Tarantino risponde a Uma Thurman e l'attrice chiarisce le sue dichiarazioni sul regista

Autore: Silvia Artana ,

L'intervista rilasciata da Uma Thurman a The New York Times ha riaperto con violenza le ferite del caso Weinstein e dello scandalo delle molestie sessuali a Hollywood. Ma non solo. Ha anche gettato lunghe ombre su Quentin Tarantino. L'attrice ha dichiarato che i problemi con l'ex boss di Miramax hanno minato il rapporto tra lei e il regista e ha accusato quest'ultimo di avere messo a rischio la sua vita sul set di Kill Bill.

In un primo momento, il due volte premio Oscar (per la sceneggiatura originale di Pulp Fiction e Django Unchained) non ha replicato alle parole della sua musa. Ma poi ha deciso di rispondere.

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In una lunga chiacchierata con Deadline, Tarantino ha rivelato che era al corrente della volontà di Uma di parlare con The New York Times e che anche lui avrebbe dovuto contribuire al pezzo. Invece, alla fine non ha parlato con l'autrice, Maureen Dowd:

Sapevo dell'intervista. Uma e io ne abbiamo parlato a lungo, decidendo come dovesse farla. Voleva che fosse fatta chiarezza sull'incidente, dopo tutti questi anni. Mi ha chiesto: 'Posso avere il filmato?'. Dovevo trovarlo, 15 anni dopo. Abbiamo setacciato gli archivi, tirato fuori scatole. L'ha trovato Shannon McIntosh. Non ci potevo credere. Non pensavo che ci saremmo riusciti. Era chiaro e mostrava l'incidente e le sue conseguenze. Sono stato molto felice per Uma di averlo trovato.

Partendo da questo presupposto, Tarantino ha offerto la propria versione dei fatti sui passaggi più drammatici dell'articolo di The New York Times (l'incidente sul set di Kill Bill, gli episodi dello sputo e dello strangolamento e il suo rapporto con Harvey Weinstein). A margine, il filmmaker ha aggiunto con una nota di amarezza, ma senza polemica, che probabilmente le altre persone interpellate hanno vietato di essere citate, finendo con il fare ricadere tutta la colpa e le responsabilità su di lui.

Poco prima della pubblicazione dell'intervista, anche Uma ha chiarito le sue dichiarazioni sul regista, di fatto riconoscendone la buona fede e puntando il dito contro Harvey Weinstein e Lawrence Bender ed E. Bennett Walsh, i due rappresentanti dell'agenzia CAA, che la seguiva all'epoca dei fatti.

L'incidente sul set di Kill Bill

Il video dell'incidente occorso a Uma Thurman sul set di Kill Bill ha scosso profondamente l'opinione pubblica e Tarantino è stato attaccato duramente da più parti. Anche perché l'attrice ha dichiarato che il regista ha insistito con forza perché fosse proprio lei a guidare la decappottabile blu e che come conseguenza dello schianto ha riportato danni permanenti a collo e ginocchia.

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Parlando con Deadline, Tarantino ha ripercorso la sequenza di decisioni che ha portato all'incidente, non solo senza sottrarsi alle proprie responsabilità, ma anzi manifestando un profondo e doloroso senso di colpa.

Per prima cosa, il regista ha chiarito che non riteneva la scena pericolosa e che non ha perso le staffe con Uma:

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Nessuno di noi pensava che la scena fosse pericolosa. Bisognava solo guidare. Nessuno di noi la considerava rischiosa. Ma forse avremmo dovuto farlo. Sono sicuro che quando mi hanno detto [che Uma era in ansia, n.d.r.] ho alzato gli occhi al cielo e ho sbuffato. Ma non ero in collera e non ero furibondo. Non ho fatto irruzione nella roulotte di Uma gridando che doveva salire in macchina. [...] Invece, quello che è accaduto è che ho ascoltato le sue preoccupazioni.

Poi, rendendosi conto che l'attrice aveva paura, ha deciso di provare lui stesso la strada che avrebbe dovuto percorrere. Quando è stato certo che era dritta, senza insidie o curve nascoste, è tornato da Uma e le ha detto che ce la poteva fare (Tarantino ha spiegato che l'attrice ha la patente, ma non è una grande guidatrice):

Le ho detto che sarebbe andato tutto bene. Le ho detto che la strada era dritta. Le ho detto che non avrebbe corso rischi. E non è stato così. Mi sbagliavo. Non l'ho costretta a salire in macchina. L'ha fatto perché si fidava di me. Credeva alle mie parole.

Il regista non ha negato di avere chiesto a Uma di tenere una velocità tra i 55 e i 65 km/h, ma ha ribadito che il tratto da percorrere era semplice e sicuro. E che l'auto era perfetta.

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Ma poi è successo qualcosa. Ed è a questo fatto che Tarantino riconduce la causa dell'incidente:

Sono arrivato sul set ed è sorta una domanda. Avremmo potuto percorrere la strada nella direzione opposta? Perché era fine giornata e l'illuminazione sarebbe stata migliore.

Il regista e la crew hanno pensato che non ci fossero problemi a invertire partenza e arrivo e che non fosse necessario provare di nuovo il percorso. Ed è stato un grande errore, un errore per il quale Tarantino non si perdona:

Questo è esattamente quello che è successo. Ho pensato: 'Una strada dritta è una strada dritta'. E non credevo che fosse necessario provarla di nuovo per essere sicuri che non ci fosse alcuna differenza, percorrendola nella direzione opposta. È uno dei più grandi rimpianti della mia vita. È uno dei miei errori più gravi e terribili: non avere provato la strada un'altra volta.

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Miramax
Uma Thurman in Kill Bill 2
Uma Thurman nella (tristemente) famosa scena dell'auto in Kill Bill

Facendo riferimento al video dell'incidente, il regista ha dichiarato che a un certo punto c'è "una piccola curva a S", che salta letteralmente fuori dal nulla. Ed è dove Uma perde il controllo della macchina. Tarantino ha detto di non sapersi spiegare questo apparente cambiamento nella strada, ma è assolutamente certo che sia la causa dello schianto. Causa su cui, secondo lui, può avere influito in parte anche il peso della telecamera montata sul retro dell'auto, che sembra fare perdere aderenza alla vettura.

Il regista ha concluso dicendo che l'incidente ha cambiato tutto:

Non è solo uno dei più grandi rimpianti della mia carriera, ma della mia vita. Ha avuto un enorme peso nell'esistenza mia e di Uma per i successivi 2/3 anni. Non è che non ci parlavamo più. Ma era andata persa la fiducia. [...] Uma e io abbiamo avuto i nostri problemi dopo l'incidente. Lei me ne ha dato la colpa e aveva tutto il diritto di farlo. Io non volevo che le accadesse nulla. Le ho detto di salire in macchina, che la strada era sicura. E non era così. Forse l'auto aveva dei problemi, ma io all'epoca non ne ero a conoscenza. [...] Non siamo diventati degli estranei, ma non stavamo più sempre insieme.

Tarantino ha detto che le cose tra lui e Uma hanno iniziato a migliorare nel 2005, quando hanno partecipato insieme a uno speciale di The New York Times sui registi e i loro collaboratori più stretti. Il chiarimento definitivo è arrivato poco dopo e da quel momento si sono messi tutto dietro le spalle e sono tornati amici.

Nel corso della lunga intervista a Deadline, Quentin Tarantino ha anche chiarito le affermazioni di Uma Thurman sulle controverse scene dello sputo e dello strangolamento in Kill Bill.

Il regista ha sottolineato che non si tratta di dichiarazioni dirette dell'attrice, ma della "prosa di Maureen Dowd", e che in entrambi i casi non c'è niente di strano o di morboso o di violento, ma è solo lavoro. 

Ed è proprio per questa ragione, per senso di responsabilità in quanto regista del film, per non mettere in imbarazzo un attore o un qualsiasi altro membro della crew e per evitare di girare più volte del necessario delle scene innegabilmente difficili e dal forte impatto emotivo, che ha scelto di realizzarle lui stesso.

Il chiarimento di Uma Thurman

Dopo l'intervista a The New York Times e lo tsunami di critiche che ha travolto Quentin Tarantino e prima della replica di quest'ultimo pubblicata da Deadline, è stata la stessa Uma Thurman a intervenire in difesa del regista. Di fatto confermando tutto quello che lui avrebbe detto dopo.

L'attrice ha pubblicato un post su Instagram in cui ha chiarito la posizione di Tarantino:

Le circostanze che hanno portato all'incidente sono state frutto di una negligenza che sconfina con la criminalità. Ma non credo che ci fosse un intento doloso. Quentin Tarantino è stato profondamente addolorato da questo tragico evento e continua a provare rimorso. È stato lui a darmi il video anni dopo, così che potessi renderlo pubblico. Anche se probabilmente si tratta di un evento su cui non si potrà mai fare giustizia. Lo ha fatto con la piena consapevolezza che avrebbe potuto causargli dei gravi problemi. E io sono orgogliosa di lui perché ha fatto la cosa giusta e per il suo coraggio.

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Invece, l'attrice ha usato toni molto diversi nei confronti di Harvey Weinstein e di Lawrence Bender ed E. Bennett Walsh dell'agenzia CAA, che la rappresentava all'epoca dei fatti:

L'insabbiamento dopo l'incidente è ingiustificabile. E di questo ritengo responsabili unicamente il famigerato Harvey Weinstein e Lawrence Bender ed E. Bennett Walsh. Hanno mentito, hanno distrutto prove e continuano a raccontare bugie sul danno permanente che mi hanno causato e che hanno deciso di fare sparire. L'insabbiamento è stato doloso e questi 3 se ne devono vergognare per l'eternità. La CAA non ha mai mandato nessuno in Messico [dove è avvenuto l'incidente, n.d.r.]. Spero che si prendano cura dei loro altri clienti con maggiore rispetto, se vogliono fare il lavoro per il quale vengono pagati con un po' di decenza.

Come ha raccontato Uma nell'intervista a The New York Post e come ha confermato Tarantino a Deadline, l'ex boss di Miramax ha fatto in modo che l'attrice non entrasse in possesso del video, a meno di firmare una liberatoria che sgravava lui e la produzione da ogni responsabilità.

Non solo. Il regista ha riferito che l'attrice pensa che Weinstein abbia fatto pressioni per distruggere l'auto dell'incidente e che Lawrence Bender ed E. Bennett Walsh abbiano eseguito i suoi ordini.

Da parte sua, Tarantino ha dichiarato che pensava che la vettura sarebbe stata conservata per "questioni assicurative", ma che è la compagnia di produzione ad occuparsi di simili cose. Piuttosto, per lui è stato molto importante chiarire con Uma che non era complice di Weinstein nell'insabbiamento.

E pure quest'ultimo è intervenuto sulla questione, affidando a uno dei suoi avvocati un comunicato in cui nega le accuse. Come riporta E! Online, il produttore ha dichiarato di provare "un enorme affetto per Uma", ma di essere costretto a smentirla:

Harvey Weinstein non ha dato istruzioni per distruggere l'auto e non ha orchestrato un insabbiamento e scopre ora per la prima volta che la signora Thurman ha dei problemi con la gestione dell'incidente.

Il rapporto con Harvey Weinstein

Parlando con Deadline, Quentin Tarantino ha anche chiarito la sua posizione nei confronti di Harvey Weinstein in merito alle molestie subite da Mira Sorvino e da Uma Thurman.

Quando ha scoperto che l'ex boss Miramax ha avuto dei comportamenti inappropriati con quella che era diventata la sua fidanzata, il regista ha sottovalutato la vicenda:

Sono rimasto inorridito per lei e francamente imbarazzato per lui, perché si era comportato come un disperato. Io e Mira ci siamo messi insieme e lui ha fatto marcia indietro. Ho pensato che avesse una grande cotta per lei.

Ma nel momento in cui Uma gli ha raccontato quello che era accaduto (anche) a lei, si è reso conto che c'era qualcosa che non andava:

È stato allora che ho capito che c'era uno schema nel modo di Harvey di adescare ed essere aggressivo con le ragazze. Così, ho fatto in modo che chiedesse scusa a Uma.

Tarantino ha sottolineato di avere usato "toni insistenti", perché l'ex boss di Miramax cercava di minimizzare l'accaduto. Ma il regista ha dichiarato di non avere creduto neppure per un istante alla sua versione dei fatti e di essere sempre stato dalla parte di Uma.

Naturalmente, questo non ha impedito al regista di dovere spiegare ancora una volta perché non ha fatto nulla per fermare Weinstein. E ancora una volta Tarantino ha ammesso di essere stato superficiale e di non avere dato il giusto peso ai fatti.

Ed è qualcosa con cui il regista dovrà fare i conti per sempre, a prescindere dal giudizio della gente, dalle critiche e dagli attacchi.

[NOTA delle 16:40] Una versione precedente di questo articolo riportava che Tarantino aveva concesso un'intervista a Maureen Down del New York Times prima del rilascio dell'articolo con le dichiarazioni di Uma Thurman. Il pezzo è stato corretto di conseguenza.

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