Snowpiercer: trama e significato del finale del film di Bong Joon-ho

Autore: Alice Grisa ,

Snowpiercer è un film sudcoreano del 2013 diretto da Bong Joon-ho e tratto dal romanzo francese Le Transperceneige di Jacques Lob, Benjamin Legrand e Jean-Marc Rochette.

Del cast fanno parte Chris Evans, Song Kang-ho, Tilda Swinton, Jamie Bell, Octavia Spencer, Go Ah-sung, John Hurt e Ed Harris.

La trama

È il 2030, l’era glaciale ha sterminato la popolazione e un gruppo di sopravvissuti vive a bordo di un treno, lo Snowpiercer, che viaggia continuamente. Il veicolo è diviso in classi proprio come un microcosmo sociale. Le élite vivono in testa al treno, in “carrozze-abitazioni” lussuose, mentre in coda gli sono gli emarginati in condizioni difficili e di estrema povertà.

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Ma qualcuno sta pensando già a una rivolta: è Curtis Everett, che insieme all'amico Edgar e all'anziano Gilliam prevede di attaccare il comando del treno, uccidendo Wilford, guida e creatore del mezzo, e dando così vita a uno sconvolgimento generale. Curtis inizia ad attaccare il vagone-prigione, liberando i detenuti (dopo aver scoperto che le guardie nei vagoni di testa sono sprovviste di armi).

Mentre le guardie armate prendono due bambini piccoli, Andy e Timmy, il padre di uno dei due cerca di difenderli ma viene preso e gli viene amputato un arto.

Nell’attività di liberazione dei prigionieri, Curtis s’imbatte in Namgoong Minsu e sua figlia Yona, che si uniscono a lui: ben presto si scoprirà che Yona ha poteri di chiaroveggenza. Padre e figlia accettano di aprire tutte le porte che porteranno alla testa del treno, ma in cambio vogliono due farmaci allucinogeni per ogni porta (poi si scoprirà perché). Curtis viene aiutato anche da una sorta di “talpa”.

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Yona è in grado di vedere cosa c’è dietro le porte, come ad esempio il manipolo di soldati, ma suo padre le apre comunque e dà il via a una battaglia, dove Curtis deve compiere una scelta: salvare la vita a Edgar o prendere Mason, una donna “della testa del treno” in qualità di ostaggio.

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Una scena di Snowpiercer
L'universo distopico di Snowpiercer

Per il bene supremo, sacrifica l'amico Edgar e continua la sua offensiva utilizzando Mason come “merce di scambio”. Un gruppo di superstiti post-battaglia procede lungo il treno finché non s’imbatte in un vagone-scuola dove assistono a una lezione (in cui i ragazzi vengono portati a credere cose false come il fatto che al di fuori del treno non ci sia scampo.

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L’insegnante coglie di sorpresa tutti con un kalashnikov e uccide Andrew ma viene uccisa da Grey. La battaglia prosegue: vengono uccisi Gilliam, Mason, Grey e Tanya. Curtis non ha intenzione di arrendersi e arriva con i pochi rimasti fino alla testa del treno.

Namgoong Minsu intanto ha un intento preciso: aprire la porta per permettere a chi vuole di scendere dal treno. A suo avviso, l’era glaciale è finita ed esiste una nuova vita. L’uomo vuole utilizzare un materiale molto infiammabile (una droga usata dai passeggeri) come esplosivo per far esplodere il portello verso l’esterno, mentre Curtis gli svela che alcuni passeggeri della coda del treno sono ricorsi al cannibalismo per sopravvivere. Curtis ammette di aver ucciso la madre di Edgar per mangiare, e che stava per uccidere anche Edgar bambino.

Curtis arriva al locomotore, dove trova uomini ricchi intenti in un’orgia, annebbiati dalle sostanze stupefacenti. Con suo grande stupore, quando incontra Wilford, scopre che lui stesso ha orchestrato la sua ribellione tramite un accordo con Gilliam (cosa che aveva fatto anche in passato). Lo scopo? Spingere la popolazione del treno a decimarsi da sola, scongiurando il sovrappopolamento.

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Una scena di Snowpiercer
Scontri in Snowpiercer

Wilford cerca di convincere Curtis a prendere il comando del treno, ma Yona non ha dubbi sul fatto che sarebbe una strategia suicida, oltre la cosa meno giusta da fare. La ragazza chiede a Curtis un fiammifero per innescare la bomba e lui, alla fine, accetta.

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La carrozza salta in aria, il treno si ribalta. Muoiono Curtis, Minsu e Wilford, mentre Yona e il figlio di Tanya (che era costretto a lavorare sottoterra in uno spazio ristretto) si salvano.

La ragazza è fuori dal treno e in lontananza si vede un orso polare. 

Spiegazione del finale

Il finale di Snowpiercer (che letteralmente significa “rompighiaccio”) è più complesso di quanto possa sembrare.

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Si parte con il treno in una condizione di moto perpetuo e sulla divisione in classi che ricorda il pensiero marxista, con tanto di invito alla rivolta del proletariato. La ribellione per sovvertire un ordine ingiusto attraversa un percorso, dalla coda alla testa del treno, dove molte certezze verranno messe in discussione e i chiaroscuri prenderanno il sopravvento sulla lineare lotta dell’eroe.

Da una parte c’è Curtis, che appare come l’eroe coraggioso ma alla fine svela il proprio segreto: è diventato un cannibale per saziare la sua fame, nei termini limpidissimi di “mors tua, vita mea”.

Poi c’è Minsu, un cervello coreano (con figlia veggente) che preferisce aprire la porta per uscire dal treno (o uscire dal sistema in un linguaggio figurato) e lasciare tutti liberi di decidere.

In realtà dittatori e ribelli non sono altro che due facce della stessa medaglia, come spiega Wilford. Il comunismo non ha potuto che fallire, contemplare i propri guasti (in Corea più che in altre nazioni) e rassegnarsi all’inevitabilità del tramonto degli ideali, di una visione pura della politica, dell’utopia di un mondo senza cancelli, senza confini e con gli uomini in pace.

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Il finale di Snowpiercer
La scena finale

La ribellione, la scintilla di ogni società in cui qualcuno si sente “istituzionalmente vessato” era un grandissimo fake: un infiltrato, Gilliam, cospirava con Wilford per spingere le ultime carrozze a lottare per farli suicidare in modo figurato. Non c’è nessuna possibilità di sovvertire un sistema così complesso e strutturato, in cui il ribelle non è altro che una pedina di chi vuole farlo ribellare… o forse sì?

La detonazione finale rompe il ghiaccio (il treno) per catapultare i survivor in un mondo post-era glaciale. Non si tratta di una conclusione chiara e chiusa, bensì di un finale aperto e scivoloso, in cui è legittimo porsi alcuni dubbi.

Il suicidio è l’unica via di fuga dal sistema? E chi sopravvive a un sistema distrutto, sopravviverà? Yona e il bambino riusciranno a vivere in un mondo deserto, con i survivor del treno tutti morti (o così pare) e nel raggio di un orso polare affamato?

Oppure la detonazione è il primo passo verso la catarsi e il ripopolamento della Terra?

 

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Il treno contro una valanga in Snowpiercer
Un treno di superstiti incontro al baratro

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