Transference: il videogioco psycho-thriller di Elijah Wood

Autore: Andrea Guerriero ,

La transference, in italiano, è chiamata traslazione, o transfert, e il primo a studiarne gli effetti è stato Sigmund Freud. Chi ne è soggetto riversa su un individuo con cui ha attualmente una relazione sentimenti ed emozioni già provate in passato, solitamente con un familiare.

Non sempre è una condizione problematica, ma è un meccanismo mentale molto importante nella psicanalisi e viene per questo sfruttato per fini terapeutici.

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Ed è proprio da qui che prende forma il particolarissimo Transference, videogioco nato dalla collaborazione tra Ubisoft e la SpectreVision, vale a dire la casa di produzione cinematografica, specializzata in thriller ed horror, fondata nel 2010 dall'attore Elijah Wood e dai registi Daniel Noah e Josh Waller.

Il titolo è già disponibile dallo scorso 18 settembre su PlayStation 4, Xbox One e Windows PC, e sfrutta anche la realtà virtuale di Sony - PlayStation VR - e quella dei suoi competitor in caschi VR, primo fra tutti l'Oculus Rift di Facebook. 

E se la sua genesi è tanto ispirata, lo è naturalmente anche la sua struttura portante. Il gioco inizia come un'avventura grafica particolarmente intrigante, con oggetti e documenti da analizzare, piccoli puzzle da risolvere, per virare subito dopo verso qualcosa di completamente diverso, un'esperienza sensoriale che la compagnia del fu Frodo ne Il Signore degli Anelli ha plasmato esplorando territori diversi da quelli del gaming più puro.

Proprio come ci si potrebbe aspettare dall'opera prima di un cineasta moderno.

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In Transference: Enter the Home of a Mind vestiremo i panni di Raymond Haynes, uno scienziato che scoprirà ben presto come ''visitare'' in prima persona la coscienza umana. Merito della realtà virtuale, tecnologia che permette di registrare la nostra mente in una vera e propria rappresentazione digitale

Ubisoft
Transference è il primo videogioco dell'attore Elijah Wood
Transference: Enter the Home of a Mind ci porta ad esplorare la mente umana tra suoni graffianti e colori psichedelici

Transference si proietta così sui nostri schermi - con o senza VR, nonostante la seconda opzione sia da preferire - come un viaggio nell'io più profondo, che dai primi lodevoli intenti va a distorcersi verso una schizofrenica indagine nella mente dei familiari dello stesso protagonista. Il nostro campo da gioco sarà il subconscio delle persone più importanti nella vita del dottor Haynes, pronto a tradirle e in qualche modo violarle pur di portare avanti la sua ricerca. 

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Non a caso il producer di Transference, Kévin Racapé, ha dichiarato:

Sia in VR che in non VR, i giocatori si troveranno all’interno di un esperimento di un inquietante scienziato, in una situazione simile a quella di una escape room. Vedranno le cose dai diversi punti di vista di tre membri di una stessa famiglia, e cercheranno di scoprire la scioccante verità. Transference è un'esperienza viscerale e coinvolgente. Non vediamo l'ora che i giocatori provino a portare alla luce il mistero che si cela in fondo a questo incredibile thriller sovrannaturale.

Il tutto è poi sorretto dalla presenza di diversi enigmi piuttosto intelligenti e da graffianti estratti sonori, per un ''non videogioco'' che vi intratterrà per poco meno di tre ore, proprio come se fosse un lungometraggio d'autore. 

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Cosa ne dite, questo affascinante esperimento di Elijah Wood e della sua SpectreVision è riuscito ad incuriosirvi? Nel frattempo la demo gratuita, The Walter Test Case, è già disponibile per il download su Playstation VR e PlayStation 4, sia in versione VR che non VR, e serve da prequel per il gioco completo.

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