Strano ma vero: le 5 serie animate più assurde degli anni '80

Autore: Redazione NoSpoiler ,

Se pensate che i soggetti più folli per le serie animate siano una prerogativa di questi ultimi anni vi sbagliate di grosso.

Certo, Rick & Morty parla di uno scienziato alcolizzato e del suo nipote iperansioso che vivono avventure su pianeti alieni e dimensioni parallele; Bojack Horseman tratta di un cavallo che è stato una star di una sitcom negli anni ‘90, ma queste serie sono rivolte a un pubblico adulto racchiudendo, la prima, omaggi alla fantascienza e alla cultura pop e la seconda trattando argomenti non facili come la depressione e la dipendenza.

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Alcune decadi fa, tuttavia, l’animazione era vista come un prodotto unicamente per bambini (specialmente quella televisiva), ma non per questo i prodotti nati sono stati meno folli di quelli odierni.

In questo articolo, infatti, vi parlerò di cinque soggetti tanto fuori di testa quanto veri, tutti nati nella decade degli anni ‘80.  Alcuni si sono rivelati prodotti di successo, altri decisamente meno.

Siete pronti? Cominciamo.

5- Tartarughe Ninja alla riscossa (Teenage Mutant Ninja Turtles)



Non si poteva iniziare che con loro. Tratta da un fumetto del 1984 ideato da Kevin Eastman e Peter Laird, che riprendeva in chiave parodistica i toni cupi e violenti delle opere di Frank Miller, la serie animata delle Tartarughe Ninja arrivò in televisione nel 1987, in una versione più edulcorata per il pubblico infantile.

Per quei pochi che non la conoscessero la trama è la seguente: a causa di un’accidentale contaminazione con un liquido radioattivo, quattro tartarughe crescono acquisendo una coscienza umana e forma antropomorfa. Allevate nelle fogne dal maestro Splinter (un tempo un saggio maestro ninja di nome Hamato Yoshi, tramutato dai liquami radioattivi in un topo parlante) i quattro apprendono da questi le segrete tecniche del ninjutsu con cui combattere il male coadiuvati dalla giornalista April O’Neil e dal vigilante Casey Jones.

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La loro nemesi è Shredder, un uomo con indosso un’armatura metallica a capo di un esercito di ninja robot chiamato Clan del Piede; assieme a lui ci sono Rocksteady e Bebop, rispettivamente un rinoceronte e un facocero suoi tirapiedi, e Krang, un cervello alieno senziente che si muove all’interno di un androide.

Se aggiungiamo che i quattro personaggi si nutrono esclusivamente di pizza e rispondono ai nomi di Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo ecco che, appunto, si dà il via a un progetto “così strano da poter funzionare”.
E il progetto, infatti, funziona e alla grande, grazie ai suoi personaggi indimenticabili.

Senza contare i fumetti e la serie originale (che vanta ben dieci stagioni) le Tartarughe Ninja sono state protagoniste di molte altre versioni televisive, di un numero spropositato di giocattoli e di ben cinque film live action di notevole successo.

4- I Wuzzles (Wuzzles)



Nata nel 1985 per mano di Walt Disney Pictures, la serie era rivolta a un pubblico di età inferiore rispetto alle precedenti Tartarughe Ninja.

Lo scenario era l’immaginaria terra di Wuz dove vivono i Wuzzles (nome che deriva dall’inglese to wuzzle ovvero “mescolare”), creature alquanto particolari. Infatti la sigla del cartone spiegava che in questo mondo "ogni singola cosa è formata dalla fusione di altre due" protagonisti compresi, che erano la combinazione di due animali distinti.

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Avevamo così personaggi come Apilone (metà ape e metà leone), Eleguro (elefante e canguro), Conippa (coniglio e ippopotamo) e molti altri che vivevano in pace e armonia circondati da oggetti strani come motorini-monociclo e fisarmoniche-sassofono.

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Unica nota stonata era il malvagio quanto incapace Dinodrillo (metà dinosauro e metà coccodrillo), che cercava di rovinare sempre la giornata ai protagonisti finendo irrimediabilmente sconfitto a ogni puntata. Un’idea tanto anomala quanto simpatica, ma che probabilmente non venne sviluppato a dovere da Disney rispetto ad altre serie del periodo come I Gummi e soprattutto DuckTales – Avventure di Paperi.

La serie infatti non ebbe grande successo e vanta una sola stagione di appena tredici episodi.

3- Rambo (Rambo: The Force of Freedom)



Nel 1982 esce nei cinema First Blood, tratto dall’omonimo romanzo di David Morrell e da noi conosciuto con il nome del suo protagonista, Rambo, interpretato da Sylvester Stallone.

La storia di un reduce del Vietnam che scatena il panico in una cittadina americana dopo essere stato maltrattato dalla polizia locale ha un tale successo che nel 1985 viene realizzato un sequel, First Blood: part II, da noi conosciuto più semplicemente come Rambo II.

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In questo film John Rambo viene liberato dal carcere e rispedito in Vietnam a recuperare dei soldati americani prigionieri. Rambo accetta la missione e sul suo percorso massacrerà soldati vietnamiti e sovietici come non ci fosse un domani.

Anche questa pellicola è un successo, il secondo incasso dell’anno dopo Ritorno al Futuro, un traguardo notevole dal momento che, per i suoi contenuti violenti si guadagnò il divieto ai minori esattamente come il suo predecessore. Fu così che, nel 1986, qualcuno si trovò a pensare che un reduce del Vietnam conosciuto per essere una spietata macchina per uccidere, fosse il soggetto perfetto per una serie di cartoni animati per bambini.

Nasce cosi Rambo: The Force of Freedom, un progetto che prendeva spunto non solo dai due film con protagonista Stallone ma anche da un’altra serie per ragazzi che stava spopolando ai tempi, ovvero G.I. Joe. La storia del cartone non verteva, infatti, su Rambo intento a tornare in Vietnam a uccidere russi e vietcong, ma parlava di lui che assieme all’immancabile colonnello Trautman (entrambi naturalmente non doppiati dagli interpreti originali) guidava un drappello di forze speciali chiamate appunto Force of Freedom.

Se i G.I. Joe avevano a che fare con il Cobra, Rambo e la Force of Freedom dovevano scontrarsi abitualmente con un’organizzazione terrorista chiamata S.A.V.A.G.E. e capitanata dal generale Warhawk, che si lasciava intuire provenisse dalla Germania dell’est.

Un cartone decisamente figlio degli anni ‘80, insomma, ma che non andò oltre alla prima stagione. Stagione che durò appena quattro mesi ma che vantava comunque la bellezza di sessantacinque episodi.

Rambo: the Force of Freedom venne prodotto da Ruby-Spears Enterprises, tenete a mente questo nome perché ritornerà.

2- Turbo-Teen



Era il 1984 e in televisione impazzava da un paio d’anni David Hasselhoff in Knight Rider, conosciuta da noi come Supercar. L’idea di un’auto parlante è in effetti un ottimo spunto per dei cartoni animati e fece quindi suonare un campanello all’interno degli uffici di… indovinate? Esatto, ancora Ruby-Spears Enterprises! A quanto pare la casa di produzione si trovò a pensare che un semplice ragazzo che guidava una macchina ipertecnologica non fosse abbastanza originale (o forse temevano un’accusa per plagio proprio da Supercar) e decisero di fare il passo successivo, il ragazzo SI SAREBBE TRASFORMATO in un’auto parlante.

Nasce così Turbo-Teen, storia del giovane Brett Matthews che, mentre guida la sua macchina durante un temporale, finisce fuoristrada finendo in un laboratorio scientifico.

Sfortuna vuole che proprio in quel momento si attivi una sorta di raggio molecolare che fonde Brett all’automobile. Brett è così in grado di trasformarsi quando la temperatura è troppo calda mentre ritorna normale quando questa scende.
Grazie a questa peculiarità il nostro eroe intraprende una lotta contro la criminalità con l’aiuto della sua ragazza, del suo migliore amico e del suo cane, venendo ostacolato dal misterioso Dark Rider, alla guida di un monster truck, che ha intenzione di carpire il segreto della trasformazione di Brett.

Anche questo prodotto durò appena una stagione, per un totale di tredici episodi. Probabilmente l’idea era troppo stramba perché i giovani spettatori si potessero identificare nel protagonista.

1- Rubik, the Amazing Cube



Ebbene sì. Al primo posto tra le idee più bizzarre mai avute per un cartone animato ci sono loro: le avventure del cubo di Rubik datate 1983.

Tutti voi conoscete il cubo ideato dall’ungherese Ernő Rubik nel 1974 e molto probabilmente ne avete anche uno a casa. Il cubo dalle facce multicolori ricomponibili ha avuto uno straordinario successo, facendo sì che ne venissero create nel corso degli anni molte varianti e venissero organizzati dei veri e propri tornei d’abilità.

Insomma un oggetto entrato nell’immaginario collettivo di più di una generazione, un autentico giocattolo iconico, ma iconico al punto da meritarsi una serie animata? La risposta a quanto pare è sì, o almeno lo è per la sempre vulcanica Ruby-Spears Enterprises che a questo punto può tranquillamente meritarsi il titolo di casa madre delle idee bislacche!

Perché questo cartone merita il primo posto rispetto allo spericolato Turbo-Teen o al patriottico Rambo? Beh, tralasciando la premessa di fare una serie animata basata su un soggetto inanimato è la sinossi stessa a meritare attenzione.

Rubik il cubo (ebbene sì è anche il nome del cubo stesso) appartiene a un mago malvagio, che in pieno 1983 viaggia su un carro trainato da cavalli neanche fosse il Mangiafuoco di Pinocchio. Per qualche fortuita combinazione lo scrigno contenente il magico cubo cade dal carro e si apre, venendo poi ritrovato dai fratelli Rodriguez, Carlos, Lisa e Reynaldo. I tre fratelli avrebbero cercato di proteggere il cubo dal mago malvagio che ne avrebbe utilizzato i poteri per scopi, ovviamente, malvagi.
Inoltre quando le facce erano perfettamente combinate, ecco che a Rubik spuntavano dei piccoli piedi quadrati e una testa rotonda, un misto tra Yoda di Star Wars e l’alieno Ciribiribì della vecchia pubblicità Kodak. Attuata questa trasformazione il cubo poteva lanciare raggi magici che davano la possibilità di volare o altre cose strabilianti. Insomma prendeva anche un po’ dal film di Steven Spielberg E.T. l’Extraterrestre uscito l’anno prima.

Tutto questo non basta a fargli meritare la medaglia d'oro? Ebbene eccovi un’ultima chicca: il cartone venne trasmesso su ABC per una stagione da tredici episodi affiancato a un’altra serie a cartoni animati con protagonista… Pac-Man, certo anche questa un’idea peculiare ma molto meno stramba di prendere un cubo colorato e renderlo un folletto-alieno magico.

 

Bene, questi erano secondo me i cinque cartoni più assurdi ideati nel corso degli anni ‘80, una personalissima opinione ovviamente. Qual è la vostra? Ci sono altre serie animate del periodo che ritenete meritassero di entrare in classifica?

Una cosa comunque è certa, i cartoni animati degli anni ‘80 erano un gran concentrato di follia. Certo la scorsa decade ha visto nascere su Nickelodeon la serie Breadwinners – Anatre Fuori di Testa, incentrata su due anatre che consegnano pane a bordo di un furgone-razzo, per cui direi che contro il magico cubo di Rubik sarebbe una bella lotta.

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