Regression: gli eventi che hanno ispirato il film con Emma Watson

Autore: Giulia Vitellaro ,

Dopo avere consegnato allo schermo un capolavoro come The Others, nel 2015 Alejandro Amenábar torna con un altro horror, Regression: una storia piena di suspence che indaga la mente umana e compie una riflessione attenta sui concetti di male, paura e interpretazione dei fatti. Il film è ispirato da eventi realmente accaduti, in varie forme, su tutto il territorio americano negli anni ’80 e ’90 del XX secolo.

A valorizzare una trama già di per sé avvincente contribuiscono le interpretazioni di Ethan Hawke, Emma Watson, David Thewlis (il professor Remus Lupin in Harry Potter).

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Angela parla con tristezza degli abusi subiti

La trama

La pellicola è ambientata nel 1990 in Minnesota. Il detective Bruce Kenner (Ethan Hawke) è stato incaricato di investigare su John Gray (David Dencik), che confessa l’abuso sessuale sulla diciassettenne Angela, sua figlia. John, tuttavia, sembra non ricordare nessun dettaglio preciso degli avvenimenti; viene convocato dunque il professor Kenneth Raines (David Thewlis), per tentare di aiutare John con il metodo RMT (Recovered Memory Therapy). Durante la terapia, mentre John sembra iniziare a ricordare qualche dettaglio in più sui tragici avvenimenti, sembra farsi strada l’idea che possa essere coinvolto anche un collega di Bruce, George Nesbitt (Aaron Ashmore); George viene sospettato e messo in detenzione preventiva, per poi essere rilasciato per mancanza di prove.

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Angela parla della propria tragica esperienza a Bruce

Un dettaglio della testimonianza di Angela sembra portare su una strada sempre più oscura: racconta di essere stata violentata da persone il cui viso era coperto da una maschera che fotografavano la terribile scena. Le indagini arrivano a coinvolgere anche Roy (Devon Bostick), il fratello di Angela, che aveva abbandonato la casa di famiglia molti anni prima. Grazie alla terapia di recupero della memoria del dottor Raines, Roy inizia a ricordare alcune figure incappucciate che entravano in camera sua quando era più piccolo e viveva a casa del padre. Anche la nonna di Roy ed Angela, Rose Gray (Dale Dickey) è in qualche modo parte di quel tetro quadro, ma la perquisizione della sua casa non porta a nulla.

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Le indagini proseguono, sempre più furiose, e Bruce è ossessionato dall’idea di aiutare Angela, che gli appare sempre più terrorizzata e sola. Inizia ad avere incubi dove assiste a spietati rituali satanici. Angela gli confessa di avere il timore che la setta abbia intenzione di ucciderla, perché ha mostrato il proprio marchio demioniaco a Bruce, che oramai sa troppo ed è in pericolo quanto lei. Racconta al detective che la madre, deceduta in un incidente anni prima, poco tempo prima di morire aveva iniziato a vedere alcuni strani individui fissarla intensamente per strada e a ricevere strane chiamate da sconosciuti.

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Lo psicologo Raines e il detective Bruce discutono seduti sulle panche della chiesa

Sembra impossibile, finché non accade allo stesso Bruce: vede persone che lo fissano per strada e i suoi affollati incubi si intensificano in frequenza e intensità. La trama inizia a tingersi di sovrannaturale, in particolare quando nonna Rose si lancia fuori dalla finestra di casa propria; sopravvive, seppur ingiuriata e in pessime condizioni, e rivela di avere compiuto l’inconsulto gesto dopo aver ripetutamente avuto visioni di figure simili a spiriti.

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Il timore di Angela sembra crescere sino a divenire un terrore insopportabile: Bruce la incontra al cimitero, dove la ragazza si abbandona alla disperazione, e tenta di consolarla. I due, presi dall’intensità confusa di tutte quelle emozioni, si baciano. Sconvolto da questo singolare risvolto degli eventi, il nostro protagonista torna a casa, dove vede la pubblicità di una zuppa precotta; lì, riconosce una donna che continua a vedere nei propri incubi. Ha un’illuminazione: la storia si è spinta troppo oltre, le indagini hanno lavorato troppo su mere supposizionie sui ricordi riferiti dallo psicanalista Kenneth Raines. Decide di andare aparlare con Raines, rivelandogli il proprio sospetto che tutti questi ricordi riaffiorati grazie alla terapia siano falsi, indotti dal metodo, e che l’intera situazione sia in realtà frutto di una psicosi di massa. Raines inizialmente lo smentisce, ma lentamente si convince insieme a lui che le reminiscenze dei suoi pazienti possano essere falsate.

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Angela e Bruce passeggiano per il cimitero

A casa, Bruce viene aggredito da due figure incappucciate che si rivelano essere George e un loro collega, Farrell (Aaron Abrams). L’intento di George era quello di cercare vendetta dopo la falsa accusa di molestie da parte del protagonista, che gli ha distrutto la vita privata e affondato la carriera. Bruce, seppur con reticenza, propone di dimenticare lo spiacevole avvenimento, e racconta al collega tutti i suoi dubbi riguardo l’indagine. A quel punto, George gli fa una rivelazione che ha un risvolto incredibilmente importante. Bruce va subito ad affrontare Angela, interrogandola e mettendola alle strette riguardo al proprio abuso: lei insiste, affermando di aver detto solo la verità.

La conclusione è sconvolgente: Bruce capisce che Angela ha inventato la storia del suo abuso sin dall’inizio, per fuggire a una terribile situazione a casa, dove la famiglia crede che lei sia stata responsabile della morte della morte della madre. La sua intenzione iniziale era quella di scappare via col detective George Nesbitt, con cui aveva una relazione da tempo, ma lui si era rifiutato di andare via portando con sé una minorenne, in quello che, dal punto di vista legale, sarebbe risultato un rapimento.

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Angela ha creato tutta la rete di menzogne sulla setta satanica per fuggire dalla propria casa. Quando finalmente Bruce le rivela di aver capito la verità, la sua risposta è chiara: anche se ha scoperto tutto, nessuno gli crederà, specialmente se Angela renderà pubblico l'episodio tra i due al cimitero.

Il detective decide dunque di andare a parlare con il padre di lei, John, che decide di confermare comunque le accuse contro di sé, per mettere in salvo la figlia dallo scandalo e dalla prigione, e sperando così di fare ammenda per il pessimo comportamento avuto come padre.

Gli eventi che hanno ispirato il film

Il film termina con una scritta in campo nero, un’osservazione chiara: sono stati riportati moltissimi casi del genere, negli anni ’90 e ’80, prima che l’isteria di massa da abuso rituale satanico terminasse.

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Più che ispirarsi a un evento realmente accaduto in particolare, la sceneggiatura si muove prendendo qualcosa da alcuni di questi numerosi casi di cui parla la caption finale del film. L’intento del regista è chiaramente quello di fornire non un ritratto di una singola situazione, ma di punteggiare un’atmosfera che si respirava in quegli anni e che ha avuto serie conseguenze sulle vite di centinaia di innocenti.

Quando IGN ha chiesto a Ethan Hawke quanto tempo avesse impiegato a indagare i fatti a cui era ispirata la storia del film, la sua risposta è stata chiara:

Non sono mai riuscito a ricondurre la storia a un singolo evento accaduto… Voglio dire, è ispirato a eventi realmente accaduti allo stesso modo in cui lo è La seduzione del male (The Crucible), capisci? So che è basato su un fatto avvenuto in Minnesota e non ho trovato una vera somiglianza tra le due cose. Quando si fa un film con Alejandro Amenábar… è chiaro che sta operando all’interno del suo universo. Non è esattamente un universo reale, è come se… Voglio dire, è quello che amo di film come The Others o Il mare dentro, tutti i suoi film hanno una certa non-realtà che è la sua realtà. E lui in poche parole non voleva mi ossessionassi sulla storia vera o su ciò su cui era basata: usava la storia per iniziare un vero dialogo sulla paura, da dove viene e che cos’è. Vuole che si parli di questo, non delle specifiche di ciascun caso. Ha senso, no?

Dunque, più che essersi ispirato fedelmente a un singolo caso, il regista e sceneggiatore Amenábar ha messo insieme fatti diversi correlati ai due temi principali del film: l’isteria di massa da abuso rituale satanico e l’ipnosi regressiva.

L’abuso rituale satanico, a cui ci si riferisce in genere con la sigla SRA (Satanic Ritual Abuse), è l’ipotetico abuso fisico e sessuale condotto su innocenti da culti adoratori del diavolo.

La psicosi da SRA è stato un episodio di isteria collettiva paragonabile alla caccia alle streghe, all’accusa del sangue o al maccartismo in America. I presunti casi reali di rituali satanici con risvolti di violenza e violazione del consenso realmente riportati sono vicinissimi allo zero, ma le denunce negli anni ’90 erano numerosissime, merito di un immaginario molto fertile nato durante le decadi precedenti e alimentato dal fondamentalismo cristiano. Nel suo celebre libro Satanic Panic, scritto nel 1994, Jeffrey Victor scrive che negli Stati Uniti, la maggior parte delle persone che credeva alle dicerie sugli abusi satanici rituali era poco scolarizzata, appartenente a comunità rurali, bianca e conservatrice con una grande fede nei valori americani e grandi ansie riguardo l’instabilità del lavoro, il declino economico e la rivoluzione moderna del concetto di famiglia. Nel libro, Victor ritiene il satanismo come il capro espiatorio di profonde problematiche economiche e malattie sociali. La mala informazione riguardo ai culti satanisti si era inizialmente diffusa attraverso conferenze presentate da gruppi religiosi, associazioni di genitori e alcune forze di polizia locali. In queste conferenze, alcune storie non confermate erano gonfiate in modo sensazionalistico e date per vere. In poco tempo, molti corpi di polizia avevano organizzato dei reparti che si occupavano di crimini commessi da culti satanisti. Durante il picco della psicosi, le accuse erano sempre più frequenti e con forte componente emotiva. Victor, nel proprio libro, esamina 67 casi tra Stati Uniti e Canada che avevano fatto molto scalpore attraverso giornali e media: tutti gli accusati erano stati scagionati e le accuse si erano rivelate frutto di immaginazione e senza nessuna prova nel mondo reale.

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Angela e il padre John in Regression

Malgrado nella storia della psicosi il satanismo e le terapie della memoria recuperata e dell'ipnosi siano venute spesso in contatto, la prima volta che nella narrativa l’ipnosi regressiva svela un caso di abuso in contesti satanisti è reperibile nel libro Michelle Remembers. Il libro contiene dettagli scabrosi delle memorie un tempo “represse” di Michelle Smith. La donna, in cura dal terapista Lawrence Pazder, avrebbe ricordato grazie all’ipnosi regressiva abusi ricevuti all’età di 5 anni da parte della madre, a suo dire membro di un culto satanico. Il libro fece molto scalpore e fu ampiamente screditato e classificato come una gigantesca bufala che creò più suggestioni che altro: Michelle Smith e Pazder, tuttavia, divennero vere e proprie celebrità, arrivando ad essere ospitati da Oprah al suo celebre show, nel 1989.

Il libro aveva avuto successo anche perché cavalcava l’onda della psicosi che aveva preso vita in tutta America dagli anni ’80 ed era continuato negli ’90. In quel periodo, Pazder fece da consulente per oltre mille casi di SAR. Il più celebre fu il caso della McMartin Preschool, il cui calvario dei protagonisti ebbe inizio nel 1990. L’accusa rivolta alla famiglia McMartin, che insegnava e dirigeva un asilo per bambini, era che abusasse dei propri studenti conducendo dei riti satanici in dei tunnel sotterranei della scuola (che non furono mai rinvenuti malgrado numerosi scavi nella zona). Il caso era partito da una madre iper-protettiva che aveva visto il proprio figlioletto tornare a casa con due lividi e lo aveva riempito di domande. Ray Buckey , uno degli insegnanti dell’asilo nido e innocente, scontò cinque anni di carcere solo per accuse totalmente immaginate contro di lui. Il processo durò in totale 6 anni, dopo i quali tutti gli accusati furono totalmente assolti: tra le varie testimonianze dei bambini considerate valide c’era anche quella che durante i riti satanici Ray Buckey volasse.

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Bruce in Regression

La RMT e l’ipnosi regressiva sono due tipi di terapia insistenti e suggestivi per recuperare i ricordi perduti. Non producono necessariamente falsi ricordi, ma se un terapista esercita pressione su un paziente o se quando il paziente esita a rispondere, gli suggerisce dei particolari, allora può essere responsabile della costruzione di un ricordo di un fatto mai veramente accaduto ma verosimile. Il paziente, infatti, incalzato dalle domande, si sente inconsciamente obbligato a completare il ricordo, arricchendolo di particolari irreali. Al termine di questo processo è possibile che il paziente si convinca della genuinità del ricordo costruito. Questa dibattuta terapia è stata impiegata in molti casi di psicosi da abuso rituale satanico, incluso il caso della McMartin Preschool. Uno dei bambini della McMartin Preschool, oggi adulto, descrisse così gli interrogatori:

Nessuno della McMartin mi ha fatto nulla, e non ho mai visto loro [gli accusati, n.d.r.] fare alcunché. Ho raccontato un sacco di cose che non sono avvenute. Ho mentito. [...] Ogni volta che gli avessi dato [ai genitori e agli esaminatori del CII, n.d.r.] una risposta che a loro non piaceva, mi avrebbero fatto la stessa domanda incoraggiandomi a dare loro la risposta che cercavano. [...] Mi sentivo a disagio e un po' mi vergognavo, perché stavo diventando disonesto. Ma allo stesso tempo, per il tipo di persona che ero, qualunque cosa i miei genitori mi avessero chiesto di fare, l'avrei fatta

Regression è dunque un memento della potenza della suggestione collettiva: si può credere a qualsiasi cosa, se fa parte dell’immaginario collettivo. Una paura irrazionale che serpeggia silenziosamente può trasformarsi, se validata, in uno strumento dal potere altamente distruttivo. Negli anni ’90, i satanisti erano le moderne streghe di Salem.

Anche in Italia la terapia RTM e l’abuso rituale satanico sono stati protagonisti di un celebre fatto di cronaca: di recente l’inchiesta sul caso dei diavoli della Bassa Modenese ha fatto venire alla luce dettagli non limpidi sulle modalità di interrogatorio somministrate ai bambini vittime dei presunti abusi dei genitori satanisti. Il caso è degli anni ’90 ma è tornato nuovamente alla luce grazie all’inchiesta di Pablo Trincia per Repubblica, e diventata un avvincente podcast di 7 puntate, Veleno.

Regression è un film del 2015, scritto e diretto da Alejandro Amenábar (The Others, The Sea Inside) e con Ethan Hawke, Emma Watson, David Thewlis, Devon Bostick, Dale Dickey, Aaron Ashmore e Aaron Abrams.

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