Sylvester Stallone: 'In Rocky IV Dolph Lundgren rischiò di uccidermi sul serio'

Autore: Emanuele Zambon ,

Se la perdita (del coach Mickey) in Rocky III, seppur dolorosa, era stata il naturale twist nel percorso di crescita (professionale) di Balboa, l'uccisione sul ring di Apollo Creed ad opera del pugile sovietico Ivan Drago è stata uno shock emotivo difficile da metabolizzare in Rocky IV. Il senso di morte ad aleggiare per tutto il film, abbracciando anche il destino del protagonista, chiamato a vendicare - sempre sul ring - l'amico morto sotto i colpi infernali di Drago.

A sentire Sylvester Stallone, le cose nella realtà non sono andate così diversamente dal film. L'attore, ospite del Festival di Cannes per presentare in anteprima mondiale Rambo: Last Blood, durante la masterclass dedicata alla sua carriera ha ricordato un episodio thrilling delle riprese del quarto capitolo di Rocky datato 1985.

Stallone racconta la brutalità di Dolph Lundgren sul set di Rocky IV

Se si guarda ai film di Rocky, ci si rende conto di come la serie sia un po' un caso a parte nel panorama dei film sulla boxe. In poche occasioni l'incontro del film restituisce le vere atmosfere del pugilato: gli atleti si affrontano quasi sempre a viso aperto, senza impostare la guardia, e finiscono sistematicamente per arrivare all'ultimo round. La realtà è ben diversa. Però la saga si è dimostrata sempre formidabile su un punto, relativamente alle scene dei match: l'incredibile lavoro sulla coreografia.

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E Stallone a Cannes si è soffermato proprio sulla ricerca spasmodica della perfezione coreografica delle scene di boxe, che ha messo a dura prova la salute dell'attore sul set di Rocky IV. "Mi ha colpito così forte che il cuore mi si è quasi fermato", ha svelato Sly, confessando di essersela praticamente cercata:

Gli dissi: 'Perché non facciamo sul serio? Prova a mandarmi ko. Colpiscimi più forte che puoi'. Fu una cosa piuttosto stupida da dire. L'unica cosa che ricordo sono io su un aereo in volo a bassa quota, direzione pronto soccorso. Fui costretto al ricovero in terapia intensiva per quattro giorni, circondato da suore.

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Stallone ha anche ricordato la sua reazione iniziale all'incontro con Lundgren: "Quando fece il suo ingresso Dolph, lo odiai immediatamente. Se penso all'atleta perfetto, lui in quel film era l'immagine ideale: un essere sovrumano come avversario per Rocky".

Sly e Lundgren sono diventati buoni amici nel tempo: dopo aver lavorato insieme nella saga de I mercenari, si sono ritrovati sul set di Creed II, in cui lo svedese classe '57 ha ripreso il ruolo di Ivan Drago.

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