Quo Vadis, Aida? Il film di Jasmila Žbanić in concorso a Venezia 77

Autore: Silvia Artana ,

Il dramma della dissoluzione della Jugoslavia e la strage di Srebrenica irrompono a Venezia 77 con il film #Quo Vadis, Aida? La regista di Sarajevo Jasmila Žbanić, sopravvissuta alla guerra combattuta in Bosnia ed Erzegovina dal 1992 al 1995, ha scelto di portare sul grande schermo uno dei momenti più sanguinosi della storia europea recente, eppure non abbastanza conosciuto e spesso oggetto di una narrazione parziale, controversa e non di rado negazionista.

Nel luglio del 1995, 8.372 abitanti dell'enclave di Srebrenica, perlopiù uomini e ragazzi bosgnacchi (ovvero bosniaci musulmani), sono stati uccisi e sepolti in fosse comuni dai militari dell'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina guidato da Ratko Mladić. Il "massacro di Srebrenica" ha (di fatto) segnato un punto di svolta nel conflitto ed è diventato un caso internazionale, perché è stato perpetrato in una "zona protetta" dell'ONU, sotto la tutela di un contingente olandese della Forza di Protezione delle Nazioni Unite (UNPROFOR). In seguito, la Corte internazionale di giustizia e il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia hanno stabilito che è stato un genocidio, perché è stato commesso con la volontà di sterminare il gruppo etnico dei bosgnacchi.

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Jasmila Žbanić ripercorre quei momenti terribili in una storia che racconta di "una donna alle prese con un gioco di guerra tra uomini" e che vuole essere un monito di "quanto sia facile scivolare nell'inimmaginabile" per mano di "politici irresponsabili e dei loro interessi".

Il film, che è ispirato alla vicenda vera del traduttore bosniaco Hasan Nuhanović (che ha perso l'intera famiglia nel massacro ed è stato soprannominato l'"Elie Wiesel della Bosnia" per la sua incessante ricerca di giustizia), è stato presentato in anteprima in concorso in Laguna il 3 settembre.

Quo Vadis, Aida? Quo Vadis, Aida? Bosnia, luglio 1995. Aida è un’interprete che lavora alle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica. Quando l’esercito serbo occupa la città, la sua famiglia è tra le migliaia di cittadini ... Apri scheda

La trama di Quo Vadis, Aida? 

Srebrenica, luglio 1995. Aida vive con il marito e i due figli nella cittadina della Bosnia ed Erzegovina e lavora come traduttrice per le Nazioni Unite. La sua esistenza è scandita dalla guerra che devasta il paese dal 1992, ma l'inimmaginabile prende forma quando l'esercito serbo occupa la piccola enclave. La sua famiglia, come migliaia di altre, cerca rifugio nel campo base dell'ONU e la donna pensa che il contingente di Caschi Blu rappresenti una sicurezza. Ma ben presto si rende conto che non è così.

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Per il suo ruolo "privilegiato", Aida entra in contatto con informazioni riservate e cruciali e finisce con il trovarsi di fronte a un orizzonte incerto, che prima che possa rendersene conto la precipita in un orrore impensabile e la costringe a scelte drammatiche.

Il cast e la regista di Quo Vadis, Aida? 

La protagonista di Quo Vadis, Aida? è l'attrice serba Jasna Đuričić. Docente di recitazione presso l'Academy of Arts dell'Università di Novi Sad, è un'interprete versatile di cinema e teatro e nel 2010 ha vinto il Pardo per la Miglior interpretazione femminile per White White World al Festival di Locarno. Insieme a lei recitano Izudin Bajrović, Boris Isaković, Johan Heldenbergh, Raymond Thiry, Boris Ler, Dino Bajrović, Emir Hadžihafizbegović ed Edita Malovčić.

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Il poster di Quo Vadis, Aida?
Il poster di Quo Vadis, Aida? con la protagonista, interpretata da Jasna Đuričić

Quo Vadis, Aida? è diretto da Jasmila Žbanić, che firma anche la sceneggiatura del film. Nata a Sarajevo nel 1974 e sopravvissuta al conflitto culminato nel lungo assedio della capitale della Bosnia ed Erzegovina, la regista ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2006 per la sua pellicola d'esordio, Il segreto di Esma, che racconta la vicenda di una madre e di sua figlia sullo sfondo delle conseguenze della guerra che ha portato alla dissoluzione della ex Jugoslavia. Anche il secondo lungometraggio di Jasmila Žbanić, Il sentiero (2010), è una storia che esplora le molteplici facce e le contraddizioni della sua terra.

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La regista ha rivelato di avere avuto molte incertezze e perplessità sulla realizzazione di Quo Vadis, Aida?, perché il film porta sullo schermo quello che ha definito "un campo minato politico":

Come filmmaker bosniaca sopravvissuta alla guerra sono profondamente vicina all'argomento. Ma la vicinanza non è sempre un buon requisito per fare un film. Sei troppo coinvolto, troppo miope, troppo vulnerabile.

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Jasmila Žbanić ha rivelato di avere scritto la sceneggiatura immaginando di raccontare gli eventi a un pubblico che "non ha mai sentito parlare di Srebrenica" e di avere voluto descrivere il massacro e le sue conseguenze in un modo che "spoglia la guerra dal patriottismo e da altre s******** che spesso servono a mascherare la sua banalità".

Nella figura della sua protagonista, Quo Vadis, Aida? indaga l'essenza dei conflitti e mette al centro le donne, che non solo devono affrontarne il peso, ma si ritrovano a "raccogliere i cocci" e a rimetterli insieme quando finiscono:

Per me la guerra è un palcoscenico per sociopatici e psicopatici. Ci si trovano perfettamente a loro agio, mentre il resto della gente soffre. L'eroismo delle donne non è quello degli uomini.

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La regista ha dichiarato che la sua opera vuole essere un "serio avvertimento" per un mondo e un'epoca che vedono avanzare una nuova, preoccupante ondata di populismo e nazionalismo:

Il film mostra cosa può accadere se non abbiamo solidarietà ed empatia e cosa succede quando le istituzioni che dovrebbero servire e proteggere la società vanno in rovina.

Quo Vadis, Aida? si addentra su terreni dolorosi, ma come ha ribadito Jasmila Žbanić, "viviamo in tempi in cui non possiamo permetterci di accettare narrazioni facili".

Fonti: Biennale Cinema 2020, Variety

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