Roman Polanski sul caso di violenza sessuale: 'Per me è una storia chiusa'

Autore: Alice Grisa ,

A Zurigo per promuovere il suo nuovo film, Roman Polanski ha accettato di parlare del caso di violenza sessuale che incombe da decenni sulla sua figura in una delle rare conferenza stampa da lui concesse.

Il regista, che si trovava in Svizzera per il Zurigo Film Festival a cui si è presentato con il suo ultimo lavoro, Based on a True Story (Da una Storia Vera), è tornato sull'argomento proprio nella città dove si trovava nel 2009, quando il procuratore distrettuale di Los Angeles aveva avanzato la richiesta di estradizione per un reato commesso nel 1977.

Roman Polanski e Samantha Geimer: il caso

Per chi non lo sapesse, Roman Polanski è stato accusato di aver abusato di una ragazzina durante un party a casa di Jack Nicholson.

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Era il 1977 e la ragazza, Samantha Gailey (ora Samantha Geimer), sarebbe stata drogata da Polanski, che avrebbe approfittato del suo stato alterato per abusare di lei.

All'epoca del processo, nel 1977, Polanski si dichiarò colpevole e scontò 42 giorni di carcere dopo i quali fu rilasciato a seguito di una valutazione che chiedeva una condizionale. Ma, saputo che il giudice non avrebbe applicato la richiesta e avrebbe voluto dargli una pena esemplare affinché fosse un esempio per gli altri, il regista fuggì a Londra e poi a Parigi.

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Samantha Geimer in una foto del 1977
Samantha Geimer nel 1977

Nel corso degli anni seguenti Samantha Geimer chiese più volte di archiviare i fatti, ed è proprio a questo che Polanski si è appellato parlando, eccezionalmente, alla conferenza stampa di Zurigo.

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Nel 2009 Polanski venne arrestato all'aeroporto di Zurigo-Kloten (mentre si recava a ritirare un premio allo Zurigo Film Festival) per un mandato di cattura internazionale su richiesta degli Stati Uniti, che avevano presentato una domanda formale di estradizione.

Il regista ha trascorso due mesi in prigione finché, a novembre 2009,  il Tribunale penale federale di Bellinzona ha accolto il suo ricorso convertendo la pena in arresti domiciliari (oltre a una cauzione di 4,5 milioni di franchi svizzeri).

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Nel 2010 la Svizzera ha rifiutato la richiesta di estradizione degli Stati Uniti, richiesta rifiutata anche dalla Polonia nel 2015.

Nel 2011, sempre nella cornice del Zurigo Film Festival, Polanski ha chiesto per la prima volta scusa a Samantha Geimer.

Le dichiarazioni alla conferenza stampa

Roman Polanski spera che, prima o poi, si smetterà di parlare di questa storia.

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Come sapete Samantha Geimer ha chiesto per trent'anni che questa storia fosse archiviata. Ma mi dispiace dire che i giudici che hanno gestito questo processo negli ultimi quarant'anni fossero corrotti, coprendosi uno con l'altro. Non so se uno di loro, prima o poi, smetterà di farlo.

Il regista, ora 84enne, vorrebbe archiviare il caso.

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Roman Polanski in primo piano
Roman Polanski nel 1977

Per quanto riguarda ciò che ho fatto: la storia è chiusa. Mi sono dichiarato colpevole. Sono finito in prigione. Sono tornato negli Stati Uniti per scontare la mia pena; la gente questo se lo dimentica, o forse non lo sa nemmeno. Poi sono stato bloccato qui [a Zurigo, n.d.r.], dopo questo festival. Insomma, ho fatto più di 4 o 5 volte quello che mi era stato chiesto per ottenere quanto mi era stato promesso.

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La vicenda continua a tornare nella vita del regista e a influenzare le sue pellicole e la sua carriera. All'inizio del 2017, un'accesa polemica ha fatto sì che il regista si ritirasse dalla presidenza di giuria dei premi francesi César.

Based on a True Story

Polanski si è dichiarato "sfortunato" a Zurigo, perché da 40 anni il suo lavoro non può prescindere dal fatto di cronaca che lo ha visto protagonista e colpevole.

Ora, con Based on a True Story, il regista sembra voler chiudere questo lunghissimo cerchio con un film dedicato alle donne, o meglio a un conflitto femminile.

Tutti i miei film sono stati su conflitti tra uomini o uomini e donne. Ma non mi era mai capitato di raccontare di un conflitto femminile. Era una cosa che mi interessava molto: negli uomini il conflitto è più aperto, nelle donne più nascosto.

Nel film vedremo la moglie del regista, l'attrice francese Emmanuelle Seigner, ed Eva Green.

Quanto alla "storia vera" di Polanski, è improbabile che si smetterà presto di parlarne.

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