Presunto innocente: la trama e il finale del film con Harrison Ford

Autore: Alice Grisa ,

Presunto innocente è un film del 1990 diretto da Alan J. Pakula e scritto dallo stesso Pakula e Frank Pierson.

Tratto dal romanzo best-seller di Scott Turow, che nella vita svolge proprio la professione di procuratore, Presunto innocente consiste in un legal drama che parla di un pubblico ministero accusato dell’omicidio della sua amante.

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Nei panni del protagonista troviamo un intenso Harrison Ford, affiancato da Brian Dennehy, Raúl Juliá, Bonnie Bedelia, Paul Winfield e Greta Scacchi.

Le riprese si sono svolte tra Detroit, Windsor, Ontario e New Jersey, e (per gli interni) nei teatri di posa dei Kaufman Astoria Studios di New York.

La trama

Warner Bros.
Carolyn, la vittima, in primo piano
Greta Scacchi interpreta Carolyn

Rusty Sabich (Ford) è abituato a indagare sulle vite degli altri. Vice-procuratore capo, rimarrà spiazzato dall’accusa di aver violentato e ucciso una sua ex amante e collega, Carolyn Polhemus.

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Il procuratore distrettuale Raymond Horgan, quando si scopre della morte della donna, insiste che sia proprio Rusty a indagare, nonostante l’uomo sia vittima di un conflitto di interessi: sposato, aveva stretto una relazione con la collega, che lo aveva abbandonato quando si era accorta che non le sarebbe stato utile per la carriera.

Man mano che le prove, tra cui le tracce di DNA sul corpo della donna e le impronte su un bicchiere di birra, vengono a galla, la posizione di Rusty si sposta da quella di innocente a indiziato. Il suo capo dubita, sua moglie Barbara è sconvolta e il suo avvocato, Stern, si mostra scettico.

Sottoposto all’ira di Raymond, Rusty cerca disperatamente prove per scagionare se stesso. Indagando sul passato di Carolyn, l’uomo scopre che la collega era entrata in possesso di un file che testimoniava la corruzione di un uomo di nome Wells, che avrebbe pagato un giudice per far cadere le accuse contro di lui, con la complicità di Carolyn.

Rusty si rende conto che i suoi colleghi, che stanno indagando su di lui, potevano avere tutto l’interesse per incastrarlo, per insabbiare il caso di corruzione.

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A far svoltare il caso è la scoperta, da parte dell’avvocato Stern, che Carolyn aveva subito una legatura delle tube e, per questo, non aveva alcun bisogno della crema spermicida che è stata trovata sul suo corpo.

Nel frattempo, si scopre che anche il giudice corrotto ha avuto una breve relazione con la donna.

L’avvocato di Rusty prova che il campione di sperma è stato preso da un’altra persona e non dal corpo di Carolyn. Il caso viene chiuso come “irrisolto”.

Il finale

Warner Bros.
Una scena di Presunto innocente
Barbara ammette la propria colpevolezza

A casa, in giardino, Rusty scopre per caso il colpo di scena: una piccola ascia coperta di sangue e la presenza dei capelli di Carolyn. Si precipita a lavarla e trova Barbara, che confessa e ammette di aver ucciso Carolyn, proprio a causa della sua relazione con il marito, che l’ha fatta soffrire. E che aveva lasciato una serie di prove per far capire tutto al marito, anche se non aveva previsto che proprio lui venisse accusato dell’omicidio.

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Rusty, consapevole di essere stato ossessionato da Carolyn, si fa scivolare una lacrima sul viso.

Il film finisce con le immagini dell’aula di tribunale e la voce del protagonista fuori campo che spiega che il caso è stato dichiarato irrisolto, anche perché “proceduralmente” non si possono accusare due persone dello stesso crimine.

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Inoltre Carolyn è la madre di suo figlio e lui non può privare il proprio bambino della sua figura.

Il significato del finale

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L'ascia di Presunto innocente
Il ritrovamento dell'arma

Il finale di Presunto innocente, che qualcuno ha definito un giallo in stile hitcockiano, è piuttosto amaro. Rusty si rende conto di essere il principale colpevole di tutto ciò che è accaduto: se la moglie è arrivata a fare quello che ha fatto è stato a causa della sua ossessione per la collega.

Rusty, in quanto vice-procuratore, ragiona sull’accaduto in termini di “delitto e castigo”: anche se le figure di vittime, crimine e carnefice sono piuttosto sfumate, è consapevole di dover sopportare in prima persona la punizione per quello che, indirettamente, ha causato.

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