'Vedere attraverso i muri' tramite il Wi-Fi? Non è impossibile

Autore: Danilo Abate ,

Le onde radio del Wi-Fi sono ormai onnipresenti nel nostro quotidiano. Che si tratti di stare a casa, in ufficio o perfino per strada, siamo ogni giorno letteralmente “immersi” in un mare di segnali radio di frequenza compresa fra 2.4 e 5 gigahertz.

Forse però non tutti sanno che, quando ci muoviamo, in qualche modo interferiamo con le onde radio del Wi-Fi, determinando fenomeni di riflessione (quando un'onda cambia di direzione a causa di un impatto con un materiale riflettente) e di rifrazione (variazione della velocità e della direzione di propagazione di un’onda, che si ha quando un raggio di luce attraversa mezzi materiali differenti) delle onde in questione.

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Ed è partendo da questo dato di fatto che un gruppo di ricercatori ha elaborato una teoria per certi versi preoccupante. I segnali del Wi-Fi potrebbero infatti essere sfruttati per tracciare la nostra posizione, quello che facciamo e i nostri movimenti. Un vero e proprio modo di “guardare attraverso i muri” utilizzando il Wi-Fi.

MIT
Un esempio di ricostruzione del profilo di un individuo partendo dalle informazioni ottenute tramite le onde radio del Wi-Fi
Un esempio di ricostruzione del profilo di un individuo partendo dai dati ottenuti tramite il Wi-Fi

Fortunatamente per la privacy di ogni individuo, questo sistema ha subito evidenziato delle grosse pecche nel suo funzionamento. Ad esempio, bisogna necessariamente conoscere l’esatta posizione dei trasmettitori Wi-Fi implicati nel processo, e questi devono essere collegati in rete, in modo da inviare segnali in entrata e in uscita di provenienza conosciuta.

Una cosa del genere è impossibile da attuare per l’ordinario ficcanaso o guardone, che può eventualmente avere accesso solo ai dati che passano attraverso le reti wireless di cui sono dotati gli smartphone. E in tal caso, i segnali provenienti da un cellulare comunque non bastano per rivelare cosa accade all’interno di un’abitazione o di un ufficio, ma possono al massimo indicare la presenza di una rete Wi-Fi.

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Dunque il riuscire a spiare qualcuno tramite segnali radio emanati dal Wi-Fi è un qualcosa che solo un esperto in materia potrebbe riuscire a fare.

La studio in merito è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università della California, che è riuscito quasi a vedere letteralmente attraverso i muri, sfruttando i segnali Wi-Fi trasmessi all’interno di un edificio e un semplice smartphone.

Yanzi Zhu, uno degli addetti ai lavori, ha rilasciato alcune dichiarazioni al riguardo:

Individui privi di scrupoli potrebbero utilizzare un semplice smartphone per localizzare le altre persone tramite i segnali Wi-Fi, e venire a conoscenza di ciò che queste persone fanno a casa e negli edifici dove lavorano.

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A conti fatti, poter vedere il mondo dalla prospettiva di un trasmettitore Wi-Fi costituirebbe una violazione della privacy senza precedenti, i muri e le porte diverrebbero quasi “trasparenti”. C’è da dire però che decifrare tutti i segnali Wi-Fi in modo da poter letteralmente vedere oggetti e persone all’interno di un edificio è un’impresa ardua, anche se allo stato attuale è possibile tracciare in modo efficace i movimenti delle persone.

Non è la prima volta comunque che vengono effettuati studi sulla possibilità di tracciare la posizione delle persone partendo dai segnali Wi-Fi. Alcuni ricercatori del MIT infatti analizzarono già due anni fa le enormi potenzialità delle onde radio del Wi-Fi, e allo stato attuale hanno messo a punto un dispositivo chiamato RF Capture, in grado non solo di delineare il profilo di una persona ma anche di fornire dettagli sulle differenze fra un occupante e l’altro di una stanza.

In ogni caso, Zhu e compagni sono partiti nella loro ricerca dai dati ottenuti da misurazioni della forza del segnale Wi-Fi in una zona specifica di un determinato ambiente. Il passo successivo è stato localizzare il trasmettitore Wi-Fi della zona in esame, misurando i cambiamenti della forza del segnale Wi-Fi nel momento in cui i ricercatori stessi si muovevano fuori dall’edificio o dalla stanza oggetto di studio.

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Tramite un’app per smartphone, il team ha registrato i movimenti umani per poi analizzarne i conseguenti cambiamenti di segnale. Grazie a questo tipo di analisi è possibile conoscere approssimativamente la posizione del trasmettitore Wi-Fi, anche in presenza di riflessioni e rifrazioni varie del segnale.

Aprire una porta può determinare un’interferenza con le onde radio del Wi-Fi in due stanze adiacenti di un edificio, camminare crea distorsioni di maggiore intensità, e perfino delle azioni quasi impercettibili come il digitare qualcosa, porta a cambiamenti rilevabili.

Il team di ricercatori afferma di stare attualmente effettuando dei test utilizzando gli smartphone Nexus 5 e Nexus 6, all’interno di ben 11 edifici con diversi trasmettitori Wi-Fi. Ovviamente, gli occupanti degli edifici analizzati hanno dato il via libera al poter essere “osservati”.

I risultati fino ad ora hanno determinato che, in una qualsiasi stanza priva di particolari fonti d’interferenza e in cui si trovano più di due dispositivi Wi-Fi, è possibile rilevare il 99% della presenza e dei movimenti delle persone situate al suo interno.

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Inutile dire quanto possa essere pericoloso lo sfruttamento dei segnali Wi-Fi, basti pensare a cosa potrebbe fare un qualsiasi ladro dopo aver “sondato il terreno” e aver verificato dunque l’assenza degli occupanti di una casa, ma di esempi del genere potremmo farne tanti.

Per prepararsi a un rischio del genere, la forma di difesa più promettente sembrerebbe quella di creare dei “rumori del segnale, disturbando così la trasmissione delle pericolose onde radio del Wi-Fi.

In definitiva, Zhu e compagni sperano presto di poter trovare il maggior numero possibile di tecniche di difesa contro malintenzionati in grado di decifrare le informazioni provenienti dal Wi-Fi:

Le trasmissioni wireless in tutto il mondo diventano sempre più efficaci e senza limiti, ma allo stesso tempo anche le informazioni sul nostro conto e su ciò che facciamo quotidianamente sono sempre più a rischio.

E voi che ne pensate? Credete che il Wi-Fi possa davvero rivelarsi, un giorno, un pericolo per la privacy?

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