Ted Bundy - Fascino criminale, la recensione: un serial killer in bilico tra romanzo e falso storico

Autore: Elisa Giudici ,

Sono passati 30 anni da quando la vita di Ted Bundy, uno dei più sanguinari serial killer della storia moderna statunitense, ha avuto fine durante un'esecuzione con la sedia elettrica. Condannato a morte dopo un processo mediatico che ha fatto la storia (giudiziaria) degli Stati Uniti, Theodore Robert Bundy sopravvive come macabro mito anche nel 2019. Per ricordare questo anniversario e ripercorrere la sua controversa storia, il regista Joe Berlinger ha studiato a lungo le carte processuali, le testimonianze audio e video, le interviste e i racconti dei sopravvissuti alla sua furia omicida e dei familiari della trentina di giovani donne che non ce l'hanno fatta. 

Le premesse lascerebbero pensare che il risultato di una ricerca durata anni e di una lunga esperienza nel settore dei crime dedicati a criminali e serial killer di ogni sorta sia un film accurato e rigoroso. Niente di più lontano dal vero.

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Zac Efron in Ted Bundy - Fascino criminale,
Ted Bundy - Fascino criminale ripercorre da un punto di vista inaspettato la storia del celebre serial killer

Ted Bundy - Fascino criminale invece ha un taglio tutt'altro che documentaristico, perché è interessato a raccontare non tanto la storia del sanguinario omicida, quanto quella di Elizabeth Kloepfer, la giovane donna che ha intessuto con lui una relazione affettiva durata per anni, inconsapevole che dietro il suo ragazzo d'oro si celasse uno degli assassini più spietati del Novecento. 

Al fianco del mostro

Nei panni di Elizabeth Kloepfer troviamo Lily Collins (Biancaneve), in una veste più dimessa del solito. D'altronde interpreta una giovane donna che negli anni '70 si ritrova ad essere una madre single con un modesto impiego da segretaria, che vive sola e forse si sente più vecchia della sua reale età. L'incontro fatale con Ted avviene durante una serata di trasgressione voluta dall'amica di lei, che la trascina in un bar frequentato da studenti universitari. Nonostante i timori iniziali della donna, Ted (interpretato da Zac Efron) sembra veramente un ragazzo d'oro. Gentile e affettuoso con lei, ricopre di attenzioni anche sua figlia. Mai una parola di troppo, mai un'espressione sgarbata: Ted sembra seriamente intenzionato a ricoprire il ruolo vacante di compagno e papà sotto il tetto delle Kloepfer.

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Zac Efron e Lily Collins in Ted Bundy - Fascino criminale
Amorevole compagno di vita o spietato serial killer: il dilemma contagerà la vita di Elizabeth

Nel mondo esterno però si è scatenata una caccia all'uomo: c'è un serial killer che sta aggredendo e uccidendo giovani donne a un ritmo allarmante, seminando il terrore. Ted condivide con il killer una certa somiglianza (almeno secondo l'identikit sui giornali), lo stesso modello e lo stesso colore di macchina e una serie di spostamenti tra vari stati statunitensi. Comincia così l'epopea giudiziaria di Ted, tra evasioni, colpi di scena rocamboleschi e soprattutto profferte d'amore eterno per Elizabeth, consumata dall'amore per lui e dal dubbio, oltre che dal rimorso per motivi che verranno svelati solo sul gran finale. 

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Questo breve riassunto della trama di Ted Bundy - Fascino criminale è solo teoricamente fedele al film, che presumibilmente aveva intenzione di dare questo taglio rispettoso verso l'altra metà del cielo, finora ritratta come vittima assoluta alla storia. Il problema è che, come spesso accade, il fascino del male ha avuto la meglio sulla pellicola ed Elizabeth viene completamente messa da parte in favore di Ted Bundy. Quel che è peggio è che, nel tentativo di restituire i dubbi della donna, il film finisce per essere ambiguo nei confronti del suo stesso protagonista, mancando di postulare con chiarezza che Theodore Robert Bundy era colpevole di una serie lunghissima di crimini oltre ogni ragionevole dubbio, circostanza poi confermata dalle sue confessioni. Nel film il killer che guida i detective al ritrovamento dei resti di tante ragazze scomparse non c'è, o per meglio dire confessa quasi forzato dagli eventi gli omicidi. 

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Lily Collins in Ted Bundy - Fascino criminale
Il personaggio di Elizabeth viene messo nell'angolo, oscurato dall'ingombrante presenza di Ted

In scena troneggia lui, uno Zac Efron che di certo può vantare il fascino del bravo ragazzo con cui Ted Bundy seduceva le sue vittime e le sue fan, anche durante il processo. Manca però quasi del tutto della sottile ambiguità richiesta ad un attore che deve trasmettere l'angosciante dubbio di poter essere un mostro così come un innocente tormentato dalla giustizia. Attori come Mads Mikkelsen, Anthony Hopkins, Kevin Spacey e Cameron Britton hanno dato incredibili prove attoriali mantenendo viva questa dualità angosciante dietro lo stesso volto, con un semplice sguardo, angosciando lo spettatore. Zac Efron, colpito da molte critiche ancor prima dell'uscita del film, non è proprio in grado di dare una performance così sfaccettata.

Falso storico e romanzato

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Zac Efron in Ted Bundy - Fascino criminale
Zac Efron è il tallone d'Achille del film

Quel che è più grave e sconfina dal territorio cinematografico al sociale è la forte rielaborazione a cui è sottoposta la storia giudiziaria e umana di Ted Bundy. Qui non stiamo parlando di un "semplice" biopic, ma di un caso che coinvolge una trentina di vittime barbaramente uccise, enormi dilemmi etici circa la pena di morte il controverso processo mediatico. L'intento del film è per un certo verso anche nobile: si tenta di ridurre al minimo i macabrissimi dettagli riguardanti le vittime (su cui fecero leva i giornalisti dell'epoca per ragioni di audience), spostando l'attenzione su Elizabeth e il suo legame affettivo con Ted.

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Il problema sta però nella scrittura del personaggio, che verso la chiusura è protagonista di una sorta di empowerment femminile e femminista poco spiegato e quasi fuori personaggio. Il "colpo di scena" riguardo al suo senso di colpa poi vanifica l'intero senso del film, perché smorza l'inquietante crescendo che la voleva per gran parte delle vicende del tutto inconsapevole dell'azione di Ted.

Insomma, mitigando l'aura sinistra degli omicidi di Ted (che qui non si porta a casa i teschi delle sue vittime e non fa sesso con i loro cadaveri ormai decomposti, giusto per darvi un'idea del grado di perversione del vero assassino) si finisce per portare lo spettatore poco informato a chiedersi perché un "normale" serial killer sia ritratto come il male assoluto. Un omicida seriale che solo sul finale viene dipinto come davvero colpevole, aumentando un'ambiguità latente che per il caso di Bundy non era davvero il caso di alimentare. 

Ted Bundy - Fascino criminale arriverà nelle sale italiane il 9 maggio 2019

Commento

cpop.it

55

Zac Efron non riesce a emanare la giusta allure criminale in un film che è troppo ambiguo e romanzato per non porre qualche dubbio sul suo effettivo valore: l'operazione è rischiosa e poco riuscita.

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