Sekiro: Shadows Die Twice la recensione, imparare dalla morte

Autore: Silvio Mazzitelli ,
Videogames
14' 2''

Il paese del Sol Levante è sempre stato un luogo pieno di fascino per noi occidentali. Il motivo principale è da ricercare probabilmente in quell’evoluzione culturale così lontana e unica rispetto ai nostri standard, che ci ha sempre attratti sin da tempi non sospetti. Basti pensare alle stampe tradizionali giapponesi, arrivate fino al nostro continente e responsabili della nascita della corrente denominata Japonisme.

L’inventiva nipponica continua a esserci d’ispirazione in tanti campi del quotidiano, tra cui quello videoludico, nel quale non si può negare la maestria con la quale da sempre i giapponesi si distinguono. Tra i grandi maestri troviamo i From Software, che, in un periodo in cui sembrava che i videogiochi avessero percorso tutte le vie immaginabili, hanno inventato un proprio sottogenere: i Soulslike, grazie alla creazione di Demon’s Souls prima e di Dark Souls poi. Dopo essere stati d’ispirazione per diversi titoli simili alla loro opera prima, i From sono tornati con qualcosa di inedito che punta a cambiare nuovamente le carte in tavola del genere.

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Sekiro: Shadows Die Twice è qualcosa di unico nel panorama videoludico: per quanto la struttura ricordi un Soulslike, in realtà le differenze sono molte. A cominciare dal fatto che Sekiro è un action puro con elementi da RPG ridotti all’osso. Inoltre Sekiro è stato pubblicato da Activision, solitamente legata a franchise molto mainstream come Call of Duty e molto distanti dal livello hardcore dei vari Dark Souls.

From Software/Activision
Sekiro combattimento ninja

Prendetelo come un avviso: Sekiro è probabilmente il titolo con la difficoltà maggiore a cui giocherete in questa generazione di console.

Non è però l’elevata difficolta a renderlo unico, ma l’applicazione di una radicata filosofia orientale in meccaniche di gioco ardue ma appaganti, che vogliono insegnarci qualcosa che vada oltre il semplice divertimento nello sconfiggere un nemico ostico. Mettetevi comodi, perché stiamo per raccontarvi la storia di un ninja e delle sue innumerevoli morti, un ninja che però non si è mai arreso, nonostante il dolore e le fatiche all’apparenza insormontabili.

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Vita, morte e rinascita di uno shinobi - Trama

Se siete abituati alle storie dei vari Dark Souls, volutamente lasciate sul vago con indizi sparsi tra oggetti e ambientazione, allora sappiate che in Sekiro esiste una storia molto più lineare, fatta di cutscene e di dialoghi piuttosto chiari che vi spiegheranno bene ciò che sta accadendo.

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Voi siete un ninja che viene chiamato da tutti Lupo, incaricato di proteggere l’Erede Divino, un misterioso ragazzo che si dice abbia un lignaggio speciale, in grado di donare l’immortalità. Un giorno il vostro protetto viene rapito dal clan Ashina, una volta a capo di un potente feudo, ma ora minacciato dal governo centrale timoroso delle occulte e misteriose eredità in mano a questo clan di guerrieri. L’epoca è quella Sengoku, un periodo pieno di tumulti e sanguinose guerre fra diversi feudi, in cui l’ago della bilancia del potere continuava a cambiare direzione. Per mantenere saldo il proprio status quo, gli Ashina decidono di ricorrere al potere del giovane Erede Divino e al suo sangue immortale, così da avere speranze di sopravvivere alle pressioni nemiche.

Lupo riesce a salvare il proprio signore in quello che è il tutorial del gioco, ma ben presto Genichiro Ashina, il leader dell’omonimo clan, bloccherà le vie di fuga ai due fuggitivi e taglierà un braccio al nostro protagonista, lasciandolo morente su un suggestivo campo di fiori. Lupo si risveglierà con una protesi costruita dal suo salvatore, conosciuto come lo Scultore, abile artista la cui vita è ormai dedicata alla realizzazione di idoli in legno. Forte della nuova protesi, Lupo decide di tornare sulle tracce del proprio padrone per tentare nuovamente di salvarlo.

From Software/Activision
Sekiro e Kuro inizio

Nonostante la storia sia più limpida che in passato, Sekiro è pur sempre un gioco From Software, e tante informazioni del background narrativo circa questo Giappone Feudale immaginario e distorto saranno da cercare nei dettagli di una mappa o negli oggetti che troverete.

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Anche i dialoghi con i tanti PNG acquisiscono maggiore importanza e molti vi forniranno delle sidequest atte a esplorare meglio l’ambientazione. Nonostante le poche linee di dialogo, agli sviluppatori va un plauso per essere riusciti a realizzare personaggi davvero ben caratterizzati, tra cui il nostro protagonista, soprannominato appunto Sekiro (che in giapponese significa lupo con un solo braccio), il quale dimostra un grande carisma, nonostante il suo carattere taciturno. Tra i tanti altri attori di questo dramma nipponico ricordiamo anche Isshin Ashina, il prototipo del samurai votato alla battaglia.

Piccola nota sulla lingua: il gioco è doppiato anche in italiano, oltre ad avere ovviamente i sottotitoli, ma se volete veramente immergervi nell’atmosfera nipponica vi consigliamo di scegliere l’eccelso doppiaggio giapponese, soprattutto se siete abituati a sentire questa lingua anche in anime e altri titoli di stampo nipponico; non ve ne pentirete.

Nonostante non sia mai stata il focus primario dell’esperienza di un titolo From Software, la trama è molto avvincente e andrà di pari passo con la vostra voglia di esplorare gli splendidi ambienti di gioco, alla ricerca di informazioni sui tanti misteri che vi circondano. Sappiate inoltre che esistono diversi finali, motivo in più per riaffrontare l’intera avventura una volta conclusa (se non sarete ancora stufi di morire).

L’arte di uccidere (e di morire) - Gameplay

Le fondamenta del gameplay di Sekiro risiedono in alcuni elementi che sono diventati i tratti caratteristici di ogni Soulslike. Anche qui avremo l’equivalente dei falò, in questo caso gli Idoli dello Scultore, dove è possibile riposare (facendo respawnare i nemici), fare viaggi rapidi e potenziare le nostre abilità. È inoltre presente un equivalente della Fiaschetta Estus per curarci e non mancano le tipiche scorciatoie tra livelli per facilitare gli spostamenti.

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Le similitudini con i precedenti titoli della software house giapponese finiscono qui, perché il combat system è totalmente differente rispetto ai tipici soulslike, avvicinando Sekiro molto di più a un action, ma con un sistema che si allontana da qualsiasi altro titolo per splendere nella sua unicità.

Il combattimento in Sekiro è quanto di più vicino ci possa essere a un duello all’arma bianca in un videogioco: un tasto è dedicato ai fendenti con la nostra fida katana, alternabili con colpi caricati per infliggere più danno, un tasto è adibito allo  schivare rapidamente in tutte le direzioni e, per la prima volta in un titolo From di questa categoria, è presente anche un tasto per saltare, così da aggiungere ulteriori manovre offensive.

Fulcro del combat system è la parata, che, se premuta un attimo prima di ricevere il colpo nemico, regala la possibilità della deviazione dell’attacco avversario così da permettere un veloce contrattacco.

From Software/Activision
Sekiro Cavaliere armato di lancia

Le battaglie non sono più basate sull’esaurimento della barra vitale dell’avversario, ma in Sekiro entra in campo un nuovo fattore che si rivela presto fondamentale da padroneggiare, ossia la Postura. Questa è rappresentata da una barra che si carica a ogni nostro attacco o parata nei confronti del nemico; una deviazione aumenterà maggiormente questa barra. Una volta riempita, è possibile fare un’esecuzione, uccidendo i nemici minori con un singolo colpo, mentre i boss avranno differenti barre vitali rappresentate da sfere rosse e ogni esecuzione eliminerà una di queste barre.

In Sekiro la velocità del combattimento è tutto, infatti la barra della Stamina non esiste, ma ciò non significa che è possibile attaccare quanto vogliamo, perché i nemici sono micidiali nel punire le nostre azioni avventate.

Oltre alla spada, anche il braccio meccanico è da considerarsi una temibile arma. Infatti monta diversi strumenti utili in battaglia, ad esempio un’ascia in grado di spezzare gli scudi nemici e che infligge pesanti danni alla Postura, oppure le castagnole, una serie di petardi utilissimi contro gli avversari animali, o una sorta di lanciafiamme in grado di dare fuoco ai nemici.

Questi strumenti sono fondamentali per la vostra sopravvivenza in diverse occasioni, soprattutto una volta individuate le debolezze dei nemici. Chiaramente non sono usabili all’infinito, ma bisogna fare rifornimento di simboli spiritici, che si consumeranno dopo ogni utilizzo (questi saranno comunque facilmente reperibili, uccidendo nemici o acquistandoli presso gli Idoli dello Scultore).

From Software/Activision
Sekiro meccanica Stealth

Una volta imparate le basi della battaglia, è possibile poi pian piano evolvere le nostre abilità belliche acquisendo punti abilità, che si accumulano nel più classico dei modi, ossia sconfiggendo i nemici. Essendo Sekiro un action, non esistono livelli e statistiche, o meglio, abbiamo degli oggetti che in grado di potenziare solamente Vitalità e Postura oppure Attacco, ma il sistema di evoluzione è in generale molto lineare e semplice.

I punti abilità servono per sbloccare nuove capacità e tecniche, sia passive che attive. Possiamo infatti equipaggiare una sorta di mossa speciale eseguibile con la pressione di L1+R1 o LB+RB, in grado di variare maggiormente il nostro parco mosse, oppure avere bonus passivi, come un incremento dell'abilità di mimetizzazione o una capienza di simboli spiritici incrementata.

Sekiro, da buon ninja, non affronta gli avversari sempre a viso aperto, ma utilizza le sue arti silenziose per aggirare il nemico e ucciderlo in un colpo solo. Il sistema Stealth ha decisamente un ruolo fondamentale in questo difficile titolo, infatti spesso è possibile ripulire intere aree senza essere visti. Lo stealth funziona in modo semplice: basta stare nascosti nei cespugli o in luoghi molto alti per non essere visti; i nemici hanno una barra sulla testa e che, a seconda del colore, indica quanto sono consci della nostra presenza.

Bisogna ammettere che l’IA nemica è aggirabile molto facilmente: basta fuggire per far dimenticare ai nemici la nostra presenza e spesso gli stessi non si accorgono dell'uccisione di un loro compagno a pochi metri di distanza. Data l’elevata difficoltà complessiva del gioco, non ci sentiamo però di sminuire troppo questa scelta, vista come una concessione in vista di scontri molto più ardui, come quelli contro i boss.

From Software/Activision
Sekiro Boss Fight

Proprio queste battaglie rappresentano l’apice e il punto più complesso di Sekiro. Divise in scontri contro boss principali e mini boss, sono realizzate in modo superlativo, con sequenze di attacchi e contrattacchi coreograficamente spettacolari (una volta imparata "l'arte delle difesa").

I boss rappresentano anche il grado maggiore di difficoltà. Se nei Dark Souls o in Bloodborne era possibile livellare a dismisura o chiamare altri giocatori online per sconfiggere il nemico, qui siete soli e senza possibilità di potenziarvi, dato che gli oggetti per migliorare le due statistiche presenti sono rilasciati solamente alla sconfitta di uno di questi ostici avversari. Non ci saranno scuse dunque: o imparate a combattere interiorizzando l’arte del combattimento presente in Sekiro o siete destinati alla morte.

La meccanica di Resurrezione non facilita più di tanto gli scontri. Vi permette di rialzarvi dopo una sconfitta, ma per riutilizzarla deve essere ricaricata pregando presso un Idolo dello Scultore o uccidendo uno o più nemici. Quindi, in caso di morte, nella maggior parte dei casi avete un’altra sola possibilità prima di soccombere e respawnare davanti all’ultimo Idolo dove avete pregato. Morendo troppe volte, si attiva una sorta di sidequest collegata alla lore del gioco: infatti alcuni PNG si ammalano di una malattia chiamata Morbo del Drago, che blocca le loro quest personali finché non curati. Ma lasciamo a voi il piacere di scoprire come salvarli. 

Vincere la morte - L'aspetto filosofico

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Sekiro katana

Dopo avervi raccontato delle meccaniche principali del gameplay, è doveroso soffermarsi su quanto profonde queste siano, e non in senso tecnico, ma per l’impatto sull’intera esperienza di gioco.

Sekiro è probabilmente il gioco più difficile realizzato da From Software, come già ampiamente dibattuto. Ciò costringe a confrontarsi con sè stessi e, battaglia dopo battaglia, difficoltà dopo difficoltà, e a interiorizzare quanto appreso con ogni sconfitta per rialzarsi dopo ogni caduta fino all’agognato momento del trionfo: una soddisfazione unica. Pian piano si diventa sempre più bravi, e, nonostante la morte non vi abbandoni mai, riuscirete ad attuare delle strategie impensabili nelle prime fasi del gioco.

Le boss battle sono tra le più entusiasmanti mai ideate da From Software e probabilmente alcune di queste resteranno negli annali dei videogiochi. Sono in grado di far percepire davvero l’adrenalina che scorre, consci che il più piccolo errore di valutazione in fase offensiva o difensiva può portare alla sconfitta. Ogni combattimento è sul filo del rasoio e vincere darà delle emozioni incredibili, perché ciò è merito principalmente vostro e della vostra evoluzione come giocatori.

From Software/Activision
Sekiro avversari multipl

Sekiro, senza bisogno di trame troppo approfondite, ma semplicemente grazie al suo sistema di gioco, vi fa vivere ogni duello come se fosse seriamente una questione di vita o di morte, nel pieno spirito del Bushido, dove ogni colpo può essere l’ultimo. Le filosofie orientali sono il fulcro dell’esperienza, come il ciclo buddista della reincarnazione, che qui può essere rappresentato dalle vostre continue morti, che pian piano, errore dopo errore, vi avvicinano all’illuminazione, qui rappresentata dal superamento di innumerevoli difficoltà, proprio come nella vita.

In Sekiro cadrete tante volte, ma se la voglia di non arrendervi prevarrà in voi allora capirete il messaggio di fondo del gioco, che può essere diverso per ognuno di noi, ma che alla fine sprona ad andare avanti imparando dai nostri errori, perché, come spesso dimentichiamo nella nostra società, l’errore è il più grande dei maestri.

L’incanto dei paesaggi orientali - Esplorazione e lato tecnico

From Software/Activision
Sekiro rampino

Come ogni produzione From Software che si rispetti, anche in questo caso il level design è un aspetto fondamentale del titolo, e anche in questo caso gli sviluppatori giapponesi hanno dimostrato la loro grande maestria.

In Sekiro ci sono mappe stupende, visivamente evocative grazie al loro fascino orientale espresso nel miglior modo possibile. Grazie alla maggior mobilità del nostro protagonista, data dall’utilissimo rampino, le aree di gioco acquistano un’ulteriore dimensione, quella verticale, aspetto che le rende ancora più complesse che in passato.

Le classiche scorciatoie che collegano le diverse mappe sono sempre presenti, anche se meno d’impatto rispetto ai Dark Souls. Ciò che invece non cambia è la bellezza delle fasi d’esplorazione, durante le quali si apre la caccia dei segreti di ogni mappa: oggetti e altri misteri nascosti in angoli impensabili.

Parte del background narrativo sarà poi da scovare osservando le ambientazioni, che offrono paesaggi evocativi e ammalianti, pieni del fascino nipponico, che qui si unisce al gusto della corruzione palpabile tipica delle produzioni From: un tempio buddista perfetto e imperituro nelle sue strutture e nei suoi idoli è associato alla depravazione dovuta all’allontanamento dai sentieri del Buddha; i classici fiori di ciliegio, da sempre amatissimi dal popolo giapponese, in Sekiro possono portare la sventura per un intero villaggio. Il potere corrompe e questo tema ricorrente già in passato nelle opere di From Software è trattato in modo ampio anche in questo titolo.

From Software/Activision
Sekiro castello feudale giapponese

Tecnicamente Sekiro si presenta con un’ottima qualità grafica, che però non fa gridare al miracolo se paragonata ad altri titoli recenti. D’altronde il dettaglio grafico non è mai stato il punto di forza di From Software e lo si vede in modelli poligonali mai troppo particolareggiati e in alcuni difetti ricorrenti che purtroppo ritornano anche in questo capitolo. Un esempio? Una telecamera a volte problematica nelle fasi più concitate della battaglia, compenetrazioni poligonali con cui è possibile colpire o essere colpiti attraverso i muri e texture non di altissima qualità.

Questi difetti sono comunque sopperiti dall’elevata qualità artistica delle ambientazioni, di cui vi abbiamo appena parlato, e dalle animazioni rese in maniera perfetta. Aspetto, quest'ultimo, fondamentale in un titolo in cui il combattimento è basato principalmente sulla lettura delle mosse del nemico.

Il Verdetto

Sekiro: Shadows Die Twice è un gioco immenso, con un sistema che va oltre il semplice gameplay basato sulla concezione di level up e game over. Sekiro è come un maestro severo che non sorride mai, che vi insegna a stare al mondo a suon di pugni e calci sui denti, ma che alla fine vuole solo per il vostro bene. Nonostante la frustrazione e le arrabbiature che vi provocherà, vi ci affezionerete e non potrete più farne a meno, tanto che vi dispiacerà separarvi da lui, consci però di aver imparato un’importante lezione di vita.

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Questa filosofia però è un’arma a doppio taglio: Sekiro non è un gioco per tutti e probabilmente molti giocatori lo abbandoneranno molto presto. Il titolo si rivolge a una nicchia di pubblico, a coloro che non solo hanno amato i Dark Souls e gli altri titoli derivati, ma che soprattutto hanno amato il loro lato hardcore e la sfida offerta al giocatore che non voleva affidarsi a trucchi o facilitazioni per avanzare. Se siete fra queste persone, amerete alla follia Sekiro, altrimenti vi consigliamo di testare la vostra pazienza Zen morendo non due, ma innumerevoli volte.

Commento

cpop.it

90

Sekiro non è un gioco per tutti, data l'elevata difficoltà, ma sicuramente i giocatori più hardcore lo ameranno alla follia !

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