Sammy Basso operato al cuore: un intervento unico per un ragazzo speciale

Autore: Chiara Poli ,

C’è una cosa che mi ha sempre colpita, nella storia di Sammy Basso: la sua incontenibile, invincibile, contagiosa voglia di vivere.

Quel sorriso sempre sulle labbra, a dispetto di tutto e di tutti.

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Convivere con la malattia non è facile. Accettare - soprattutto se si è giovani come Sammy - le immancabili limitazioni che uno stato di salute come il suo comporta si trasforma, di fatto, in una guerra quotidiana.

Ma Sammy, per quanto possa sembrare fragile, è un guerriero come pochi altri.

Ha raccontato la sua storia, mettendosi a nudo di fronte alle telecamere con Il viaggio di Sammy, per far conoscere la sua patologia.

Una patologia geriatrica

La progeria, o sindrome di Hutchinson-Gilford - nota anche come invecchiamento precoce - colpisce solo una persona su quattro milioni. E quella persona è Sammy.

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Ci sono appena cento casi accertati di progeria, in tutto il mondo. Questo, però, non l’ha mai fatto dubitare.

Sammy vuole vivere. Vuole vedere il mondo, e certamente contribuisce a renderlo un posto migliore.

Ecco perché scalda il cuore sapere che la delicata operazione alla quale è stato sottoposto, un intervento realizzato per la prima volta in assoluto, ha avuto successo.

A salvargli la vita, minacciata da una stenosi cardiaca, è stato il cardiochirurgo Francesco Musumeci, che ha studiato per quasi sei mesi l'intervento, mai eseguito prima.

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La stenosi cardiaca è una patologia geriatrica, e non certo una minaccia per un qualsiasi altro ragazzo di 23 anni. Ma a Sammy poteva costare la vita. Ecco quindi la necessità d'intervenire, com'è avvenuto all'ospedale San Camillo di Roma, ma soprattutto di trovare il modo di affrontare i molteplici rischi.

Quest'intervento non s'ha da fare 

Musumeci e l'équipe medica che ha lavorato con lui hanno sfidato l'impossibile: il Boston's Children Hospital, il centro di riferimento più avanzato per i pazienti affetti da progeria, aveva rifiutato di eseguire l'operazione, nonostante Sammy sia seguito presso la struttura.

Le probabilità che tutto andasse come doveva erano bassissime. Nonostante questo, Sammy ce l'ha fatta.

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Musumeci ha raccontato dell'approccio che ha permesso di realizzare l'intervento:

A Roma abbiamo avuto un approccio artigianale, da super orologiai, non possediamo i fenomenali strumenti degli americani eppure non siamo da meno. Ho preso un grande rischio.

C'è voluto tanto coraggio per affrontare un tale rischio. Sia da parte dei medici che da parte di Sammy.

Ma la sua incrollabile fede nella vita non l'ha fermato. E Sammy Basso è ancora qui. Con noi. Pronto a continuare a ispirarci con la sua forza, con la sua determinazione, con la sua volontà di abbracciare ogni giorno come un grande dono.

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Un'operazione unica per un ragazzo speciale

Abbiamo tutti qualcosa da imparare da Sammy.

Ma c'è anche altro, e non è cosa da poco.

Con questo intervento, Sammy ha cambiato la vita di tutti gli altri malati di progeria. Lui e i medici che l'hanno operato hanno dimostrato che l'intervento era fattibile.

Senza, Sammy non avrebbe avuto molto tempo. Ma anche gli altri ragazzi che, come lui, lottano ogni giorno contro un nemico imbattibile.

E a Sammy importa, tanto da fondare insieme ai suoi genitori l'Ai.Pro.Sa.B.: L'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso.

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Dalla progeria non si guarisce. Ma dalla quotidiana battaglia con la progeria, anche quando la strada sembra a fondo chiuso, a volte si esce a testa alta.

Come ha fatto Sammy.

Sammy, che ogni giorno sorride e ringrazia per ciò che ha.

Sammy, che crede nella vita e nella sua magia.

Sammy... Che è impossibile non ammirare.

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