5 motivi per cui The O.C. racconta gli anni Duemila (e l'ascesa dei nerd)

Autore: Alice Grisa ,

The O.C. è stata una serie cult degli anni Duemila, un'icona iconica, rispolverata nella primavera 2020 di Italia1 che l’ha scelta come compagnia eletta delle fasi 1 e 2 della quarantena durante il segmento di access time. Un Crodino, un sacchetto di patatine e il viaggio nel tempo è completato.

Quasi vent’anni dopo The O.C. da una parte è ancora incredibilmente attuale, dall’altra impone la brutale presa di coscienza che quella generazione è scivolata via e che nuovi costumi, nuovi media, nuovi look e nuova musica stanno prendendo il posto dei sogni infranti e della gioventù bruciata (letteralmente bruciata, visto che Ryan si salva per miracolo dall’incendio nell’abitazione-tipo dei Nichol) della créme di Newport.

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The O.C., che ha debuttato nel 2003 quando Josh Schwartz, appena 26enne, ha venduto il concept a FOX, ispirandosi al proprio trasferimento in California, ha segnato i primi Duemila, allo stesso tempo influenzando e rispecchiando gli usi e costumi, la musica, la moda, le abitudini.

Ecco i cinque modi in cui questo teen drama è specchio (e attivatore) della propria epoca.

1 – Rilancia la figura del sexy nerd

Si potrebbe dire che The O.C. abbia contribuito a cambiare l’accezione del nerd, poi convertito nell’hipster, alternativo affascinante (ex) sfigato.

Il creatore Josh Schwarts ha sempre detto di riconoscersi in Seth, il personaggio che più gli assomiglia. Seth rappresenta l’antistereotipo del ragazzo californiano bello, palestrato, poco acculturato e che gioca a pallanuoto. Il protagonista di The O.C. è gracile, non eccelle negli sport ed è goffo ma ha uno humor brillante, è appassionato di musica indie e fumetti, e veste con maglie a righe o quadretti. Questa figura è stata dominante negli anni Duemila, una nuova tipologia di uomo affascinante, intellettuale, intelligente.

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Seth in una scena di The O.C.
Seth anticipa il boom dei maglioni brutti

Esattamente come Seth Cohen da “invisibile emarginato” diventa il ragazzo di Summer, il nerd con The O.C. trova la propria riscossa.

2 – Detta (e rispecchia) i look anni 2000

Ogni personaggio di The O.C. è caratterizzato da uno stile.

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Marissa rappresenta la classica ragazza bella e sportiva, con un abbigliamento di classe ma rifinito: infradito e ballerine, gonne da tennista, jeans a vita bassa, pantaloni cargo, top corti, mini-blazer, top sottoveste con i leggings e t-shirt da ombelico scoperto.

Summer è più femminile e leziosa, indossa spesso tacchi e zeppe, fiocchi e cerchietti e rispetto al fascino più ingenuo di Marissa fa risaltare la propria sensualità anche con gli outfit.

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Una scena di The O.C.
I pantaloni a vita bassa spopolano (insieme ai top senza spalline)

Kirsten predilige i colori chiari, le linee classiche e classy. Julie Cooper è ricercata, vistosa e ostenta il lusso a cui ha avuto accesso dopo un’infanzia di povertà.

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Ryan rappresenta il classico bad boy di periferia, con un abbigliamento su cui spesso i personaggi fanno ironia: canotta bianca, jeans e giubbotto in pelle, mentre Seth è il classico hipster anni Duemila/appassionato di fumetti. I suoi look da fashion nerd hanno fatto tendenza.

3 - Dà una nuova immagine dei genitori (la generazione X)

I genitori di The O.C. sono diversi da quelli che eravamo abituati a vedere nelle serie TV. Innanzitutto sono giovani, bellissimi e patinati come i figli.

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Kirsten ha un fisico perfetto e uno stile impeccabile, ma questo non le impedisce di essere una donna in carriera e una mamma premurosa. Julie Cooper è l’emblema della sensualità, tanto da avere una storia anche con il ragazzo di sua figlia. Jimmy è immaturo e infantile, spesso sbaglia e rimedia grossolanamente ai propri errori.

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Julie Cooper in The O.C.
Julie Cooper, la milf anni Duemila

I genitori non sono solo inflessibili e infallibili: The O.C. ha aiutato gli anni Duemila a riscoprirli come figure umane, la classica generazione X che è cresciuta negli anni ’80, in un momento di splendore economico, e negli anni Duemila deve fare i conti con la realtà, con i contraccolpi economiche e le intemperanze di figli più o meno viziati.

4 – Racconta il senso musicale dell’epoca

Dopo gli anni ’90 splittati tra musica dance, grunge e brit-pop, gli anni Duemila si pongono come la riscoperta e il rilancio del rock, dell’indie, dei gruppi di nicchia, alternativi, quelli amati da Seth e Marissa.

Nei primi Duemila era molto di moda andare a sentire musica dal vivo nei pub, anche di gruppi sconosciuti o quasi, e al pub di Newport, dove lavora Alex, vediamo passare tante band di successo, come i The Killers o i Death Cab for Cutie. Questo exploit avrebbe portato poi agli anni ’10 e ai successivi ’20 con due sviluppi che si sono discostati dalla matrice musicale di inizio millennio: la nascita e il boom della trap e il reimporsi del cantautorato indie a carattere nazionale (come abbiamo visto da poco nella colonna sonora di Summertime).

La musica rappresenta un elemento importantissimo in The O.C. e sottolinea tanti snodi della storia, dalle passioni di Seth ai momenti cruciali tra Ryan e Marissa, accompagnati da Halleluja di Jeff Buckley, un brano che grazie alla serie è ancora tra i più popolari nell’immaginario romantico. Anche Champagne Supernova degli Oasis, Hide and Seek di Imogen Heap e Fix You dei Coldplay sono cucite a filo doppio ad alcuni dei momenti fondamentali della serie.

5- Incarna le disuguaglianze pre-Obama e anticipa la bolla dei mutui sub-prime

Nel 2009 sarebbe stato eletto Barack Obama, un presidente che avrebbe cambiato la storia degli Stati Uniti. The O.C. si è concluso nel 2007 e ha fatto in tempo a denunciare (quasi sempre con ironia, ma è un tratto fondamentale della serie) le discriminazioni sociali dell’American Dream. Newport Beach è un’isola felice, un angolo di oceano, palme e, letteralmente, “locali dove i ricchi mangiano aragoste in piatti di plastica” o girano in slide.

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Una scena di The O.C.
Il ristorante sul lungomare

The O.C. mostra spesso come le conseguenze delle azioni sbagliate dei personaggi ricchi e dei personaggi poveri siano completamente diverse: Ryan o Trey, che provengono da una famiglia disagiata di Chino, subiscono i pregiudizi della comunità, sono spesso accusati, incolpati e puniti duramente. I rampolli delle famiglie ricche riescono sempre a cavarsela, anche dopo aver usato armi (come Oliver, nella prima stagione). Soprattutto nella prima stagione (poi, purtroppo, questo tema si perde un po’ tra la densità di avvenimenti nel plot) si sottolinea spesso la dicotomia tra Ryan di Chino e i ragazzi di Newport Beach.

A fare da collante tra lui e la nuova società è Seth, un ragazzo ricco ma diverso, che si è sempre sentito a disagio con gli sportivi e le ragazze della sua scuola. E solo grazie all’outsider, Ryan, Seth, il giovane “Schlemihl” della situazione, riesce a integrarsi nel gruppo dei ragazzi della propria età, portando loro un punto di vista nuovo.

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Seth e Ryan giocano ai videogiochi in The O.C.
Ryan passa dalla vita vera di Chino ai videogiochi di Orange County

In un certo modo The O.C. (in)volontariamente anticipa – e anche in modo angosciante – la bolla dei mutui subprime, che ha smantellato il mercato del lavoro e fatto piombare il mondo nella fase della recessione. I mutui subprime sono stati la conseguenza di una febbre di speculazione edilizia. The O.C. prefigura la situazione in modo solo tangenziale, raccontando le attività dei Nichol e mostrando con quanta disinvoltura si reagiva di fronte all’incendio di un’abitazione-tipo. Le case popolari, i condomini, i complessi residenziali, gli appartamenti: sorgeva tutto ovunque, senza controllo, in un modo che avrebbe distrutto l’economia. 

Grazie a Sandy Cohen un ragazzo sfortunato ma intelligente come Ryan riesce ad andare a Berkeley, ma le prospettive luminose per la generazione dei Millennial sono state completamente bruciate dai cambiamenti culturali, dal tracollo economico e dalla flessione della fine del decennio.

Si potrebbe aggiungere altro, parlare degli ultimi anni pre-social, in cui i primi smartphone servivano ancora per telefonare e non condividere. O di come gli anni Duemila fossero epici e ancora legati a una certa mitologia. Ma il passaggio generazionale ormai c’è stato: non resta che crogiolarsi (e consolarsi) nella nostalgia, sfruttando l’access time per riportare indietro le lancette degli orologi a un’epoca così incredibilmente diversa da quella che conosciamo.

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Che ne pensate? Avete nostalgia dell'epoca incantata e piena di contraddizioni di The O.C.?

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