The Assassin, la recensione: arriva il wuxia postmoderno di Cannes 68

Autore: Elisa Giudici ,

Per uno scherzo beffardo della programmazione cinematografica italiana, uno degli ultimi film in concorso a Cannes 2015 arriva solo dopo un anno e mezzo nelle nostre sale, tra il silenzio o la dimenticanza generale. Destino ancor più beffardo se si considera che The Assassin è stato il bello e invisibile di Cannes 68, uno dei lungometraggi più amati e acclamati da critica e pubblico, vincitore del premio per la miglior regia.

Di altri concorrenti di quell'edizione ci si è presto dimenticati, mentre The Assassin ancor oggi fa parlare di sé tra i cinefili, estasiati dalla sua visione. Pur essendo lontani gli anni del boom del genere wuxia, il cappa e spada cinese che visse una seconda giovinezza all'inizio del Nuovo Millennio, il nuovo film del regista cinese naturalizzato taiwanese Hsiao-Hsien Hou lo ha riportato bruscamente alla ribalta. 
Tuttavia The Assassin è un wuxia che si presenta quasi come antidoto al genere o ricostruzione postmoderna dello stesso, suggerendo che dallo stesso punto di partenza si può ottenere un risultato completamente differente. 

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The Assassin, arriva l'antiwuxia di Cannes 2015
Qi Shu è la protagonista di The Assassin

Il wuxia, riportato in auge da film come La Tigre e il Dragone e Hero, presenta storie ambientate al tempo delle grandi dinastie cinesi. La ricostruzione anche dettagliata dell'ascesa dell'impero cinese fa da sfondo a combattimenti che sfidano la gravità e la meraviglia del pubblico, in scontri che non di rado presentano elementi magici. 
The Assassin presenta tutte queste caratteristiche, ma finisce pian piano per smentirle, o quantomeno evitare quell'esposizione sopra le righe e molto manierista resa popolare dagli ultimi film di Zhang Yimou.

La storia prende spunto da un antico racconto cinese, ambientato durante l'epoca della dinastia Tang. La protagonista è una micidiale assassina di nome Yinniang (la donna nascosta, interpretata da Qi Shu), che si reca più volte nel palazzo del governante Tian Ji-an, senza però mai ucciderlo. Per quale motivo la letale assassina spia costantemente il reggente militare di Weibo, sua moglie e la sua concubina, senza mai tentare di assassinarli? La complessa risposta è nascosta nel passato di Yinniang e condizionerà il futuro della stessa Weibo. 

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La recensione di The Assassin
Alla corte di Weibo

Girato in un 4:3 davvero d'altri tempi e aperto da una superba sequenza in bianco e nero, The Assassin inanella una serie di sequenze davvero magistrali. È facile rimanere rapiti dalla sua fotografia evocativa e perfetta, dai suoi colori che ricordano i rotoli della pittura cinese, mentre le inquadrature mai banali con cui spiamo insieme a Yinniang la corte di Weibo, ancora ignari del vero significato di ciò che vediamo, rivelano da subito uno stile registico personale e carismatico.
A stupire però è quanto la storia più che esporre e drammatizzare all'eccesso gli scontri e gli amori tipici del wuxia, sussurri e suggerisca i suoi segreti, riducendo dialoghi e combattimenti allo stretto necessario (complice anche il fatto che gli attori scelti non avessero esperienza in questo senso).

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Hsiao-Hsien Hou spoglia il genere wuxia della sontuosità e della magniloquenza di cui altri andavano fieri, rendendo Yinniang e  Tian Ji-an molto più che semplici figurine teatrali. L'assassina e il regnante diventano due personaggi complessi, di cui il regista a poco a poco analizza i sentimenti e le motivazioni, lasciando al pubblico il compito di capire e riempire gli spazi vuoti. 

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Il wuxia torna all'essenziale con The Assassin
Una delle riprese più suggestive di The Assassin

Al contrario di tanti però non mi sento di promuovere questo film a pieni voti, proprio perché dà un po' troppo per scontata la comprensione del pubblico, soprattutto quello che non ha dimestichezza con la storia della dinastia Tang. Forse il regista si è fatto un po' prendere la mano dall'urgenza di riportare il wuxia alla sua essenzialità, finendo però nel sconfinare nell'ermetico. A una seconda visione, dopo aver cercato una cronologia e una spiegazione ai tanti passaggi poco chiari del film, se ne coglie la grandezza. Il problema è che dopo la prima, l'impressione è di non aver capito davvero tutto. C'è in particolare un albero genealogico piuttosto complesso da ricostruire da soli, mentre il regista si crogiola nelle vedute mozzafiato della Cina rurale e naturale di un tempo.

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The Assassin è di certo una perla, ma una di quelle rinchiuse in una conchiglia davvero difficile da aprire senza perdere la pazienza. Il mio consiglio per una volta è di non temere lo spoiler e leggere una ricostruzione approfondita della trama del film, in modo da godersi i vari passaggi. Purtroppo il doppiaggio italiano, che fa quello che può con il gran numero di nomi cinesi dal suo simile, contribuisce in parte a rendere più difficile capire chi sia chi e cosa stia combinando. 

The Assassin è nei cinema italiani dal 29 settembre 2016. 

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