Sulla mia pelle: 5 cose da sapere sul film che racconta il calvario di Stefano Cucchi

Autore: Silvia Artana ,

È il 22 ottobre 2009 quando Stefano Cucchi, 31 anni, muore nel reparto detentivo dell’ospedale Sandro Pertini. È il 14 novembre 2019 quando i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro vengono condannati a 12 anni dalla Corte d'Assise d'Appello di Roma per omicidio preterintenzionale. In mezzo ci sono 10 anni di indagini, depistaggi, processi e la battaglia senza tregua di Ilaria Cucchi per avere giustizia per suo fratello. E un film. 

#Sulla mia pelle, diretto da Alessio Cremonini e interpretato da Alessandro Borghi, viene presentato come pellicola d'apertura della sezione Orizzonti a Venezia 75, mentre il "processo-bis" a carico di Di Bernardo e D'Alessandro e la "inchiesta-ter" per depistaggio sono in pieno svolgimento. E inevitabilmente finisce al centro delle polemiche. Ma la verità è che, prima ancora, la pellicola che porta sullo schermo l'ultima settimana di vita di Stefano Cucchi racconta una storia difficile da ascoltare (e guardare, anche nella finzione) e scava nel tessuto della società e nella coscienza di ognuno.

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Ecco 5 cose da sapere sul film, disponibile in streaming su Netflix.

Il protagonista Alessandro Borghi

A portare sullo schermo Stefano Cucchi in Sulla mia pelle è Alessandro Borghi. L'attore di Non essere cattivo, Suburra, Suburra - La serie e Diavoli ha ricevuto un coro di elogi per la sua (eccezionale) performance. Anche da parte della stampa straniera, con The Hollywood Reporter che lo ha definito "uno dei principali punti di forza del film" e un "astro nascente" e ha parlato di un "punto di svolta" per la sua carriera. Tuttavia, in una intervista a Netflix (che trovate nel video qui sotto), Alessandro ha dichiarato che all'inizio era "molto spaventato":

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Non sapevo se il film sarebbe stato poi un motivo per strumentalizzare delle idee o cercare di prendere per forza una posizione per qualcuno.

Ma dopo avere letto la sceneggiatura e avere conosciuto la squadra dietro al progetto, non ha più avuto dubbi:

Non avrei mai potuto sopportare l'idea di vedere questo film fatto da qualcun altro.

Per entrare nel ruolo di Stefano, l'attore romano non solo ha perso circa 20 kg in meno di tre mesi, ma si è documentato con scrupolo sulla vicenda e ha lavorato sul background del giovane geometra, cercando di trovare la vera essenza di Stefano e di (ri)darle forma sullo schermo.

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Alessandro ha rivelato che ad aiutarlo in modo particolare sono stati i libri Il corpo del reato di Carlo Bonini e Vorrei dirti che non eri solo di Ilaria Cucchi, oltre che il documentario 148 Stefano - Mostri dell'inerzia di Maurizio Cartolano e Giancarlo Castelli (trasmesso in prima TV su La 7 con l'intervento di Ilaria Cucchi ed Enrico Mentana). E proprio quest'opera, grazie alla presenza di alcuni brevi filmati amatoriali, lo ha aiutato a definire la gestualità e l'uso della voce di Stefano.

In un'intervista a L'aria che tira, Ilaria Cucchi ha dichiarato che guardare per la prima volta Sulla mia pelle e Alessandro Borghi nel ruolo del fratello "è stato sconvolgente" e che subito dopo ha voluto chiamare l'attore romano:

Gli ho detto: 'Ma come hai fatto? Tu Stefano non lo conoscevi nemmeno. Eppure sei uguale a lui'.

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Ilaria ha spiegato che Alessandro le ha "restituito una parte" del fratello e in qualche modo le ha permesso, se non di colmare, di elaborare il vuoto di conoscenza delle emozioni e dei sentimenti provati da Stefano nei giorni del suo calvario.

Per la sua straordinaria interpretazione in Sulla mia pelle, Alessandro Borghi ha vinto il David di Donatello 2019 per il Miglior attore protagonista e quando è salito sul palco ha pronunciato un discorso toccante (potete ascoltarlo per intero nel video qui sopra):

Ringrazio la famiglia Cucchi per essersi fidata di me. [...] Questo premio è di Stefano Cucchi. Ed è un premio che voglio dedicare agli esseri umani e all'importanza di essere considerati tali. A prescindere da tutto.

Il regista Alessio Cremonini

Sulla mia pelle porta la firma del praticamente esordiente Alessio Cremonini, che prima del film su Stefano Cucchi ha diretto solo un altro lungometraggio, Border, e si è occupato del copione di Private, di Saverio Costanzo. Come spiegato da Alessandro Borghi nell'intervista a Netflix, il regista ha anche scritto la sceneggiatura, insieme a Lisa Nur Sultan, a partire da quasi 10mila pagine di verbali.

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Da parte sua, il filmmaker ha offerto una spiegazione della genesi, dello sviluppo e del significato di Sulla mia pelle in occasione della proiezione della pellicola organizzata dall'associazione Piccolo America in piazza San Cosimato a Roma (trovate l'intervento nel video qui sotto):

Abbiamo pensato che l'unico modo per poter fare un film che raccontasse la storia di Stefano era quello di non barare, quello di non avere pregiudizi. Quello di fare un film che dicesse tutta la verità che appariva dai verbali.

E ha dichiarato che l'approccio al film e il suo stile forse sono anche lo specchio della sua forma mentis e dell'atteggiamento con il quale si rapporta alla realtà:

Penso che le cose meno urlate, in realtà, servano molto di più alla ricerca della verità di un film polemico, manicheo, che divide il mondo in buoni e cattivi con una sbarra e con un muro.

Per Sulla mia pelle, Alessio Cremonini ha ottenuto il riconoscimento per il Miglior regista esordiente e il Premio David Giovani ai David di Donatello 2019 e il Ciak d'oro 2019 per la Migliore opera prima. Tuttavia, dopo il film su Stefano Cucchi, il regista è finito fuori dai radar del cinema italiano.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, in un post pubblicato su Facebook a gennaio 2020, il filmmaker ha raccontato con amara ironia di essere disoccupato:

Regista senza lavoro: mi propongo per video d’autore di matrimoni, comunioni e lauree.

Contattato dal giornale, Alessio Cremonini ha dichiarato di non riuscire a trovare finanziamenti per le sue idee:

Sono progetti dall'impronta politica come è stato Sulla mia pelle. Io ho quel tipo di ispirazione lì, come lo ebbi per Border e Private, scritto con Saverio Costanzo.

D'altra parte, il regista ha dichiarato di vivere il momento di difficoltà senza drammi e di aver trovato grande conforto nell'affetto ricevuto dai suoi contatti dopo avere pubblicato il post e nel sostegno che gli mostrano per il suo lavoro con Sulla mia pelle le persone che incontra ogni giorno (o quasi) :

Tutti i taxisti l'hanno visto, tutti i barbieri l'hanno visto, tutti i medici l'hanno visto tutto. Piaciuto o meno, è raro che un film su un tema così difficile e drammatico abbia suscitato questa vicinanza.

Lucky Red/Netflix
Alessandro Borghi in Sulla mia pelle
Alessandro Borghi è Stefano Cucchi in Sulla mia pelle

Le parole di Ilaria Cucchi

Ilaria Cucchi ha combattuto una lunga e difficile battaglia per ottenere giustizia per suo fratello e (inevitabilmente) lei e Sulla mia pelle sono legati a doppia mandata. 

Come riporta Il Fatto Quotidiano, in occasione della presentazione del film a Roma, Ilaria ha rivelato che all'inizio ha avuto paura e molti dubbi all'idea di raccontare la storia di Stefano. Ma che farlo è stata la scelta giusta, anche (soprattutto) grazie alle persone coinvolte nel progetto:

Quando ho saputo dell'intenzione di realizzare questo film ero spaventata, perché stavo mettendo la nostra storia e il nostro dolore nelle mani di qualcuno che non conoscevo nemmeno. Oggi posso dire che non potevo metterli in mani migliori. Questo film è ciò che dovevo a mio fratello.

In precedenza, durante un'intervista a Omnibus dopo la proiezione di Sulla mia pelle a Venezia (culminata in un abbraccio con i membri del cast), aveva dichiarato che la somiglianza tra Alessandro Borghi e il fratello era tale "da fare venire i brividi" e che il film le aveva fatto rivivere i giorni "così lontani, ma così attuali" del calvario di Stefano, ma anche suo e dei suoi genitori:

[Sulla mia pelle, n.d.r.] è potente, è uno strumento enorme. Quel film racconta l'inizio di tutto. La nostra sofferenza, il nostro dolore, la tragica morte di mio fratello. Chiunque lo guarderà, saprà perfettamente cosa ha dovuto subire mio fratello, Stefano Cucchi.

Dopo la vittoria del David di Donatello da parte di Alessandro Borghi e la sua toccante dedica, Ilaria ha risposto ringraziando l'attore e dicendo che le sue parole e gli applausi del pubblico avevano "scaldato il cuore" di sua mamma e rivolgendo un pensiero pieno di gratitudine a tutti gli artefici del film:

Le polemiche 

Sulla mia pelle ha dovuto affrontare diverse polemiche. Ma più ancora delle tensioni generate dall'argomento trattato, a tenere banco sono state le controversie legate alla distribuzione e alla proiezione del film.

A dare origine alla prima disputa è stata la decisione di Lucky Red e Netflix di fare uscire la pellicola in sala e di renderla disponibile sul servizio di streaming nello stesso giorno, il 12 settembre 2018. La scelta ha provocato la levata di scudi dell'Associazione italiana esercenti cinema (Anec), che ha invitato gli aderenti a boicottare Sulla mia pelle e non proiettarlo. Tuttavia, la protesta ha ottenuto un'adesione parziale e il film ha trovato spazio in numerosi cinema.

Sulla mia pelle Sulla mia pelle L'ultima settimana nella vita di Stefano Cucchi è un'odissea fra caserme dei carabinieri e ospedali, un incubo in cui un giovane uomo di 31 anni entra sulle sue gambe ed ... Apri scheda

La seconda polemica è sorta intorno all'iniziativa di varie associazioni e diversi collettivi universitari e antagonisti di proiettare pubblicamente Sulla mia pelle, senza rispettare la richiesta di Lucky Red di aspettare un mese dall'uscita e di fatto violando il copyright del film. Facebook è intervenuto nella vicenda rimuovendo le pagine che promuovevano gli eventi e Ilaria Cucchi ha commentato la scelta della compagnia di Zuckerberg dicendo di comprenderne le ragioni, ma di essere dispiaciuta:

Tuttavia, la piattaforma non è riuscita a fermare la marea di serate e incontri organizzati un po' in tutta Italia. 

I premi

Sulla mia pelle ha ottenuto recensioni molto buone da parte del pubblico e degli addetti ai lavori e ha conquistato numerosi riconoscimenti.

A Venezia 75, ha vinto il Premio Pasinetti speciale al film e ai migliori attori, il Premio Brian UAAR e il Premio FEDIC per "l'opera che meglio riflette l'autonomia creativa e la libertà espressiva dell'autore". Oltre ad avere ricevuto 7 lunghissimi, emozionanti minuti d'applausi dopo la proiezione.

In seguito, la pellicola ha collezionato 10 candidature ai David di Donatello, conquistando la prestigiosa statuetta per il Miglior regista esordiente ad Alessio Cremonini, il Miglior produttore a Cinemaundici e Lucky Red, il Miglior attore protagonista ad Alessandro Borghi e il David giovani ad Alessio Cremonini.

Sulla mia pelle ha vinto anche il Nastro dell'anno del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani e tre Ciak d'oro per il Miglior attore ad Alessandro Borghi, la Migliore opera prima ad Alessio Cremonini e il Miglior produttore a Luigi Musini, Oliva Musini e Andrea Occhipinti.

A completare l'importante palmarès sono quindi arrivati il Premio Gobbo d'oro al Miglior Film ad Alessio Cremonini, il Premio del Pubblico ad Alessio Cremonini, il Premio Migliore Attore ad Alessandro Borghi e il Premio Beppe Ciavatta - Miglior Regista Esordiente ad Alessio Cremonini al Bobbio Film Festival.

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