole da solo a nuove situazioni.

Ben Hamm
Varie immagini del database della porta per gatti automatica rileva prede

Uno dei limiti della tecnica è che a volte sono necessari centinaia di migliaia o addirittura milioni di esempi per rendere il sistema davvero affidabile. Hamm ha riconosciuto che durante le sue prove i risultati non sono stati affidabili al 100%: durante un periodo di cinque settimane, il sistema si è bloccato una volta senza motivo, mentre il gatto è riuscito a "farla franca" entrando in casa con la sua preda una volta su sette.

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Qualcuno ha avuto anche da ridire sulla gattaiola automatica, facendo notare ad Hamm che era più semplice insegnare al gatto a cambiare comportamento. Hamm ha difeso il suo lavoro dicendo che è molto difficile "far cambiare idea ai gatti" e che soprattutto rimanere svegli fino alle tre del mattino in attesa che il gatto porti in casa una preda non è proprio il massimo.

A quanto pare però Hamm non è l'unico dipendente di Amazon ad aver problemi con il suo gatto: un altro dipendente ha infatti utilizzato un set-up simile a quello di Hamm per cercare di impedire al suo gatto di sedersi sul tavolo del salotto, ed ecco come è finita:

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Diciamo che questi metodi hanno ancora bisogno di un certo grado di affidabilità!

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