The Medium, recensione: l'orrore si sdoppia su Xbox Series X/S e PC

Autore: Andrea Guerriero ,

Alcuni tra voi avranno sicuramente già apprezzato le opere dei ragazzi di Bloober Team. Lo studio indipendente polacco si è fatto conoscere negli anni per aver creato la serie Layers of Fear, il videogame tratto da #The Blair Witch Project e Observer, tutte esperienze narrative dall'evidente registro orrorifico. 

Ora, la software house di Cracovia torna sulle scene con quello che è stato a più riprese definito il suo progetto più ambizioso: The Medium, pubblicato in esclusiva su Xbox Series X, Xbox Series S e PC. Un titolo, questo, che fa del dualismo e delle polarità opposte i suoi cavalli di battaglia, elementi che ne influenzano tanto la sostanza quanto le meccaniche di gameplay.

The Medium si propone allora come un horror psicologico dalle idee di base sicuramente vincenti, ma che paradossalmente si perde nella sua stessa natura a due dimensioni, facendo scemare le intuizioni dei suoi pluripremiati - ma a tratti ancora acerbi - autori. Scopriamo perché nella nostra recensione. 

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Visioni tra due mondi

The Medium ci mette nei panni di Marianne, una giovane orfana dotata di facoltà fuori dal comune, che le permettono - fin da quando era bambina - di accedere in qualche modo ad un altro piano dell'esistenza

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Sebbene le sue doti peculiari l'abbiano tormentata per gran parte della vita, facendola sempre sentire un'outsider tra due realtà parallele, allo stesso tempo la "sensitiva" può interagire con i morti in una dimensione spiritica tanto desolante quanto affascinante, pennellata dai Bloober ispirandosi alle opere oniriche dell'artista polacco Zdzislaw Beksinski, un autentico visionario che vi consigliamo - qualora non l'aveste già fatto - assolutamente di andare a scoprire, definito più volte come il "pittore che dipingeva gli incubi".

Zdzislaw Beksinski
Le opere di Zdzislaw Beksinski
Una delle opere visionarie di Zdzislaw Beksinski

Ci troviamo nella Polonia degli anni '90, in quei dintorni di Cracovia in cui gli edifici rievocano le strutture più care al brutalismo, ma restano schiacciati dalla caduta del regime, che ha lasciato dietro di sé macerie e tristezza. Questo il contesto in cui saremo chiamati ad esplorare al fianco della protagonista l'hotel Niwa, struttura socialista abbandonata da tempo a seguito di un misterioso massacro, di cui nessuno apparentemente vuole parlare. Qui Marianne porterà alla luce, sfruttando i suoi "poteri", macabri segreti e drammi irrisolti, capaci addirittura di rendere reali veri e propri mostri come La Fauce

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Il nemico - per altro doppiato da Troy Baker, voce di Joel nella serie The Last of Us - ci darà costantemente la caccia in sospeso tra i due mondi che caratterizzano l'esperienza ludica di The Medium, ossessionato dalla ricerca di corpi e anime da divorare. Capirete allora quanto l'atmosfera della produzione si faccia apprezzare, tanto da esserne l'aspetto più convincente. Viaggiare tra l'oltretomba e la Polonia di 30 anni fa stupisce ed emoziona, non solo a schermo, ma pure ad orecchio: merito della colonna sonora ispiratissima, composta da Arkadiusz Reikowski e Akira Yamaoka - noto ai più per le musiche di Silent Hill

Sono tantissimi i passaggi che lasciano a bocca aperta per direzione artistica, ma c'è comunque da ammettere che esplorando alcuni degli scenari - attraverso un sistema di telecamere fisse, proprio come succedeva nei survival horror tradizionali - restano fin troppo evidenti i limiti produttivi di The Medium, tra animazioni fin troppo ingessate per un titolo del 2021, e meccaniche forse troppo vetuste per permettere alle console next-gen di Microsoft di esprimersi al meglio. Senza poi dimenticare le espressioni facciali, che sono al di sotto degli standard a cui ci hanno abituati i videogame più acclamati della scorsa generazione

Morti e risorti

Le intuizioni che hanno portato il team di sviluppo a realizzare The Medium sono senza dubbio apprezzabili. È però la realizzazione a deludere, almeno in parte. 

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Prima di tutto, al netto di un incipit seducente, la narrazione scorre senza guizzi assieme ad un gameplay troppo blando e semplicistico. Prendendo in esame l'aspetto centrale del gioco - la possibilità di spostarsi tra i due mondi -, nelle circa otto ore necessarie ad arrivare ai titoli di coda visiteremo gli universi sovrapposti solo quando sarà il gioco ad imporcelo, con anche soluzioni in contemporanea tramite split-screen. Sulla carta l'idea della dual-reality è sicuramente vincente, peccato che non sia assecondata da un game design altrettanto solido. 

Questo si riflette anche in enigmi troppo telefonati e mai entusiasmanti, introdotti nell'avventura "spiritica" di Marianne più come compitino che per un vero slancio artistico. Similmente le fasi stealth che vanno ad attivarsi nei confronti con La Fauce non convincono del tutto. Considerando che non potremo mai affrontare la creatura a viso aperto, l'alternativa è quella di nascondersi sfruttando l'ambiente e muoversi in silenzio per evitare di venire catturati.

Bloober Team
The Medium per PC, Xbox Series X e Xbox Series S
Il gameplay
 

Se nell'ambientazione mortifera potremo vedere il mostro con chiarezza, in quella reale riusciremo solo a percepirne la presenza grazie al tremolio della torcia in dotazione o attraverso delle anomalie nell'aria. Anche qui l'impegno degli sviluppatori è andato scemando, riflettendosi purtroppo in sessioni piatte e per nulla impegnative - e in alcuni casi pure ridondanti. 

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In The Medium non si combatte mai e troppo spesso non si ragiona, mentre di sottofondo scorrono alcuni spunti intriganti legati alla storia, senza però mai decollare. Restando appena accennati in quello che dovrebbe essere un racconto di terrore psicologico dalle pulsazioni sfacciatamente più accelerate. Insomma, un'occasione almeno in parte sprecata che, con qualche sforzo in più, avrebbe potuto ambire a ben altri livelli.

Il verdetto

Il fascino di The Medium è innegabile, racchiuso in un potenziale che avrebbe potuto esplodere in una visione solida e grandiosa. Messe da parte le evidenti ispirazioni, l'ultimo videogioco dagli autori di Observer e Layers of Fear si propone paradossalmente come un'esperienza horror troppo limitata e piatta, tanto nel comparto narrativo quanto in quello squisitamente ludico, che falliscono nel lasciare il segno. Pad alla mano, gli sviluppatori di Bloober Team vanno premiati per la direzione artistica d'autore e per una colonna sonora particolarmente evocativa, ma peccano nell'impalcatura di gameplay, nella realizzazione tecnica e nel racconto. Si tratta comunque di una produzione indipendente sicuramente consigliabile - soprattutto agli estimatori del genere -, ma che pare destinata a finire troppo presto in quello stesso limbo in cui Marianne, sensitiva dei due mondi, rischia di rimanere confinata.

Prodotto Consigliato

The Medium - Xbox Store

Commento

cpop.it

75

Una direzione artistica eccellente e un comparto tecnico funzionale pennellano un horror game in cerca d'identità. Visionarie le intuizioni di Bloober Team, delude (in parte) il risultato.

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