The Walking Dead, recensione episodio 9x02: il ponte

Autore: Chiara Poli ,

La famosa chiacchierata che aspettavamo da tempo, fin da quel primo promo, è arrivata. Il faccia a faccia fra Rick e Negan è intervallato dagli eventi eventi di questo secondo episodio di #The Walking Dead 9: è solo Rick a parlare. A Negan toccherà concludere la conversazione.

Rick si apre con il suo avversario. Capita, nelle storie: i nemici possono essere interlocutori migliori degli amici, in certe occasioni. Rick parla a Negan del nuovo inizio, delle costruzioni, della crescita. Del ritorno a un mondo che ricorda quello di prima. Noi, però, sappiamo già che quel nuovo inizio è destinato a fallire perché ripone fiducia nella più fallibile delle creature: l’essere umano.

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E lo sa anche Negan.

La vita di prima

Su una cosa Rick ha indubbiamente ragione: la vita sta tornando alla normalità, almeno in parte. Tanto da lasciare spazio all’amore. Nuove relazioni, nuovi spazi personali ritagliati nella serenità e nella complicità. Ezekiel e Carol fanno da genitori a Henry, tutte le comunità - inclusa quella di Oceanside, formata dalle donne che aveva incontrato Tara - imparano a ritrovare il gusto di rilassarsi.

Smettere di pensare alla morte, alle persone perdute, al dolore, al mondo che non c’è più e agli zombie illude i personaggi di poter seguire il progetto di Rick. Paradossalmente, è proprio il parziale ritorno alla normalità a minare quell’illusione. Come nel mondo di prima, quando si cerca di lavorare insieme c’è quello che rovina tutto. In questo caso sono ben due, entrambi Salvatori - ovviamente.

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I Salvatori sono gli outsider del nuovo mondo, i ribelli, quelli che creano problemi. Si chiamano Justin (quello con i capelli lunghi) e Jed. E determineranno un primo crollo dei sogni di Rick.

Il seme della discordia

L’atteggiamento di Justin e Jed crea un primo conflitto nel gruppo impegnato a lavorare per la riparazione del ponte. Ma non è l’unico problema. Il seme della discordia cresce ovunque.  A Hilltop, che come sappiamo prospera grazie a #Maggie - lei sì che è tornata alla vita di prima: manda avanti una grande fattoria… - Michonne non fa mistero di non aver apprezzato la soluzione al problema Gregory.

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Dopo l’incidente fra Henry e i Salvatori, e l’intervento di Rick (la legge è lui: nessun altro aveva fermato la rissa fra Daryl e Justin, prima del suo arrivo), lo stesso Daryl non è più sicuro che lui e Rick siano dalla stessa parte. Carol concorda con Daryl sull’inaffidabilità dei Salvatori, ma Rick è irremovibile.

Anche a Hilltop il dissenso cresce. Tammy, la moglie di Earl, vuole far visita al marito in prigione. Ha già perso il figlio e alla fine Maggie cede e le permette di parlare con Earl. Ma non lo lascia libero. Nel nuovo mondo si finisce in prigione o, peggio, impiccati. La paura serpeggia anche fra i più fedeli seguaci di Maggie e di Rick, punti di riferimento per tutte le comunità. Perfino Jesus sa che Maggie, alla fine, fa solo ciò che vuole. Ascolta gli altri solo fino a un certo punto.

Ed è così, con i piccoli malcontenti e le insicurezze, che nascono le ribellioni. Sono sicura che vi assisteremo presto…

Il passato

La conversazione fra Maggie e Earl - che ammette di essere stato un alcolista - ci riporta dritti in quel bar, nell’episodio Nebraska, in cui Rick aveva trovato Hershel. Anche il padre di Maggie era un alcolista, prima che lo incontrassimo. Ci aspettiamo dei flashback che lo riguardino (e che, come già sappiamo, arriveranno), ma non è questo ciò che conta. Il passato di ognuno è fatto di esperienze e capacità al servizio delle comunità, ma anche di traumi, dolore, rimpianti.

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Mettere insieme tante persone così diverse, senza sapere nulla del loro passato, significa scherzare col fuoco. Ci viene dimostrato poco dopo, quando l’arrivo di una mandria di zombie - non gestita bene come in altri casi - scatena l’incidente che costerà un braccio al povero Aaron.

Enid - assistente di Siddiq che sta imparando il mestiere - viene messa alla prova con la sua prima, grave decisione (l’amputazione) e si dimostra all’altezza del compito, ma la reazione di Jed (panico, sembrerebbe, ma non possiamo esserne certi) non fa che aumentare i contrasti con i Salvatori.

Io sono Negan

C’è un momento apparentemente insignificante, che rappresenta invece il fulcro narrativo di questo episodio, come dimostreranno le parole finali di Negan.

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#Alden fa notare a Rick che, se qualcuno lavora per lui, Rick lo protegge. Vi ricorda qualcuno? Certo che sì. Rick fa la stessa cosa che Negan faceva prima della guerra. E all’improvviso, tutto torna: le cose, in fondo, non sono cambiate molto. C’è sempre qualcuno che comanda. E c’è sempre qualcuno che vuole minare quell’autorità. Tutto il resto dell’episodio di The Walking Dead si concentra esattamente su questo.

L’avvicinamento fra Jadis - pardon, Anne - e Gabriel vuole rientrare in quei momenti di ritrovata normalità, ma finisce per far sì che le vedette non facciano il loro lavoro.

Non stai salvando il mondo, Rick. Lo stai solo preparando per me.

Come in un meccanismo perfetto, ogni ingranaggio s’incastra perché le cose volgano al peggio, ovvero verso il piano di qualcuno. Qualcuno che, anche se ora Rick ha capito di aver messo il suo progetto davanti a tutto, sbagliando, ha saputo  approfittarsi di quella debolezza.E mentre Carol decide di accettare la proposta di matrimonio di Ezekiel, qualcuno vede un aereo.

E qualcun altro assale Justin mentre sta lasciando il campo, perché vuole scatenare di nuovo una guerra.

Qualcuno che sta davvero preparando il mondo per Negan…

[QUIZ]

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