Ricordando I Soprano: la serie di David Chase compie 20 anni

Autore: Chiara Poli ,

10 gennaio 1999. Su HBO va in onda il primo episodio di una nuova serie, I Soprano, creata da David Chase - David DeCesare all'anagrafe - e incentrata su un boss della malavita che inizia a soffrire di attacchi di panico e decide di entrare in analisi.

Vent'anni dopo, mentre sta per arrivare il prequel della serie, Tony Soprano (uno straordinario James Gandolfini, tragicamente scomparso a soli 51 anni per un attacco cardiaco mentre si trovava in vacanza a Roma), la sua famiglia e i suoi amici restano una pietra miliare nella storia del piccolo schermo.

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Inserita nella top 10 delle migliori serie di sempre da molti siti specializzati, I Soprano cancellarono definitivamente il confine fra cinema e TV. In un'epoca in cui, ancora, la televisione veniva considerata il "ripiego" di attori e autori che non riuscivano a sfondare sul grande schermo.

La famiglia Soprano - con Tony, Carmela (Edie Falco), Zio Junior (Dominic Chianese), A.J. (Robert Iler), Meadow (Jamie-Lynn Sigler), Janice (Aida Turturro) e mamma Livia (Nancy Marchand) - ha superato anche molti altri confini.

Ha sdoganato i modi di dire degli italo-americani, la cucina con le ricette della tradizione italiana rivisitate all'americana (spaghetti e polpette su tutto), ci ha regalato alcune fra le sequenze più violente viste fino ad allora in TV senza mai enfatizzarle o inserirle in modo gratuito.

I Soprano hanno cambiato il linguaggio televisivo, realizzando un film lungo 6 stagioni in cui nulla - ma proprio nulla - era tabù.

Senza peli sulla lingua

David Chase l'aveva detto fin dal principio ai vertici di HBO: voleva realizzare una serie su un boss della malavita, e sarebbe stata una serie "senza peli sulla lingua".

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Per la prima volta, i telespettatori americani scoprivano i meccanismi interni delle organizzazioni criminali, i modi di riciclare il denaro, le usanze e i riti d'iniziazione. Tutto rigorosamente ispirato alla realtà di un New Jersey che non era mai sembrato così pericoloso.

Andata in onda fra il 1999 e il 2007, I Soprano si è aggiudicata 5 Golden Globes, 21 Emmy Awards e una valanga di altri premi, insegnando alla platea televisiva a guardare oltre i cliché.

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Fin dalla spettacolare sigla, perfetto biglietto da visita della serie, I Soprano ha saputo fare della semplicità il segreto del suo successo.

Tony non ci viene presentato come il boss di una famiglia che conta, bensì come un qualsiasi uomo d'affari a cui lo stress tira brutti scherzi.

Fra la famiglia e la "famiglia", Tony Soprano sta perdendo la bussola. Gestire la moglie e l'amante, gli affari e il codice d'onore, i figli e il club con cui ricicla il denaro è troppo anche per lui.

E la genialità della serie sta proprio nel presentarci la sua vita completamente fuori dall'ordinario in modo ordinario.

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Durante le sedute con la terapeuta Jennifer Melfi (Lorraine Bracco), Tony si dimostra inizialmente riluttante a parlare del suo mondo, per poi lasciarsi andare e scoprire che una valvola di sfogo è indispensabile per chiunque. Soprattutto per qualcuno che si destreggia fra cresime, madri impossibili e scelte che fanno la differenza fra la vita e la morte.

Dalla parte del cattivo

Il Tony Soprano di Gandolfini è studiato a tavolino per catturare la nostra simpatia.

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Nonostante le azioni terribili che gli vediamo compiere, episodio dopo episodio, grazie al legame stretto durante le sedute con la dottoressa Melfi siamo pronti a perdonargli tutto e a stare sempre dalla sua parte.

Tony ci sembra schiacciato dalla sua vita: vive guardandosi costantemente alle spalle, alterna calma a scatti d'ira e violenza, non riesce più a gestire nemmeno le incombenze più banali.

La sua personalità è talmente complessa - e verosimile - che si comporta spesso in modo imprevedibile, aumentando a dismisura la suspense di ogni episodio.

Tony Soprano è così, coerente con se stesso ma imprevedibile perché non sa più davvero chi sia, il suo vero io.

Tutto, dalla prima all'ultima scena - passando per quelle che non riusciremo mai a dimenticare, nemmeno volendo, e vi dico solo un nome: Adriana LaCerva - ne I Soprano è fuori dagli schemi, unico, irripetibile.

HBO
I Soprano: Drea de Matteo è Adriana LaCerva
I Soprano: Adriana

Fuori dagli schemi, unico e irripetibile come quel finale di serie che ha fatto tanto discutere, con la famiglia Soprano riunita in una tavola calda.

L'arrivo continuo di individui loschi ci fa temere che Tony e i suoi finiscano vittima di un agguato. Ogni volta che suona la campanella della porta, sia noi che Tony sobbalziamo.

E mentre i Journeys cantano "Don't stop believin'", arriva il colpo di genio: sulle parole "Don't stop", il volto di Tony lascia posto al nulla.

Le immagini nere che ci raccontano la sua fine - o il limbo infinito in cui continuerà a restare intrappolato, per sempre.

Molti secondi di nero. Fine.

Capolavoro.

Auguri, Tony.

Buon anniversario.

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