Scoperti fossili in una grotta nelle Filippine: sono di una nuova specie umana?

Autore: Francesco Ursino ,

In una grotta lontana dalla civiltà, nel cuore delle Filippine, un gruppo di archeologi ha scoperto i resti di quella che sembra essere una nuova specie umana: l’homo luzonensis.

Per la precisione, la scoperta è avvenuta nella grotta di Callao, sulla piccola isola di Luzon, nel nord del paese. Qui, all’incirca 50mila anni fa, viveva un’antica specie di ominide. Questa è la conclusione dello studio apparso sul numero di Nature del 10 aprile 2019, visibile anche sul sito ufficiale dell’importante pubblicazione scientifica. Vale la pena ricordare che con ominidi si intende l’insieme di numerose specie, dall’homo erectus a quello di Neanderthal, progenitrici dell'homo sapiens sapiens.

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Gli scienziati erano già a conoscenza della presenza di ominidi su Luzon considerato il ritrovamento, nel 2007, di un osso di un piede risalente a 67mila anni fa. All’epoca, però, non era chiaro se il piede appartenesse a un homo sapiens o a una specie mai analizzata prima. I risultati di questo nuovo studio, invece, si basano sul ritrovamento di ulteriori fossili, come ossa delle mani e delle gambe, oltre che denti.

Callao Cave Archaeology Project
La grotta di Callao, dove si trovavano I fossili dell'homo luzonensis

Florent Detroit, a capo della ricerca, si è espresso così sulle pagine di Business Insider:

Questa scoperta ci aiuterà a migliorare la conoscenza dell’evoluzione umana, specialmente nell’area asiatica, dove l’evoluzione appare chiaramente più complessa (e decisamente più interessante) di quello che si pensava un tempo.

Detroit e i suoi colleghi hanno dato alla nuova specie il nome di homo luzonensis, in onore dell’isola sulla quale sono stati trovati i resti analizzati. La scoperta segue il ritrovamento, nel 2015, dell’homo naledi. In quell’occasione il territorio coinvolto era il Sud Africa, come si legge in questo studio apparso su eLife.

Callao Cave Archaeology Project
La grotta di Callao, nel nord delle Filippine

I tratti principali dell’homo luzonensis

Scendendo nello specifico, i ricercatori hanno ritrovato i resti di quelli che sembrano essere due adulti e un bambino. Matthew Tocheri, antropologo della Lakehead University, in Ontario, in questo articolo apparso su Nature si è detto sorpreso dalle caratteristiche dei ritrovamenti:

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Nel complesso, i denti e le ossa presentano una combinazione di caratteristiche mai riscontrate in una specie ominide.

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I denti dell’homo luzonensis, ad esempio, appaiono come una sorta di combinazione di caratteristiche proprie dell’homo sapiens, dell’homo erectus e anche dell’homo paranthropus, specie dotata di un cervello di dimensioni inferiori. Tocheri afferma che le dimensioni dei denti sono incredibilmente piccole, con una struttura piuttosto semplice, come quella dell’homo sapiens.

Le mani, invece, appaiono “primitive”, ovvero con caratteristiche apprezzate in specie come l’australopithecus afarensis e l’australopithecus africanus, vissuti però dai due ai tre milioni di anni prima.

Ancora, l’anatomia delle mani suggerisce che l’homo luzonensis usava arrampicarsi sugli alberi. Ciò sarebbe dovuto all’habitat in cui il nostro possibile antenato si trovava, povero di fonti di acqua facilmente raggiungibili. Il difficile accesso al cibo, e il conseguente adattamento degli ominidi, potrebbe essere proprio la causa delle caratteristiche uniche appena citate.

Denti simili a quelli dell’homo sapiens e mani tipiche degli australopitechi costituiscono una combinazione mai vista prima. È per questo che gli studiosi si spingono a dire che quella ritrovata nelle Filippine potrebbe essere una nuova specie umana.

Callao Cave Archaeology Project
Un particolare delle ossa del piede dell'homo luzonensis

La storia dell’evoluzione cambierà con questa scoperta?

Secondo Detroit, la scoperta dell’homo luzonensis va a modificare il panorama della storia dell’evoluzione, almeno per quanto riguarda l’area asiatica. Fino a 15 anni fa, infatti, il quadro appariva molto semplice. Alla migrazione dell’homo erectus dall’Africa in Asia faceva seguito l’arrivo dell’homo sapiens. Tra i due eventi, distanti centinaia di migliaia di anni, non si registravano accadimenti degni di nota.

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Questa versione della storia dell’evoluzione, oggi, non sembra essere più plausibile. Il team del prof. Detroit ritiene che l’homo luzonensis sia apparso tra i 50mila e i 67mila anni fa. Ciò significa che questa specie era viva nel periodo in cui erano presenti almeno altre quattro categorie di ominidi: i Neanderthal, l’uomo di Denisova, l’homo floresiensis e i sapiens. Detroit, a questo proposito, spiega:

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Continuiamo a realizzare che qualche migliaio di anni fa, l’homo sapiens non era di certo solo sulla Terra. Lo scenario era chiaramente più complesso, e non prevedeva solo la sostituzione dell'homo erectus con i sapiens.

William Harcourt-Smith, del Lehman College, sintetizza così la scoperta dei colleghi:

Non si tratta di un uomo moderno, e non sembra essere nemmeno uno hobbit, ma abbiamo bisogno di più dati. È un'affascinante prospettiva sulla diversità degli ominidi.

Marion Devy/Callao Cave Archaeology Project
Scienziati e archeologi al lavoro nella grotta di Callao

Cosa ne pensate di questa nuova scoperta scientifica?

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