Recensione Il caso O.J. Simpson: Episodio 4 100% non colpevole

Autore: Chiara Poli ,

Siamo nella stanza proibita, chiamati ad assistere alla prima riunione ufficiale del dream team al gran completo, e Robert Shapiro gela tutti con una domanda:

Credete che O.J. sia colpevole?

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Nessuno degli avvocati, naturalmente, risponde, e pochi secondi dopo arriva la seconda gaffe di Shapiro: usare il termine “quella gente”, per riferirsi alla comunità nera. Un’uscita infelice, molto. Anche per gli anni Novanta.

Poi, finalmente, si va in aula. Siamo all’udienza preliminare e la strategia della difesa è mettere i bastoni fra le ruote al procuratore Marcia Clark per qualsiasi cosa.

A cominciare dal numero dei capelli richiesti per il campione da confrontare. Fu così che il dream team fece storia: costruendo una strategia aggressiva, che non lasciava scampo alla pubblica accusa e la seppelliva di burocrazia.

Il caso O.J. Simpson: la scena finale dell'episodio 4
Il caso O.J. Simpson: Sarah Paulson è Marcia Clark

Nel frattempo O.J. vive male, molto male, la permanenza in carcere. Non fa che lamentarsi, è rabbioso…

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Ma, per fortuna dell’avvocato Cochran, è anche pieno di sé, tanto da risultare facilmente manipolabile. Basta un’adulatina qua e là e i giochi sono fatti.

O.J. Simpson era famoso per questo, ed era famoso perché la fama, appunto, per lui era come una droga. Si sentiva superiore agli altri, a tutti. E come tale si riteneva intoccabile, al di sopra della legge, meritevole di trattamenti di favore. L’incoraggiante e adulatorio discorso di Cochran ce lo dimostra in un faccia a faccia che la regia carica di drammaticità stringendo sempre più l’inquadratura sui primissimi piani di O.J. e Cochran.

Mentre l’arrivo del giudice Ito, la cui moglie (capitano di polizia) firmò un modulo per il conflitto d’interessi che non avrebbe dovuto firmare, coincide con la famosissima dichiarazione di O.J. (in risposta alla domanda del giudice: “Come si dichiara l’imputato?”), destinata a passare alla storia: “100% non colpevole”.

Il giudice Ito per Il caso O.J. Simpson
Il vero giudice Ito e l'attore che lo interpreta ne Il caso O.J. Simpson

Il processo contro O.J. Simpson si apre ufficialmente. Ma non è questo il centro nevralgico del quarto episodio de #Il caso O.J. Simpson.

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Il nodo è Ron Goldman. Lo sfogo di suo padre, che lamenta come la morte del figlio venga ignorata dai media, restituisce la superficialità del circo mediatico (arricchito da un inopportuno libro scandalistico scritto dall’amica di Nicole, Faye Resnick, interpretata da Connie Britton), e la spettacolarizzazione del processo.

I protagonisti venivano definiti e selezionati dai media, non dai fatti.

Il motore dell’azione resta la questione razziale, anche nella selezione dei giurati. Le persone di colore sono dalla parte di O.J., per partito preso, e Marcia non piace alla gente. Risulta fredda, antipatica, austera.

Il vero libro pubblicato da Faye Resnick
Il vero libro scandalo di Faye Resnick

Nel processo del secolo conta ogni dettaglio, e si gettano le basi per il verdetto più discusso della storia d’America. 

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Basi gettate da Shapiro che dice (mentendo) alla stampa come l’accusa si comporti in modo razzista nella selezione dei giurati.

Basi gettate dalle dichiarazioni di Cochran, da Shapiro che s’indigna oltremodo quando lo accusano di essersi giocato la carta del razzismo, dalle incomprensioni all’interno del dream team, dalle errate valutazioni di Marcia Clark sui giurati.

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E, naturalmente, dal libro di Faye Resnick. 

La cui uscita coincise con la messa in panchina di Shapiro, orchestrata dal resto del dream team per opporsi all’idea del patteggiamento e della dichiarazione di colpevolezza. Cambiando per sempre la storia.

 

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