Tredici 3: l'assassino di Bryce e nuovi scenari nel finale di stagione

Autore: Chiara Poli ,

Per la prima volta, Tredici ha scelto di narrarci una storia slegata dalla morte di Hannah Baker. 

Dopo una seconda stagione incentrata sulle conseguenze del suo gesto, il tragico suicidio di Hannah (Katherine Langford) - nella scena che Netflix ha deciso di rieditare in seguito alle polemiche - resta marginale nella trama dei nuovi episodi.

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Episodi che, a mio parere, sono stati i peggiori visti finora.

A cominciare dalla scelta d'introdurre un personaggio nuovo, con tanto di funzione di narratore, applicando così un espediente di sceneggiatura tipico di chi non sa bene come muoversi, per proseguire con una serie di sviluppi discutibili e un finale inaccettabile.

Un finale che serviva necessariamente ad aprire nuovi scenari per un seguito, una quarta stagione che aveva bisogno di un punto di partenza. Ma a che prezzo?

Chi ha ucciso Bryce?

La risposta a questa domanda, almeno in parte, era scontata: sapendo che era stato picchiato a morte - almeno secondo una delle versioni che circolavano prima che il mistero fosse svelato - non era difficile intuire il colpevole. L'unico più grosso di Bryce (Justin Prentice), l'unico che insisteva particolarmente nell'addossare a Clay (Dylan Minnette) la colpa dell'omicidio.

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Zach Dempsey (Ross Butler) era quindi il sospettato ideale, fin dall'inizio. 

La banalizzazione delle indagini - di cui parleremo di seguito - e il finale moralmente inaccettabile e completamente avulso dall'orizzonte di riferimento della serie fino a questo momento, si risollevano solo per la capacità di inserire un secondo colpevole (anzi: due...) senza farne un complice di Zach.

Alex (Mies Heizer) infierisce su Bryce senza l'intenzione di ucciderlo. Ma dopo averlo gettato in acqua, con due arti rotti e un'emorragia in corso, non muove un dito e lo guarda annegare.

La stessa cosa fa Jessica (Alisha Boe), eppure non viene considerata colpevole, o almeno non tanto da far passare ai telespettatori il messaggio che assistere impassibili a un omicidio sia un grave crimine.

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E ancora una volta, siamo fuori dall'orizzonte morale.

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Tredici: i poster della stagione 3
Tredici, stagione 3: Chi ha ucciso Bryce Walker?

Sono tutti sospettati

La tattica di trovare validi moventi per gran parte dei personaggi, tipica del genere giallo e investigativo, sarebbe risultata vincente se non fosse stata così frettolosa.

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Clay, che indaga insieme alla nuova arrivata Ani (Grace Saif) - alla quale tutti inspiegabilmente raccontano i fatti loro come se la conoscessero da sempre - cambia idea ogni 5 minuti.

Guardando in cagnesco il nuovo potenziale assassino, si convince grazie al repentino cambio d'opinione della sua nuova amica che siano tutti colpevoli. Uno alla volta.

Sono tutti sospettati. Tutti hanno dei moventi più o meno validi. Ma il modo in cui i moventi vengono esposti, facendo ricadere gli indizi sui vari protagonisti, è superficiale e sbrigativo.

Sì, certo: a indagare sono Clay e Ani, due adolescenti. Ma perfino per loro il cambio d'idea è troppo repentino per essere credibile.

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E da sviare le indagini per rendere il tutto più interessante a includere una quindicina di persone nella lista dei sospettati, ce ne passa...

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Tredici: Clay e Ani nella stagione 3
Clay e Ani nella stagione 3 di Tredici

Nuovi scenari e un nuovo orizzonte morale

Il ritorno della mamma di Hannah (Kate Walsh) sembra essere un semplice pretesto per legare la trama della stagione 3 a quella delle due stagioni precedenti.

In realtà, senza volerlo, la sua presenza rafforza il contrasto con il precedente orizzonte morale delineato dalla serie.

Dopo la cruda (e vendicativa) denuncia del bullismo, dopo la riflessione su come un suicidio determini il corso delle vite di chi resta e dopo il tentativo di cambiare le cose in una scuola come tante, dove i più forti la fanno sempre pagare ai più deboli, Tredici vacilla. Irreparabilmente.

Lo fa quando un poliziotto, un rappresentante delle forze dell'ordine e di quello stesso ideale di giustizia (tradita) sul quale si basava il processo contro Bryce Walker, decide di voltare le spalle alla legge, alla giustizia, a tutto ciò in cui crede, per interessi personali.

Se lo facesse per corruzione, o disillusione, o altro, forse aprirebbe scenari interessanti per la quarta stagione.

Visto che lo fa solo per proteggere qualcuno, indipendentemente da quanto caro gli sia, non funziona più.

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Tredici: Bryce Walker
Tredici: Justin Prentice è Bryce Walker

Errori irreparabili

Abbiamo i colpevoli, ma entrambi vengono assolti. Il primo perché, già durante la sua confessione, la polizia non gli crede (e perché mai?) e lo tratta come se non avesse fatto nulla, cosa già molto grave: si legittima la vendetta, dopo aver costruito l'immagine negativa di Hannah per due stagioni denunciando la crudeltà della sua vendetta.

Il secondo colpevole non verrà mai scoperto perché la legge sceglie di fare una vistosa eccezione.

Un'eccezione che porta a incolpare un altro - innocente, sebbene autore di gesta atroci - dell'omicidio di Bryce (il cui tentativo di auto-riabilitazione morale durante i flashback stona decisamente).

Un'eccezione che apre al nuovo scenario: le conseguenze di quella scelta morale inaccettabile.

Qualcuno sa che Monty (Timothy Granaderos) non ha ucciso Bryce. 

Qualcuno sa che Tyler (Devin Druid, indubbiamente il migliore nel cast) voleva fare una strage a scuola (strage, per altro, giustificata da ciò che ha subito: e di nuovo, siamo fuori dall'orizzonte morale stabilito nella prima stagione).

Ci sono errori irreparabili, in sceneggiatura. Uno dei più gravi è la modifica dell'orizzonte morale di riferimento senza alcuna giustificazione.

Un conto è spostare il confine sempre più in là, come accade per esempio in The Walking Dead man mano che i personaggi evolvono.

Un altro conto è cancellare il confine perché, diversamente, non si saprebbe più come andare avanti con la narrazione.

E questo è certamente un errore irreparabile.

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