I Fake News Awards di Trump mandano in crash il sito dei Repubblicani

Autore: Riccardo Cristilli ,

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di creare un "premio" per le Fake News, creando un elenco delle notizie e degli approfondimenti politici realizzati da siti di informazione, giornali e TV americane risultati successivamente falsi o quantomeno errati.

I primi Fake News Awards presidenziali erano molto attesi, e la loro pubblicazione è stata anticipata da una serie di Tweet dello stesso Presidente che ne annunciavano l'arrivo.

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Proprio per questo la curiosità era talmente tanta da mandare in crash il sito dei Repubblicani dov'è pubblicata la lista, come racconta Variety.

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Cliccando sul link pubblicato da Donald Trump, l'utente incuriosito si ritrovava su una pagina con la scritta "Il sito è temporaneamente offline". Il Republican National Commitee (RNC), cioè il Comitato Nazionale dei Repubblicani, ha poi spiegato che subito dopo la pubblicazione della lista il sito gop.com ha riscontrato un volume di traffico eccessivo mai avuto in precedenza, causando dei problemi sui server. 

Il problema è stato poi risolto e la lista ufficiale dei Fake News Awards è adesso visibile tranquillamente a tutti gli utenti. 

I vincitori dei Fake News Awards di Trump

Al primo posto della lista stilata dal Presidente Trump si può così trovare un articolo del New York Times scritto da Paul Krugman, che il giorno della vittoria di Trump l'8 novembre 2016, aveva scritto che i mercati non si sarebbero mai ripresi dall'elezione Trump.

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Seconda posizione per ABC News e il giornalista Brian Ross, sospeso per un mese dalla testata per aver erroneamente dichiarato che da candidato Trump aveva contattato il consigliere alla sicurezza nazionale Michael Flynn per avere un aggancio con la Russia. Al contrario il fatto avvenne quando Trump era già Presidente. 

CNN è al terzo posto dei Fake News Awards per un'inchiesta in cui sosteneva che Trump e il figlio Donald Jr. avessero avuto accesso a dei documenti di Wikileaks. Circostanza poi smentita dalla CNN.

Il Time si guadagna la quarta posizione per aver erroneamente riportato che il giorno dell'inaugurazione Trump aveva tolto il busto di Martin Luther King Jr. dallo Studio Ovale.

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Un giornalista del Washington Post è al quinto posto dell'elenco Presidenziale per un Tweet, poi rimosso, in cui, per sostenere che ad un evento di Trump a Pensacola ci fosse poco pubblico, aveva pubblicato una foto dell'arena ore prima dell'inizio dell'evento. 

Al sesto posto ritorna CNN con un video in cu Trump era con il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe. Nel video sembrava che Trump, impaziente, avesse gettato troppo cibo a dei pesci; in realtà nella scena originale Trump imita quanto fatto in precedenza da Abe. CNN è anche al settimo posto per un'inchiesta risultata poi errata in cui si sosteneva che Anthony Scaramucci fosse legato ad un fondo d'investimenti russo.

Ottavo posto per Newsweek per aver riportato che la First Lady polacca Agata Kornhauser-Duda non aveva stretto la mano al Presidente, cosa in realtà accaduta.

Di nuovo CNN al nono posto per aver sostenuto che l'ex direttore FBI James Comey avrebbe contestato la dichiarazione di Trump di non essere indagato per legami con la Russia. 

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Al decimo posto torna il New York Times, che aveva riportato come l'amministrazione Trump avesse nascosto un rapporto sul clima in realtà reso pubblico. 

Infine Trump ha assegnato un 11esimo posto speciale a tutte le varie notizie che riportano di un suo legame troppo stretto con la Russia, definita la menzogna più grande raccontata agli americani. 

Tra link inizialmente non funzionanti, problemi di server Trump ha pubblicato così un elenco dettagliato ed esaustivo di tutte le "Fake News" di cui si è denunciato vittima, mostrando come il suo rapporto con i media e in particolare con CNN non sia proprio facile e tranquillo.

Quale sarà la prossima (fake) notizia su Trump?

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